Cultura
“Partenope, plurale”: un’occasione per riflettere sulle differenze di genere
Partecipazione all’incontro di ieri alle Vecchie Segherie Mastrototaro con Deborah Divertito e Angelo Orefice
Bisceglie - mercoledì 20 novembre 2024
8.38 Comunicato Stampa
Raccontare vite ordinarie di 9 donne, per far sì che i lettori possano riconoscersi nelle stesse e pensare: "È ciò che vivo anch'io quotidianamente". Questo il cuore del progetto realizzato da Deborah Divertito, criminologa impegnata nel sociale, e Angelo Orefice, fotografo, con "Partenope, plurale", presentato ieri sera alle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie.
Terzo appuntamento della rassegna "Loro di Napoli", l'incontro, moderato da Valeria Ricchiuti, è stato organizzato in collaborazione con il collettivo Ziwanda ed è stato introdotto da letture di alcuni passi dell'opera a cura di Nunzia Antonino.
«In questo progetto è naturale parlare di incastri - ha spiegato Deborah Divertito - abbiamo unito due linguaggi diversi, la mia scrittura e la fotografia di Angelo, per raccontare la profondità straordinaria di queste donne, tanto comuni quanto riconoscibili».
La serata è stata occasione per riflettere, sotto tanti punti di vista, su quanto siano radicate nella società le differenze di genere, con relativi stereotipi. Tra i tanti la cura, aspetto da sempre associato alla dimensione femminile.
«La nostra non è una lotta urlata, ma una battaglia concreta e silenziosa – ha commentato Orefice - oggi, nel 2024, lottiamo ancora per diritti che dovrebbero essere scontati, perché purtroppo essere donne è ancora difficile».
Terzo appuntamento della rassegna "Loro di Napoli", l'incontro, moderato da Valeria Ricchiuti, è stato organizzato in collaborazione con il collettivo Ziwanda ed è stato introdotto da letture di alcuni passi dell'opera a cura di Nunzia Antonino.
«In questo progetto è naturale parlare di incastri - ha spiegato Deborah Divertito - abbiamo unito due linguaggi diversi, la mia scrittura e la fotografia di Angelo, per raccontare la profondità straordinaria di queste donne, tanto comuni quanto riconoscibili».
La serata è stata occasione per riflettere, sotto tanti punti di vista, su quanto siano radicate nella società le differenze di genere, con relativi stereotipi. Tra i tanti la cura, aspetto da sempre associato alla dimensione femminile.
«La nostra non è una lotta urlata, ma una battaglia concreta e silenziosa – ha commentato Orefice - oggi, nel 2024, lottiamo ancora per diritti che dovrebbero essere scontati, perché purtroppo essere donne è ancora difficile».