Cultura
Polemico, irriverente, vulcanico: Pietro Di Terlizzi fa sul serio per la cultura a Bisceglie
«Secondo me si fanno troppe cose nostalgiche a Bisceglie. Oggi se non rischi resti protozoico e ti tagliano fuori»
Bisceglie - mercoledì 4 ottobre 2017
12.05
«Secondo me si fanno troppe cose nostalgiche a Bisceglie. Oggi nella cultura se non rischi resti protozoico e ti tagliano fuori».
Non ha paura di sembrare polemico. Anzi, lo dice apertamente a tutti quelli che a Palazzo Tupputi hanno seguito la conferenza stampa con cui Pietro Di Terlizzi, artista, direttore dell'Accademia delle Belle Arti, già pro-direttore presso le Accademie di Frosinone, Bologna, Roma, Milano, si è presentato alla stampa come il nuovo esperto a supporto del coordinamento del sistema museale della città.
Va dato atto al sindaco pro tempore Vittorio Fata di non aver temuto di fare una scelta apolitica, controcorrente, in prospettiva. Di non aver temuto di sentirsi dire in faccia che: «Se continuiamo ad aggrapparci a tanti premi al merito e alla professionalità, a parlare di urbanistica presentando progetti vecchi venticinque anni, non arriveremo da nessuna parte, anche se ne abbiamo le possibilità. I biscegliesi sono cresciuti in questi anni, i giovani sono pronti al grande salto. Ho trentatre studenti di fotografia, cinema, design e moda in Accademia e vorrei che lavorassero per la loro città».
Ha fatto un ragionamento convincente: «Ho chiamato Pietro perché ci da la possibilità di entrare a gamba dritta sul palcoscneico che prima non sapevamo nemmeno esistesse. È una mossa strategica».
Il nuovo consulente delle politiche culturali a Bisceglie pensa in grande. O meglio agisce direttamente in grande.
E da buon visionario quale è, ha già messo mano a progetti importanti. In primo luogo il rilancio di Palazzo Tupputi, per cui ha pensato ad un logo e ad un'azione di marketing molto seria.
L'idea è quella di farne uno spazio dedicato all'arte contemporanea, in dialogo continuo con l'esterno: il teatro Garibaldi, il Laboratorio Urbano, il castello, gli altri contenitori che erogano cultura.
«Abbiamo già stretto una partnershp con l'AMACI, l'associazione italiana dei musi italiani di arte contemporanea, in virtù della quale, il prossimo 14 ottobre, Bisceglie ospiterà per la prima volta in Italia la Giornata del Contemporaneo. È una mostra organizzata velocemente, ho chiamato alcuni amici di un certo calibro ad esporre e mi hanno dato subito disponibilità. È un modo come un altro per lanciare un segnale. Ma presto ci legheremo al Mar di Rovereto, al Maxxi di Roma, a tutti i principali musei d'arte contemporanea d'Italia».
Non ha paura di sembrare polemico. Anzi, lo dice apertamente a tutti quelli che a Palazzo Tupputi hanno seguito la conferenza stampa con cui Pietro Di Terlizzi, artista, direttore dell'Accademia delle Belle Arti, già pro-direttore presso le Accademie di Frosinone, Bologna, Roma, Milano, si è presentato alla stampa come il nuovo esperto a supporto del coordinamento del sistema museale della città.
Va dato atto al sindaco pro tempore Vittorio Fata di non aver temuto di fare una scelta apolitica, controcorrente, in prospettiva. Di non aver temuto di sentirsi dire in faccia che: «Se continuiamo ad aggrapparci a tanti premi al merito e alla professionalità, a parlare di urbanistica presentando progetti vecchi venticinque anni, non arriveremo da nessuna parte, anche se ne abbiamo le possibilità. I biscegliesi sono cresciuti in questi anni, i giovani sono pronti al grande salto. Ho trentatre studenti di fotografia, cinema, design e moda in Accademia e vorrei che lavorassero per la loro città».
Ha fatto un ragionamento convincente: «Ho chiamato Pietro perché ci da la possibilità di entrare a gamba dritta sul palcoscneico che prima non sapevamo nemmeno esistesse. È una mossa strategica».
Il nuovo consulente delle politiche culturali a Bisceglie pensa in grande. O meglio agisce direttamente in grande.
E da buon visionario quale è, ha già messo mano a progetti importanti. In primo luogo il rilancio di Palazzo Tupputi, per cui ha pensato ad un logo e ad un'azione di marketing molto seria.
L'idea è quella di farne uno spazio dedicato all'arte contemporanea, in dialogo continuo con l'esterno: il teatro Garibaldi, il Laboratorio Urbano, il castello, gli altri contenitori che erogano cultura.
«Abbiamo già stretto una partnershp con l'AMACI, l'associazione italiana dei musi italiani di arte contemporanea, in virtù della quale, il prossimo 14 ottobre, Bisceglie ospiterà per la prima volta in Italia la Giornata del Contemporaneo. È una mostra organizzata velocemente, ho chiamato alcuni amici di un certo calibro ad esporre e mi hanno dato subito disponibilità. È un modo come un altro per lanciare un segnale. Ma presto ci legheremo al Mar di Rovereto, al Maxxi di Roma, a tutti i principali musei d'arte contemporanea d'Italia».