Attualità
Nuovi traguardi per le malattie rare: il contributo del docente biscegliese Francesco Rana
Dopo tre anni di studio, il docente di matematica e fisica ha conseguito il 29 marzo il dottorato di ricerca
Bisceglie - martedì 1 maggio 2018
9.25
Da molti anni professore di matematica e fisica al Liceo scientifico "Riccardo Nuzzi" di Andria e nel "tempo libero" ricercatore presso il Dipartimento di Farmacia e Scienze del Farmaco dell'Università di Bari.
Parliamo del biscegliese Francesco Rana che, entrato nel 2015 nel gruppo di ricerca dell'Università di Bari, dopo tre anni di studio ha conseguito lo scorso 29 marzo il dottorato di ricerca in genomica e proteomica funzionale ed applicata, contribuendo al raggiungimento di importanti traguardi nell'ambito del campo terapeutico delle malattie rare neuromuscolari con una tesi dal titolo "A new approach for in Vivo "longitudinal" evaluation of skeletal muscle structural and functional parameters: Ultrasonography studies in rodent models of atrophy, sarcopenia, cachexia and muscular dystrophy, toward the Identification of a new therapeutic strategy".
- Per dirlo in parole semplici, di cosa si tratta? Lo abbiamo chiesto al docente biscegliese.
«Mi sono occupato di verificare i risultati di alcuni trattamenti farmacologici sperimentali sulle cavie per la cura di rare patologie muscolari, quali cachessia, sarcopenia, SLA e distrofia di Duchenne. Per farlo ho utilizzato un'apparecchiatura ecografica di altissimo livello, grazie alla quale il team ha potuto conoscere il funzionamento di muscoli scheletrici e organi vitali nei minimi particolari».
- Quali sono i traguardi da lei raggiunti in questi anni di ricerca? Ma, soprattutto, che ci faceva un matematico-fisico in un laboratorio di ricerca medica?
«In quanto matematico, ho elaborato un innovativo metodo per la determinazione di alcuni volumi muscolari che, attraverso equazioni sinusoidali e cubiche, supera il vecchio metodo dei "tronchi di cono", verificando gli ottimi risultati farmacologici per la cachessia e la distrofia di Duchenne.
In quanto fisico, ho iniziato a formulare una teoria di compartecipazione del muscolo nel malfunzionamento neurologico che determina la SLA.
Inoltre, anche grazie alle mie conoscenze di tecnico elettronico, ho standardizzato le tecniche di posizionamento delle sonde ecografiche che ci permettono di valutare con animali in vivo l'evoluzione longitudinale del farmaco somministrato».
- Traguardi che sicuramente dimostrano, oltre alla sua alta professionalità, una grande passione per ambiti spesso considerati molto teorici dagli studenti. In che modo ha trasmesso questa esperienza ai suoi ragazzi?
«Grazie a questa esperienza ho dimostrato ai ragazzi che è possibile entrare in un team di ricerca proprio grazie ad un background fisico e matematico, un valore aggiunto, un differente punto di vista che completa il team di medici e biologi. Inoltre, ogni giorno spingo i miei studenti a mettere in pratica le conoscenze acquisite durante le ore di teoria attraverso la costruzione di alcuni apparecchi.
Dal canto mio, in quanto cattolico praticante, ho voluto mettere le mie conoscenze a disposizione della medicina, lanciandomi in una avventura senza frontiere».
- A proposito di frontiere, progetti per il futuro?
«Mi piacerebbe continuare a matematizzare il calcolo del volume dei muscoli; ma, purtroppo, conciliare la ricerca al lavoro di insegnante non è opera semplice. Chissà…».
Facendogli i migliori auguri per il futuro, salutiamo il professor Rana e ricordiamo che i suoi studi sono stati pubblicati sul sito mondiale di pubblicazioni mediche www.ncbi.pubmed.
Parliamo del biscegliese Francesco Rana che, entrato nel 2015 nel gruppo di ricerca dell'Università di Bari, dopo tre anni di studio ha conseguito lo scorso 29 marzo il dottorato di ricerca in genomica e proteomica funzionale ed applicata, contribuendo al raggiungimento di importanti traguardi nell'ambito del campo terapeutico delle malattie rare neuromuscolari con una tesi dal titolo "A new approach for in Vivo "longitudinal" evaluation of skeletal muscle structural and functional parameters: Ultrasonography studies in rodent models of atrophy, sarcopenia, cachexia and muscular dystrophy, toward the Identification of a new therapeutic strategy".
- Per dirlo in parole semplici, di cosa si tratta? Lo abbiamo chiesto al docente biscegliese.
«Mi sono occupato di verificare i risultati di alcuni trattamenti farmacologici sperimentali sulle cavie per la cura di rare patologie muscolari, quali cachessia, sarcopenia, SLA e distrofia di Duchenne. Per farlo ho utilizzato un'apparecchiatura ecografica di altissimo livello, grazie alla quale il team ha potuto conoscere il funzionamento di muscoli scheletrici e organi vitali nei minimi particolari».
- Quali sono i traguardi da lei raggiunti in questi anni di ricerca? Ma, soprattutto, che ci faceva un matematico-fisico in un laboratorio di ricerca medica?
«In quanto matematico, ho elaborato un innovativo metodo per la determinazione di alcuni volumi muscolari che, attraverso equazioni sinusoidali e cubiche, supera il vecchio metodo dei "tronchi di cono", verificando gli ottimi risultati farmacologici per la cachessia e la distrofia di Duchenne.
In quanto fisico, ho iniziato a formulare una teoria di compartecipazione del muscolo nel malfunzionamento neurologico che determina la SLA.
Inoltre, anche grazie alle mie conoscenze di tecnico elettronico, ho standardizzato le tecniche di posizionamento delle sonde ecografiche che ci permettono di valutare con animali in vivo l'evoluzione longitudinale del farmaco somministrato».
- Traguardi che sicuramente dimostrano, oltre alla sua alta professionalità, una grande passione per ambiti spesso considerati molto teorici dagli studenti. In che modo ha trasmesso questa esperienza ai suoi ragazzi?
«Grazie a questa esperienza ho dimostrato ai ragazzi che è possibile entrare in un team di ricerca proprio grazie ad un background fisico e matematico, un valore aggiunto, un differente punto di vista che completa il team di medici e biologi. Inoltre, ogni giorno spingo i miei studenti a mettere in pratica le conoscenze acquisite durante le ore di teoria attraverso la costruzione di alcuni apparecchi.
Dal canto mio, in quanto cattolico praticante, ho voluto mettere le mie conoscenze a disposizione della medicina, lanciandomi in una avventura senza frontiere».
- A proposito di frontiere, progetti per il futuro?
«Mi piacerebbe continuare a matematizzare il calcolo del volume dei muscoli; ma, purtroppo, conciliare la ricerca al lavoro di insegnante non è opera semplice. Chissà…».
Facendogli i migliori auguri per il futuro, salutiamo il professor Rana e ricordiamo che i suoi studi sono stati pubblicati sul sito mondiale di pubblicazioni mediche www.ncbi.pubmed.