Politica
Primarie Pd, l'appello al voto per Andrea Orlando di Gianni Naglieri
Il vicesegretario cittadino dei democratici spiega perché scegliere il ministro della giustizia
Bisceglie - sabato 29 aprile 2017
Un appello pubblico al sostegno di Andrea Orlando, alternativa a Matteo Renzi e Michele Emiliano alla segreteria del Pd. Perché Gianni Naglieri, vicesegretario della sezione di Bisceglie, abbia scelto proprio Orlando, lo spiega in una lettera a simpatizzanti ed elettori che domenica 30 aprile si recheranno alle urne per la scelta del futuro leader del Pd.
Quanto a Renzi, Naglieri spiega che scegliere nuovamente chi ha ricoperto un doppio incarico è ricadere nell'errore di lasciare il PD abbandonato a se stesso.
«Dopo quattro anni dalla sua elezione a segretario, dobbiamo riscontrare con dispiacere - spiega Naglieri - che il Partito democratico è stato indebolito come strumento democratico e di partecipazione, poiché ha subito uno smembramento delle sue strutture organizzative nazionali e sul territorio, una importante diminuzione degli iscritti e della partecipazione popolare, una perdita di radicamento tra la gente, un verticismo delle decisioni e, soprattutto, ha perso prima diversi milioni di elettori e poi ha subito una grave e storica scissione.
In circa tre anni di governo come presidente del consiglio, Matteo Renzi ha guidato e imposto una serie di riforme (giuste o sbagliate che siano, e molte sono giuste e di grande civiltà) che non hanno trovato il consenso e la partecipazione popolare. Tanto che nel referendum del 4 dicembre la sconfitta del disegno di riforma delle istituzioni è stata molto più grave di quanto potessimo immaginare. Ed è solo l'ultima delle sconfitte, arrivata dopo quella alle elezioni regionali e quella alle amministrative, dove abbiamo perso grandi città come Roma, Torino e Napoli e la gran parte dei piccoli centri.
La segreteria del Pd da parte di Renzi, quindi, ci consegna un partito lontano dal popolo e dal consenso elettorale, verticistico, diviso e indebolito, isolato nel campo democratico e progressista e incompatibile per alleanze elettorali con il Movimento 5 stelle e con i partiti del centrodestra, che invece vanno verso l'unità delle proprie forze. E persino M5S e lega cominciano prove di intesa. Il tutto in un'Italia nella quale è ancora forte lo squilibrio tra nord e sud, che vive una forte crisi economica e un'alta percentuale di disoccupazione (soprattutto giovanile).
In questo contesto, gli italiani e gli elettori del campo democratico e progressista più ampio (al di là di meriti ed errori), vedono in Renzi e nella sua leadership del Pd e del governo la causa delle divisioni, della mancata ripresa economica e dell'impossibilità di costruire una alternativa al M5S e al centrodestra.
Per questo motivo il Pd ha bisogno di una nuova guida, di un segretario che sia prima di tutto in grado di riunire le diverse anime e culture all'interno del Pd, superando la fase di attuale divisione e poi di unire il campo democratico più ampio, dialogando e alleandosi con le realtà sociali, culturali e politiche fuori dal Pd, a cominciare dai movimenti come quello dell'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia.
Andrea Orlando è la persona giusta, perché ha deciso di dedicarsi, da segretario del Pd (e il 30 aprile si elegge proprio il segretario del PD e non il presidente del Consiglio) esclusivamente alla ricostruzione e al rilancio del partito, a partire dalla necessità di ritrovare una connessione sentimentale e sociale col suo popolo e con gli elettori che sono andati via delusi e arrabbiati. In questo contesto e con questo obiettivo (già molto ambizioso) Orlando è disponibile a individuare prima delle elezioni il candidato giusto per tutti i democratici alla Presidenza del Consiglio. Per questi motivi, quindi, chiedo ai biscegliesi di partecipare alle Primarie del PD del 30 aprile presso l'auditorium di Santa Croce e di votare (dalle 08:00 alle 20:00) Andrea Orlando e la lista "Andrea Orlando segretario. Unire l'Italia, unire il Pd"».
Quanto a Renzi, Naglieri spiega che scegliere nuovamente chi ha ricoperto un doppio incarico è ricadere nell'errore di lasciare il PD abbandonato a se stesso.
«Dopo quattro anni dalla sua elezione a segretario, dobbiamo riscontrare con dispiacere - spiega Naglieri - che il Partito democratico è stato indebolito come strumento democratico e di partecipazione, poiché ha subito uno smembramento delle sue strutture organizzative nazionali e sul territorio, una importante diminuzione degli iscritti e della partecipazione popolare, una perdita di radicamento tra la gente, un verticismo delle decisioni e, soprattutto, ha perso prima diversi milioni di elettori e poi ha subito una grave e storica scissione.
In circa tre anni di governo come presidente del consiglio, Matteo Renzi ha guidato e imposto una serie di riforme (giuste o sbagliate che siano, e molte sono giuste e di grande civiltà) che non hanno trovato il consenso e la partecipazione popolare. Tanto che nel referendum del 4 dicembre la sconfitta del disegno di riforma delle istituzioni è stata molto più grave di quanto potessimo immaginare. Ed è solo l'ultima delle sconfitte, arrivata dopo quella alle elezioni regionali e quella alle amministrative, dove abbiamo perso grandi città come Roma, Torino e Napoli e la gran parte dei piccoli centri.
La segreteria del Pd da parte di Renzi, quindi, ci consegna un partito lontano dal popolo e dal consenso elettorale, verticistico, diviso e indebolito, isolato nel campo democratico e progressista e incompatibile per alleanze elettorali con il Movimento 5 stelle e con i partiti del centrodestra, che invece vanno verso l'unità delle proprie forze. E persino M5S e lega cominciano prove di intesa. Il tutto in un'Italia nella quale è ancora forte lo squilibrio tra nord e sud, che vive una forte crisi economica e un'alta percentuale di disoccupazione (soprattutto giovanile).
In questo contesto, gli italiani e gli elettori del campo democratico e progressista più ampio (al di là di meriti ed errori), vedono in Renzi e nella sua leadership del Pd e del governo la causa delle divisioni, della mancata ripresa economica e dell'impossibilità di costruire una alternativa al M5S e al centrodestra.
Per questo motivo il Pd ha bisogno di una nuova guida, di un segretario che sia prima di tutto in grado di riunire le diverse anime e culture all'interno del Pd, superando la fase di attuale divisione e poi di unire il campo democratico più ampio, dialogando e alleandosi con le realtà sociali, culturali e politiche fuori dal Pd, a cominciare dai movimenti come quello dell'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia.
Andrea Orlando è la persona giusta, perché ha deciso di dedicarsi, da segretario del Pd (e il 30 aprile si elegge proprio il segretario del PD e non il presidente del Consiglio) esclusivamente alla ricostruzione e al rilancio del partito, a partire dalla necessità di ritrovare una connessione sentimentale e sociale col suo popolo e con gli elettori che sono andati via delusi e arrabbiati. In questo contesto e con questo obiettivo (già molto ambizioso) Orlando è disponibile a individuare prima delle elezioni il candidato giusto per tutti i democratici alla Presidenza del Consiglio. Per questi motivi, quindi, chiedo ai biscegliesi di partecipare alle Primarie del PD del 30 aprile presso l'auditorium di Santa Croce e di votare (dalle 08:00 alle 20:00) Andrea Orlando e la lista "Andrea Orlando segretario. Unire l'Italia, unire il Pd"».