Gianna Fregonara
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Attualità

"Non sparate sulla scuola": Gianna Fregonara ospite delle Vecchie Segherie a Bisceglie

«Con l'intelligenza artificiale, ai ragazzi bisogna insegnare a porre le domande giuste»

Sfide del futuro, missioni dei docenti di oggi e aspettative degli alunni sulla scuola. Di questo e molto altro si è parlato a Bisceglie nell'incontro di ieri organizzato da Vecchie Segherie Mastrototaro, che ha visto ospite Gianna Fregonara.

"Non sparate sulla scuola" il titolo provocatorio del libro-inchiesta condotto dalla giornalista insieme a Orsola Riva e presentato ieri nella cornice della libreria biscegliese, dopo che l'appuntamento, inizialmente previsto al Carruba Garden, è stato spostato al chiuso causa maltempo.

In dialogo con Isa Fasciano, che ha moderato l'incontro, Fregonara ha affrontato una serie di tematiche presenti nel libro, sotto l'ascolto attento della dirigente Valentina de Gennaro e dei docenti del quarto circolo didattico "Don Uva", con il quale l'evento è stato organizzato.

«In Italia i genitori, che spesso risultano una presenza ingombrante nel percorso scolastico dei figli, sono molto legati al fatto di finire i programmi previsti per le varie materie - ha detto l'autrice - a mio parere bisognerebbe un attimo lasciare da parte da logica degli argomenti in senso stretto e preoccuparsi di più che i bambini e i ragazzi imparino a distinguere le notizie dalle fake-news».
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Gianna Fregonara a BisceglieGianna Fregonara a BisceglieGianna Fregonara a BisceglieGianna Fregonara a BisceglieGianna Fregonara a BisceglieGianna Fregonara a BisceglieGianna Fregonara a BisceglieGianna Fregonara a Bisceglie
Secondo Fregonara, dunque, l'Italia ha bisogno di un sistema scolastico che superi i voti, gli orari scolastici e la burocrazia, per mettere in primo piano la crescita umana e personale dei giovani.

«I ragazzi hanno capito quelle che sono le richieste del mondo del lavoro, lo dimostra il fatto che siano sempre più esigenti, ad esempio vorrebbero che venisse introdotta la pratica assieme alla teoria, vorrebbero essere protagonisti di debate e flipped classroom come nelle scuole statunitensi e avere insegnanti madrelingua perché solo conoscendo le lingue straniere, oggi, si può stare al mondo».

Un segno tangibile di quanto l'istruzione non sia assolutamente la stessa rispetto a un ventennio fa, complice anche l'introduzione del digitale e l'arrivo, sempre più concreto, della tanto temuta quanto amata intelligenza artificiale.

«Il digitale c'è e non si può ignorarne la portata, non andrebbe né demonizzato né usato a prescindere. Andrebbe usato come un mezzo, perché tale resta, con consapevolezza - spiega l'autrice - lo stesso vale per l'intelligenza artificiale: ai ragazzi, adesso, bisogna insegnare a porre ai chatbot le domande giuste. Solo chi saprà padroneggiare questi strumenti riuscirà a farsi valere nel mondo lavorativo».

Una parentesi è stata dedicata anche al fenomeno della dispersione scolastica.

«Piuttosto che fare orientamento solo all'ultimo anno delle medie e all'ultimo delle superiori, sarebbe bello accompagnare gli studenti durante tutto il processo di crescita, tirandone fuori talenti e capacità. È troppo facile dire che nella scuola italiana i maturandi vengono tutti promossi, bisogna prima interrogarsi su quanti studenti, realmente, abbandonano la scuola molto prima del quinto superiore».

Un incontro ricco di spunti di riflessione e nuovi input, tanto per chi sta sui banchi quanto per chi sta dall'altra parte della cattedra. Proprio perché la scuola non è fatta da istituti, ma da quella comunità di persone che ogni giorno trascorre diverse ore tra queste mura.
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