Cronaca
Orrore in zona BiMarmi, cuccioli abbandonati in un sacchetto di plastica
Episodi che si verificano da quasi due anni nello stesso punto. I figli di nessuno: «La mano è sempre la stessa»
Bisceglie - lunedì 27 luglio 2020
9.37
Scene orribili e, purtroppo, tutt'altro che rare. L'ultima vicenda risale allo scorso 18 luglio: sette i cuccioli appena nati e abbandonati in zona Bimarmi a Bisceglie, sulla litoranea di Levante. I cagnolini sono stati tratti in salvo da alcuni giovani che, dopo averli avvistati, hanno contattato la Polizia Locale.
I cuccioli troppo piccoli hanno bisogno di essere allattati: un canile non fa per loro. Gli encomiabili componenti dell'associazione "I figli di nessuno" - realtà meritoria di grande sostegno - sono state perciò contattate al fine di accudire e cercare di salvare i piccoli esemplari. Uno dei sette, purtroppo non ce l'ha fatta a sopravvivere e un altro ancora è in bilico tra la vita e la morte.
Questi abbandoni, secondo quanto riferito dai volontari dell'associazione, si verificano molto spesso: «Nel novembre 2018 un runner ci chiese aiuto mentre eravamo intenti a salvare un cucciolo caduto in un pozzo» hanno spiegato. «Attirato da pianti e lamenti si accorse che altri minuscoli esserini erano in pericolo: la scena era inquietante, tre cuccioli di un paio di giorni gettati tra i rifiuti; uno era morto annegato in una vaschetta di plastica piena di acqua piovana, gli altri due erano in ipotermia ma ancora vivi. In quel momento abbiamo sentito altri guaiti dall'erba e visto un altro cucciolo, tutto bianco, unico sopravvissuto: lo abbiamo chiamato Bueno».
Un altro episodio risale al febbraio 2019, negli stessi luoghi del precedente ritrovamento: «Una busta di plastica con dentro quattro cuccioli, anche loro di un paio di giorni ancora con il cordone attaccato. La solita corsa, le notti in bianco e le giornate dure perché è necessario nutrirli ogni due ore. Per fortuna, i quattro sono tutti sopravvissuti: li abbiamo chiamati Freddy, Queen, Sloan e Laila».
Un anno più tardi, identica tipologia di segnalazione: «Siamo a febbraio del 2020. Un'agente di Polizia fuori servizio, intenta a fare footing, sente dei gemiti: le sembrano quelli di un bambino e seguendone la provenienza ritrova una busta, sempre nello stesso posto in cui si erano verificati gli altri ritrovamenti. Questa volta i cuccioli sono tre, tutte femminucce, e si somigliano a quelli delle precedenti cucciolate, alcuni sembrano gemelli, quindi è ormai evidente che la provenienza e la mano siano le stesse. Anche loro, dopo alti e bassi sopravvivono: le abbiamo chiamate Gina, Elisabeth e Giulietta».
Per i volontari non ci sono dubbi: gli episodi sono collegati tra loro. «Il nostro appello è finalizzato individuare l'artefice e sterilizzare a nostre spese i suoi cani per porre fine alla sofferenza dei cuccioli e delle loro mamme» hanno spiegato. «Il Comune non sovvenziona l'associazione che si fa completamente carico di tutte le spese necessarie per accudire questi cuccioli, l'unico aiuto arriva dalla gente di buon cuore attraverso le donazioni. Siamo stanchi, esausti emotivamente ed economicamente al collasso: preghiamo tutti i giorni che i nostri sacrifici siano ricompensati perché salvare i cuccioli e farli poi adottare da famiglie sicure e amorevoli è per noi motivo di gioia infinita».
I cuccioli troppo piccoli hanno bisogno di essere allattati: un canile non fa per loro. Gli encomiabili componenti dell'associazione "I figli di nessuno" - realtà meritoria di grande sostegno - sono state perciò contattate al fine di accudire e cercare di salvare i piccoli esemplari. Uno dei sette, purtroppo non ce l'ha fatta a sopravvivere e un altro ancora è in bilico tra la vita e la morte.
Questi abbandoni, secondo quanto riferito dai volontari dell'associazione, si verificano molto spesso: «Nel novembre 2018 un runner ci chiese aiuto mentre eravamo intenti a salvare un cucciolo caduto in un pozzo» hanno spiegato. «Attirato da pianti e lamenti si accorse che altri minuscoli esserini erano in pericolo: la scena era inquietante, tre cuccioli di un paio di giorni gettati tra i rifiuti; uno era morto annegato in una vaschetta di plastica piena di acqua piovana, gli altri due erano in ipotermia ma ancora vivi. In quel momento abbiamo sentito altri guaiti dall'erba e visto un altro cucciolo, tutto bianco, unico sopravvissuto: lo abbiamo chiamato Bueno».
Un altro episodio risale al febbraio 2019, negli stessi luoghi del precedente ritrovamento: «Una busta di plastica con dentro quattro cuccioli, anche loro di un paio di giorni ancora con il cordone attaccato. La solita corsa, le notti in bianco e le giornate dure perché è necessario nutrirli ogni due ore. Per fortuna, i quattro sono tutti sopravvissuti: li abbiamo chiamati Freddy, Queen, Sloan e Laila».
Un anno più tardi, identica tipologia di segnalazione: «Siamo a febbraio del 2020. Un'agente di Polizia fuori servizio, intenta a fare footing, sente dei gemiti: le sembrano quelli di un bambino e seguendone la provenienza ritrova una busta, sempre nello stesso posto in cui si erano verificati gli altri ritrovamenti. Questa volta i cuccioli sono tre, tutte femminucce, e si somigliano a quelli delle precedenti cucciolate, alcuni sembrano gemelli, quindi è ormai evidente che la provenienza e la mano siano le stesse. Anche loro, dopo alti e bassi sopravvivono: le abbiamo chiamate Gina, Elisabeth e Giulietta».
Per i volontari non ci sono dubbi: gli episodi sono collegati tra loro. «Il nostro appello è finalizzato individuare l'artefice e sterilizzare a nostre spese i suoi cani per porre fine alla sofferenza dei cuccioli e delle loro mamme» hanno spiegato. «Il Comune non sovvenziona l'associazione che si fa completamente carico di tutte le spese necessarie per accudire questi cuccioli, l'unico aiuto arriva dalla gente di buon cuore attraverso le donazioni. Siamo stanchi, esausti emotivamente ed economicamente al collasso: preghiamo tutti i giorni che i nostri sacrifici siano ricompensati perché salvare i cuccioli e farli poi adottare da famiglie sicure e amorevoli è per noi motivo di gioia infinita».