Politica
Politiche 2018, il nuovo anno si apre con la nuova mappa del Senato
Lo scenario ipotizzato da YouTrend vede una maggioranza quasi autonoma per il centrodestra
Bisceglie - lunedì 8 gennaio 2018
7.10
Il 28 dicembre il Presidente della Repubblica Mattarella ha sciolto le Camere e con il decreto del Consiglio dei Ministri è stata fissata (e confermata) la data delle elezioni: il 4 marzo, come già preannunciato sul nostro sito, i cittadini italiani saranno chiamati a votare per il rinnovo di entrambi i rami del Parlamento.
Utile ricordare, a maggior ragione per le disposizioni della legge elettorale, che non si vota "per il governo": in Italia la fiducia al potere esecutivo la conferisce il Parlamento, mentre il Presidente della Repubblica nomina (non elegge) il premier. In sostanza non votiamo chi siede a Palazzo Chigi, ma i deputati di Montecitorio e i senatori di Palazzo Madama, come è sempre stato.
Questa volta YouTrend non ha elaborato una mappa elettorale della Camera (poco determinante per la formazione del governo negli ultimi 12 anni), ma del Senato, che con il Porcellum ha regalato "sorprese" nelle ultime tre legislature.
COME SI VINCE CON IL ROSATELLUM
Facciamo un passo indietro: come si ottiene la maggioranza con questa legge elettorale?
Una quota (il 36%) è ripartita con seggi uninominali maggioritari. Un candidato di coalizione che si presenti e prenda anche un solo voto in più del secondo, vince il collegio. Stop. Semplice, tutto sommato. E invece no: la fetta più grande (il 64%) è spartita in quota proporzionale; un esempio faciliterà la comprensione. Immaginiamo tre candidati di coalizione che concorrono per un collegio:
Come si vince con il Rosatellum quindi?
La vittoria più efficiente, secondo i più, è un mix tra la conquista nel maggior numero possibile di collegi maggioritari e la minor percentuale in quota proporzionale, seguendo il detto della maggior resa e del minimo sforzo: al raggiungimento di questo obiettivo concorre indubbiamente la debolezza degli avversari. Proprio come nel quadro attuale, in cui il centrodestra brilla in questi dossier per via delle divisioni a sinistra e per la refrattarietà del Movimento 5 stelle a formare coalizioni.
UN SENATO DEBALCANIZZATO
Il dossier di YouTrend per La Stampa ipotizza che il centrodestra possa guadagnare con il Rosatellum quasi la maggioranza assoluta dei seggi, proprio in virtù del maggior numero dei seggi maggioritari vinti dalla coalizione Berlusconi-Salvini-Meloni. Il Partito Democratico terrebbe grazie alle regioni rosse e all'alleanza con il tirolese SVP, mentre i 5 stelle pagherebbero lo scotto di non essere egemoni e competitivi contro le coalizioni, guadagnando però molti seggi in quota proporzionale.
Chiude l'emiciclo di Palazzo Madama Liberi e Uguali, la formazione a sinistra del Pd, che guadagnerebbe solo seggi proprozionali. Proprio Liberi e Uguali potrebbe essere la chiave di volta di questa tornata elettorale: nel caso in cui la formazione di Grasso-Bersani-D'Alema riuscisse ad essere competitiva proprio nei collegi delle regioni rosse, storiche roccaforti di sinistra, potrebbe regalare al centrodestra ulteriori collegi (maggioritari), perché drenerebbe voti non da quest'ultimo o dai 5 stelle, ma dai cugini dem: la bravura a questo punto dei partiti grandi (Pd in primis) dovrà essere quella di chiamare a raccolta il proprio elettorato, scoraggiato e tendente all'astensione, e far leva sul voto utile.
BISCEGLIE E LA PUGLIA
Se le sorti del centro Italia sono ancora vaghe, la Puglia conferma la tendenza già notata nei precedenti articoli e sondaggi: mano a mano che la data delle elezioni si avvicina la mappa dei collegi si tinge sempre più di blu. Questo ovviamente nulla dice delle singole forze in campo, ma certo è che il trio Berlusconi-Salvini-Meloni, supportati dai cespiti della quarta gamba (Fitto in primis per quanto riguarda la nostra regione), è nella testa della maggior parte dell'elettorato pugliese. Visto l'andazzo delle precedenti elezioni politiche, qualcosa fa pensare che a Bisceglie (inteso come collegio) e in Puglia abbiano perso appeal sia il Partito Democratico che il Movimento 5 stelle.
