Politica
Napoletano: «L'albero caduto simbolo del degrado amministrativo»
«Quand'ero sindaco avrei dovuto togliere tutti i pini, anziché lasciarne alcuni per favorire una maggiore serenità nel clima politico»
Bisceglie - mercoledì 19 giugno 2019
10.17
«Non v'è chi non percepisca quel complessivo degrado che sembra essersi impadronito della città di Bisceglie.
Le scelte del corpo elettorale, rispettabili ma improvvide, ci hanno consegnato degli amministratori che si stanno rivelando, ogni giorno di più, totalmente inadatti al proprio compito. Le facili e disattese promesse elettorali hanno lasciato il posto a una gestione della Cosa Pubblica che finisce per condannare Bisceglie a un inesorabile declino». Così l'ex sindaco Franco Napoletano sull'attuale situazione politico-amministrativa in città.
«Abbiamo lasciato una città protagonista, fervida di opere e di iniziative di grande respiro, punto di riferimento di un vasto territorio e, per la sua politica culturale e di pace, perfino dell'intero bacino del Mediterraneo e oltre.
Una città che, liberandosi del vecchio ceto politico, si è andata prepotentemente affermando, col rispetto e persino l'invidia dei comuni vicini, con ciò superando anche l'epopea del mitizzato sindaco Paternostro.
Oggi, ritroviamo una Bisceglie allo sbando, con un'amministrazione comunale che vive alla giornata, senza avere un chiaro piano di sviluppo e di crescita per la nostra collettività» ha aggiunto.
«Prima, le iniziative del comune richiamavano a Bisceglie migliaia di persone - e non solo nei mesi estivi - con grande giovamento per la nostra economia locale. Ospitavamo artisti ed intellettuali di livello nazionale e internazionale, rappresentanti di città e stati esteri, con le principali testate giornalistiche e televisive italiane che si occupavano di noi in positivo.
Adesso, la città, mentre ogni giorno un'attività commerciale chiude i battenti, si svuota perfino nei fine settimana, con numerosi biscegliesi che sono tornati a raggiungere, come un tempo, le località limitrofe.
La stessa "moda" di via La Spiaggia (un piccolo, per quanto suggestivo, tratto viario, a scapito di una litoranea unica, che è sempre stata il vanto della città) è destinata presto ad affievolirsi, quando i cittadini saranno stanchi di farsi "spennare" dai miopi esercizi commerciali, ivi proliferati in mancanza di altre alternative» ha evidenziato l'ex primo cittadino.
«Sembra di essere precipitati, di colpo, nel grigiore degli anni '70 del secolo scorso, quando Bisceglie non attirava nessuno dall'esterno e la massima preoccupazione era quella di saldare il connubio tra affari e politica.
Auspico fortemente, al riguardo, che l'amministrazione Angarano non si macchi del perenne misfatto di consentire una immane cementificazione della maglia 165 (litoranea di Levante, zona ex BiMarmi), contro ogni interesse pubblico e con perplessità giuridiche, a ridosso del mare, come si evidenzia dal relativo piano di lottizzazione, così come presentato.
È incredibile come, ormai dopo un anno di gestione amministrativa, il sindaco non abbia inaugurato una seppur piccola opera pubblica!
L'inconsistente amministrazione Angarano, però, sta mettendo a repentaglio la tenuta dei conti pubblici, con una pessima e pericolosa politica di bilancio (come bene evidenziato non solo dalle forze di opposizione consiliare, ma anche, e significativamente, dagli stessi revisori dei conti).
Tra diffide prefettizie, debiti fuori bilancio, continue proroghe contrattuali, ingiustificati ed estremamente dispendiosi contenziosi giudiziari, richieste stratosferiche di risarcimento danni, bilancio 2019-2021 al vaglio del Tar, questi amministratori improvvisati stanno rendendo estremamente impervio e pieno di macerie il terreno, per coloro i quali si accingeranno, dopo di loro, ad amministrare la città.
I cittadini, intanto, verificano quotidianamente il basso livello dei servizi pubblici, dalla pulizia al verde cittadino, dalla viabilità ai trasporti, a fronte di una tariffazione vieppiù elevata.
Complessivamente (spiace dirlo, da biscegliese), un vero e proprio disastro!
