Politica
Massimo D'Alema: «Siamo l'alternativa al voto di protesta»
L'autorevole esponente di Liberi e Uguali ha presentato il programma della lista nel corso di un incontro a Bisceglie
Bisceglie - mercoledì 14 febbraio 2018
9.39
Sanità e Mezzogiorno. I temi prioritari scelti da Liberi e Uguali per la campagna elettorale differiscono rispetto ai leit motiv di quasi tutte le altre forze politiche. La lista di sinistra guidata dal presidente uscente del Senato Pietro Grasso ha posto al centro del programma la salute e la spinosa questione meridionale. Martedì 13 febbraio, nella confortevole cornice della sala convegni delle Vecchie Segherie Mastrototaro, l'ex presidente del consiglio Massimo D'Alema è intervenuto nel corso dell'iniziativa "Sanità pubblica e privata nella nostra città: quale futuro?".
«La sanità del futuro è un sanità di eccellenza nella quale gli interessi del paziente sono anteposti alle esigenze dei lavoratori» ha affermato il dottor Danny Sivo, moderatore dell'evento. «Qualcuno ha accorpato gli ospedali tralasciando di fare lo stesso per il personale».
«Le lunghe liste d'attesa provocano rinunce alle cure che spesso equivalgono a un rinvio della prevenzione con un inevitabile aggravio successivo per i costi delle successive prestazioni, senza dubbio più complesse» ha spiegato la dirigente del settore welfare e solidarietà della regione Puglia Annamaria Candela mentre il presidente del Commissione sanità della regione Puglia Pino Romano e la segretaria regionale della Cgil Antonella Morga hanno sottolineato la necessità di interventi normativi e finanziari per consentire alle regioni di gestire la sanità evitando gli attuali vincoli, ritenuti eccessivi.
«La tassa più odiosa, fra le tante? Il ticket». L'ha dichiarato Massimo D'Alema, rilanciando la proposta dell'abolizione del superticket e l'assunzione di 40 mila unità nel comparto salute. «L'ultimo grande investimento compiuto dall'Italia in materia di sanità risale alla riforma Dini del 1999, nel periodo in cui ero primo ministro» ha aggiunto uno degli esponenti più in vista di Liberi e Uguali. «La spesa pro capite per la salute in Italia è di 2400 euro l'anno, poco più della metà rispetto ai 4000 euro medi degli altri grandi stati europei».
Welfare, per D'Alema, equivale anche a misure drastiche in materia di lavoro: «Bisogna colpire il precariato: un ragionevole periodo di prova è più che sufficiente a un imprenditore per convincersi delle qualità di un suo dipendente e metterlo sotto contratto a tempo indeterminato». Quanto agli avversari: «Non siamo qui per fare promesse fantasmagoriche come Berlusconi, che pensa sempre a se stesso o quel Partito Democratico che crede di poter attirare consensi con una pioggia di regalie». Sugli avvenimenti che hanno recentemente riaperto il confronto riguardo un'avanzata delle idee neofasciste: «Il Pd ha invitato tutti alla calma ma per quella è sufficiente farsi una camomilla» ha sibilato D'Alema col suo riconosciuto senso dell'umorismo.
«Nessuno parla di mezzogiorno in questo paese nel quale il reddito medio al nord è fra i 32 e i 34 mila euro mentre al sud scende a 18 mila euro annui; di fatto in Italia convivono una Baviera e una Grecia» ha sottolineato l'ex premier, illustrando un punto programmatico di Liberi e Uguali: «La quota degli investimenti pubblici diretti alle regioni meridionali fissata al 60% del totale nei prossimi cinque anni».
D'Alema non ha risparmiato pesanti critiche a quel Partito Democratico da cui è uscito polemicamente nei mesi scorsi: «Dopo aver sparso trionfalismo i dem sostengono di temere Lega e 5 Stelle. È la dimostrazione del fatto che non si sono ancora resi conto della realtà: se il populismo è un rischio per l'Italia non è certo nostra la responsabilità. Noi cerchiamo di ricostruire un'alternativa di cambiamento al voto di protesta, anche perché la vicenda rimborsopoli ci insegna che a imparare i difetti della politica ci metti un attimo».
«La sanità del futuro è un sanità di eccellenza nella quale gli interessi del paziente sono anteposti alle esigenze dei lavoratori» ha affermato il dottor Danny Sivo, moderatore dell'evento. «Qualcuno ha accorpato gli ospedali tralasciando di fare lo stesso per il personale».
«Le lunghe liste d'attesa provocano rinunce alle cure che spesso equivalgono a un rinvio della prevenzione con un inevitabile aggravio successivo per i costi delle successive prestazioni, senza dubbio più complesse» ha spiegato la dirigente del settore welfare e solidarietà della regione Puglia Annamaria Candela mentre il presidente del Commissione sanità della regione Puglia Pino Romano e la segretaria regionale della Cgil Antonella Morga hanno sottolineato la necessità di interventi normativi e finanziari per consentire alle regioni di gestire la sanità evitando gli attuali vincoli, ritenuti eccessivi.
«La tassa più odiosa, fra le tante? Il ticket». L'ha dichiarato Massimo D'Alema, rilanciando la proposta dell'abolizione del superticket e l'assunzione di 40 mila unità nel comparto salute. «L'ultimo grande investimento compiuto dall'Italia in materia di sanità risale alla riforma Dini del 1999, nel periodo in cui ero primo ministro» ha aggiunto uno degli esponenti più in vista di Liberi e Uguali. «La spesa pro capite per la salute in Italia è di 2400 euro l'anno, poco più della metà rispetto ai 4000 euro medi degli altri grandi stati europei».
Welfare, per D'Alema, equivale anche a misure drastiche in materia di lavoro: «Bisogna colpire il precariato: un ragionevole periodo di prova è più che sufficiente a un imprenditore per convincersi delle qualità di un suo dipendente e metterlo sotto contratto a tempo indeterminato». Quanto agli avversari: «Non siamo qui per fare promesse fantasmagoriche come Berlusconi, che pensa sempre a se stesso o quel Partito Democratico che crede di poter attirare consensi con una pioggia di regalie». Sugli avvenimenti che hanno recentemente riaperto il confronto riguardo un'avanzata delle idee neofasciste: «Il Pd ha invitato tutti alla calma ma per quella è sufficiente farsi una camomilla» ha sibilato D'Alema col suo riconosciuto senso dell'umorismo.
«Nessuno parla di mezzogiorno in questo paese nel quale il reddito medio al nord è fra i 32 e i 34 mila euro mentre al sud scende a 18 mila euro annui; di fatto in Italia convivono una Baviera e una Grecia» ha sottolineato l'ex premier, illustrando un punto programmatico di Liberi e Uguali: «La quota degli investimenti pubblici diretti alle regioni meridionali fissata al 60% del totale nei prossimi cinque anni».
D'Alema non ha risparmiato pesanti critiche a quel Partito Democratico da cui è uscito polemicamente nei mesi scorsi: «Dopo aver sparso trionfalismo i dem sostengono di temere Lega e 5 Stelle. È la dimostrazione del fatto che non si sono ancora resi conto della realtà: se il populismo è un rischio per l'Italia non è certo nostra la responsabilità. Noi cerchiamo di ricostruire un'alternativa di cambiamento al voto di protesta, anche perché la vicenda rimborsopoli ci insegna che a imparare i difetti della politica ci metti un attimo».