Utile ricordare, a maggior ragione per le disposizioni della legge elettorale, che non si vota "per il governo": in Italia la fiducia al potere esecutivo la conferisce il Parlamento, mentre il Presidente della Repubblica nomina (non elegge) il premier. In sostanza non votiamo chi siede a Palazzo Chigi, ma i deputati di Montecitorio e i senatori di Palazzo Madama, come è sempre stato.
Questa volta YouTrend non ha elaborato una mappa elettorale della Camera (poco determinante per la formazione del governo negli ultimi 12 anni), ma del Senato, che con il Porcellum ha regalato "sorprese" nelle ultime tre legislature.
COME SI VINCE CON IL ROSATELLUM
Facciamo un passo indietro: come si ottiene la maggioranza con questa legge elettorale?
Una quota (il 36%) è ripartita con seggi uninominali maggioritari. Un candidato di coalizione che si presenti e prenda anche un solo voto in più del secondo, vince il collegio. Stop. Semplice, tutto sommato. E invece no: la fetta più grande (il 64%) è spartita in quota proporzionale; un esempio faciliterà la comprensione. Immaginiamo tre candidati di coalizione che concorrono per un collegio:
- i candidati A e B si aggiudichino 33 voti ciascuno,
- il candidato C 34 voti.
Come si vince con il Rosatellum quindi?
La vittoria più efficiente, secondo i più, è un mix tra la conquista nel maggior numero possibile di collegi maggioritari e la minor percentuale in quota proporzionale, seguendo il detto della maggior resa e del minimo sforzo: al raggiungimento di questo obiettivo concorre indubbiamente la debolezza degli avversari. Proprio come nel quadro attuale, in cui il centrodestra brilla in questi dossier per via delle divisioni a sinistra e per la refrattarietà del Movimento 5 stelle a formare coalizioni.
UN SENATO DEBALCANIZZATO
Il dossier di YouTrend per La Stampa ipotizza che il centrodestra possa guadagnare con il Rosatellum quasi la maggioranza assoluta dei seggi, proprio in virtù del maggior numero dei seggi maggioritari vinti dalla coalizione Berlusconi-Salvini-Meloni. Il Partito Democratico terrebbe grazie alle regioni rosse e all'alleanza con il tirolese SVP, mentre i 5 stelle pagherebbero lo scotto di non essere egemoni e competitivi contro le coalizioni, guadagnando però molti seggi in quota proporzionale.
Chiude l'emiciclo di Palazzo Madama Liberi e Uguali, la formazione a sinistra del Pd, che guadagnerebbe solo seggi proprozionali. Proprio Liberi e Uguali potrebbe essere la chiave di volta di questa tornata elettorale: nel caso in cui la formazione di Grasso-Bersani-D'Alema riuscisse ad essere competitiva proprio nei collegi delle regioni rosse, storiche roccaforti di sinistra, potrebbe regalare al centrodestra ulteriori collegi (maggioritari), perché drenerebbe voti non da quest'ultimo o dai 5 stelle, ma dai cugini dem: la bravura a questo punto dei partiti grandi (Pd in primis) dovrà essere quella di chiamare a raccolta il proprio elettorato, scoraggiato e tendente all'astensione, e far leva sul voto utile.
BISCEGLIE E LA PUGLIA
Se le sorti del centro Italia sono ancora vaghe, la Puglia conferma la tendenza già notata nei precedenti articoli e sondaggi: mano a mano che la data delle elezioni si avvicina la mappa dei collegi si tinge sempre più di blu. Questo ovviamente nulla dice delle singole forze in campo, ma certo è che il trio Berlusconi-Salvini-Meloni, supportati dai cespiti della quarta gamba (Fitto in primis per quanto riguarda la nostra regione), è nella testa della maggior parte dell'elettorato pugliese. Visto l'andazzo delle precedenti elezioni politiche, qualcosa fa pensare che a Bisceglie (inteso come collegio) e in Puglia abbiano perso appeal sia il Partito Democratico che il Movimento 5 stelle.