Il recente cedimento dell'albero di pino del Palazzuolo, avvenuto improvvisamente la sera del 17 giugno scorso, assume un valore simbolico, quasi a rappresentare il decadimento imperante, con l'incuria e l'approssimazione amministrativa che genera, ormai, perfino potenziali pericoli per i cittadini.
Il caso ha voluto, con un sincero sentimento di sollievo diffuso, che la caduta dell'albero non provocasse eventi drammatici.
È stato certamente un errore, tanto tempo fa, da parte delle amministrazioni comunali dell'epoca, mettere a dimora i pini nella più importante piazza cittadina. I pini si piantano nei terreni (nelle "pinete", appunto), laddove, con il loro impianto radicale orizzontale, non devono poter arrecare danni alle pavimentazioni (quando non alle costruzioni) e provocare le cadute accidentali dei passanti, specie anziani e bambini.
Ma, com'è noto, i pini costano poco e sono stati, pertanto, disseminati nell'intera città, e non solo nelle piazze e piazzette, da amministratori poco previdenti. Con i conseguenti "rialzi", che sono sotto gli occhi di tutti e che comporterà spese ingenti per la sistemazione di strade, marciapiedi e piazze.
Queste sistemazioni non si potrà non metterle in una seria agenda amministrativa, programmandole un poco per volta, ma partendo da subito, senza aspettare eventi spiacevoli (non sempre può andare bene!).
Quando l'amministrazione Napoletano, tra le tante opere, avviò la ristrutturazione di piazza Vittorio Emanuele, la destra politica di questa città (ieri all'opposizione, oggi al governo) avviò, in un impeto di finto ambientalismo, una violenta e scomposta azione politica e di stampa, perché, in quanto sindaco, avevo osato rimuovere i pini esistenti.
Le piazze pugliesi, si sa, sono caratterizzate dai lecci, certamente non dai pini.
Il mio unico errore, al riguardo, fu quello di rimuovere quasi tutti i pini esistenti e di lasciarne a dimora solo alcuni, al fine di favorire un clima politico più sereno. Un errore di cui mi sono sempre pentito: li dovevo togliere tutti, senza sentire nessuno! Nonostante, allora, le potature e le irrorazioni si facessero con regolarità.
Sta di fatto che i ciclamini, piantati nelle aiuole degli alberi del Palazzuolo, dopo la mia amministrazione sono stati sostituiti dalle mattonelle rialzate, proprio in prossimità dei pini, con diversi cittadini che ne hanno fatto le spese.
L'attuale amministrazione comunale ha il demerito di non avere provveduto a sfoltire per tempo gli alberi di piazza Vittorio Emanuele e, così, il peso dei rami e del fogliame ha finito per provocare il cedimento che abbiamo visto.
A nulla vale poter eccepire che gli alberi certamente non sono cresciuti, in tal guisa, in un solo anno: chi amministra e ritiene di essere migliore di chi l'ha preceduto, ha il dovere, comunque, di essere attento e di provvedere.
Invece, l'amministrazione Angarano, all'atto dell'appalto per la manutenzione del verde pubblico, si è preoccupata più di aggiudicare la gara a chi non aveva offerto il massimo ribasso previsto, che di assicurarsi l'esatto adempimento della manutenzione del verde!
Anche in questo caso, sollevando più di una perplessità sul piano giuridico.
In conclusione, mi sembra doveroso chiedere al sindaco e all'amministrazione comunale tutta, di procedere urgentemente ad una verifica e a una messa in sicurezza del verde pubblico cittadino, non solo in piazza Vittorio Emanuele, ma ovunque possano avere luogo episodi di cedimento arboreo, che possano mettere in pericolo la pubblica incolumità.
Anche quest'ultimo episodio dimostra che gli amministratori intelligenti, consapevoli della propria inesperienza e dei propri limiti istituzionali e politici, debbano ricercare un dialogo reale con le forze di opposizione, nell'interesse della città.
Andare al muro contro muro, come hanno fatto finora, significa non solo esporsi a immani figuracce, al cospetto di una opposizione qualificata e propositiva, ma arrecare danni incalcolabili ai cittadini, sia per l'oggi che per il domani.
Bisceglie ha dato loro il consenso per governare, credendo ad una "svolta" e ad un rinnovamento. Ma la città oggi si sente tradita e chiede amministratori capaci» ha concluso Franco Napoletano.
Le scelte del corpo elettorale, rispettabili ma improvvide, ci hanno consegnato degli amministratori che si stanno rivelando, ogni giorno di più, totalmente inadatti al proprio compito. Le facili e disattese promesse elettorali hanno lasciato il posto a una gestione della Cosa Pubblica che finisce per condannare Bisceglie a un inesorabile declino». Così l'ex sindaco Franco Napoletano sull'attuale situazione politico-amministrativa in città.
«Abbiamo lasciato una città protagonista, fervida di opere e di iniziative di grande respiro, punto di riferimento di un vasto territorio e, per la sua politica culturale e di pace, perfino dell'intero bacino del Mediterraneo e oltre.
Una città che, liberandosi del vecchio ceto politico, si è andata prepotentemente affermando, col rispetto e persino l'invidia dei comuni vicini, con ciò superando anche l'epopea del mitizzato sindaco Paternostro.
Oggi, ritroviamo una Bisceglie allo sbando, con un'amministrazione comunale che vive alla giornata, senza avere un chiaro piano di sviluppo e di crescita per la nostra collettività» ha aggiunto.
«Prima, le iniziative del comune richiamavano a Bisceglie migliaia di persone - e non solo nei mesi estivi - con grande giovamento per la nostra economia locale. Ospitavamo artisti ed intellettuali di livello nazionale e internazionale, rappresentanti di città e stati esteri, con le principali testate giornalistiche e televisive italiane che si occupavano di noi in positivo.
Adesso, la città, mentre ogni giorno un'attività commerciale chiude i battenti, si svuota perfino nei fine settimana, con numerosi biscegliesi che sono tornati a raggiungere, come un tempo, le località limitrofe.
La stessa "moda" di via La Spiaggia (un piccolo, per quanto suggestivo, tratto viario, a scapito di una litoranea unica, che è sempre stata il vanto della città) è destinata presto ad affievolirsi, quando i cittadini saranno stanchi di farsi "spennare" dai miopi esercizi commerciali, ivi proliferati in mancanza di altre alternative» ha evidenziato l'ex primo cittadino.
«Sembra di essere precipitati, di colpo, nel grigiore degli anni '70 del secolo scorso, quando Bisceglie non attirava nessuno dall'esterno e la massima preoccupazione era quella di saldare il connubio tra affari e politica.
Auspico fortemente, al riguardo, che l'amministrazione Angarano non si macchi del perenne misfatto di consentire una immane cementificazione della maglia 165 (litoranea di Levante, zona ex BiMarmi), contro ogni interesse pubblico e con perplessità giuridiche, a ridosso del mare, come si evidenzia dal relativo piano di lottizzazione, così come presentato.
È incredibile come, ormai dopo un anno di gestione amministrativa, il sindaco non abbia inaugurato una seppur piccola opera pubblica!
L'inconsistente amministrazione Angarano, però, sta mettendo a repentaglio la tenuta dei conti pubblici, con una pessima e pericolosa politica di bilancio (come bene evidenziato non solo dalle forze di opposizione consiliare, ma anche, e significativamente, dagli stessi revisori dei conti).
Tra diffide prefettizie, debiti fuori bilancio, continue proroghe contrattuali, ingiustificati ed estremamente dispendiosi contenziosi giudiziari, richieste stratosferiche di risarcimento danni, bilancio 2019-2021 al vaglio del Tar, questi amministratori improvvisati stanno rendendo estremamente impervio e pieno di macerie il terreno, per coloro i quali si accingeranno, dopo di loro, ad amministrare la città.
I cittadini, intanto, verificano quotidianamente il basso livello dei servizi pubblici, dalla pulizia al verde cittadino, dalla viabilità ai trasporti, a fronte di una tariffazione vieppiù elevata.
Complessivamente (spiace dirlo, da biscegliese), un vero e proprio disastro!
Il recente cedimento dell'albero di pino del Palazzuolo, avvenuto improvvisamente la sera del 17 giugno scorso, assume un valore simbolico, quasi a rappresentare il decadimento imperante, con l'incuria e l'approssimazione amministrativa che genera, ormai, perfino potenziali pericoli per i cittadini.
Il caso ha voluto, con un sincero sentimento di sollievo diffuso, che la caduta dell'albero non provocasse eventi drammatici.
È stato certamente un errore, tanto tempo fa, da parte delle amministrazioni comunali dell'epoca, mettere a dimora i pini nella più importante piazza cittadina. I pini si piantano nei terreni (nelle "pinete", appunto), laddove, con il loro impianto radicale orizzontale, non devono poter arrecare danni alle pavimentazioni (quando non alle costruzioni) e provocare le cadute accidentali dei passanti, specie anziani e bambini.
Ma, com'è noto, i pini costano poco e sono stati, pertanto, disseminati nell'intera città, e non solo nelle piazze e piazzette, da amministratori poco previdenti. Con i conseguenti "rialzi", che sono sotto gli occhi di tutti e che comporterà spese ingenti per la sistemazione di strade, marciapiedi e piazze.
Queste sistemazioni non si potrà non metterle in una seria agenda amministrativa, programmandole un poco per volta, ma partendo da subito, senza aspettare eventi spiacevoli (non sempre può andare bene!).
Quando l'amministrazione Napoletano, tra le tante opere, avviò la ristrutturazione di piazza Vittorio Emanuele, la destra politica di questa città (ieri all'opposizione, oggi al governo) avviò, in un impeto di finto ambientalismo, una violenta e scomposta azione politica e di stampa, perché, in quanto sindaco, avevo osato rimuovere i pini esistenti.
Le piazze pugliesi, si sa, sono caratterizzate dai lecci, certamente non dai pini.
Il mio unico errore, al riguardo, fu quello di rimuovere quasi tutti i pini esistenti e di lasciarne a dimora solo alcuni, al fine di favorire un clima politico più sereno. Un errore di cui mi sono sempre pentito: li dovevo togliere tutti, senza sentire nessuno! Nonostante, allora, le potature e le irrorazioni si facessero con regolarità.
Sta di fatto che i ciclamini, piantati nelle aiuole degli alberi del Palazzuolo, dopo la mia amministrazione sono stati sostituiti dalle mattonelle rialzate, proprio in prossimità dei pini, con diversi cittadini che ne hanno fatto le spese.
L'attuale amministrazione comunale ha il demerito di non avere provveduto a sfoltire per tempo gli alberi di piazza Vittorio Emanuele e, così, il peso dei rami e del fogliame ha finito per provocare il cedimento che abbiamo visto.
A nulla vale poter eccepire che gli alberi certamente non sono cresciuti, in tal guisa, in un solo anno: chi amministra e ritiene di essere migliore di chi l'ha preceduto, ha il dovere, comunque, di essere attento e di provvedere.
Invece, l'amministrazione Angarano, all'atto dell'appalto per la manutenzione del verde pubblico, si è preoccupata più di aggiudicare la gara a chi non aveva offerto il massimo ribasso previsto, che di assicurarsi l'esatto adempimento della manutenzione del verde!
Anche in questo caso, sollevando più di una perplessità sul piano giuridico.
In conclusione, mi sembra doveroso chiedere al sindaco e all'amministrazione comunale tutta, di procedere urgentemente ad una verifica e a una messa in sicurezza del verde pubblico cittadino, non solo in piazza Vittorio Emanuele, ma ovunque possano avere luogo episodi di cedimento arboreo, che possano mettere in pericolo la pubblica incolumità.
Anche quest'ultimo episodio dimostra che gli amministratori intelligenti, consapevoli della propria inesperienza e dei propri limiti istituzionali e politici, debbano ricercare un dialogo reale con le forze di opposizione, nell'interesse della città.
Andare al muro contro muro, come hanno fatto finora, significa non solo esporsi a immani figuracce, al cospetto di una opposizione qualificata e propositiva, ma arrecare danni incalcolabili ai cittadini, sia per l'oggi che per il domani.
Bisceglie ha dato loro il consenso per governare, credendo ad una "svolta" e ad un rinnovamento. Ma la città oggi si sente tradita e chiede amministratori capaci» ha concluso Franco Napoletano.