Territorio
Pro Natura: «Combattere i cambiamenti climatici con azioni concrete»
L'appello dell'associazione del presidente Maurizio Sasso alle amministrazioni di Bisceglie e Trani
Bisceglie - domenica 16 febbraio 2020
Un albero per ogni nuovo nato è la proposta della Federazione Pro Natura alle amministrazioni comunale delle città di Bisceglie e Trani, per combattere il cambiamento climatico e la riduzione delle risorse economiche destinate al verde pubblico. «Gli alberi in contesti urbani infatti crescono in siti inadeguati che non consentono loro uno sviluppo salubre e longevo. Queste condizioni comportano schianti al suolo sempre più frequenti (esempio gli innumerevoli casi del pino domestico) con grave rischio per l'incolumità della cittadinanza».
Tuttavia, gran parte delle proteste antitaglio pongono l'attenzione quasi esclusivamente sulla sparizione delle alberature lungo strade, viali e marciapiedi. La sostituzione e il rimpiazzo di queste alberature è sicuramente un tema sensibile ma viene affrontato quasi esclusivamente sotto la prospettiva del decoro urbano e quasi mai sotto quella di una necessaria politica ambientale su scala locale. D'altra parte, il tema degli alberi abbattuti può essere l'occasione per accendere un serio dibattito sullo sviluppo sostenibile delle nostre città e degli ecosistemi urbani».
La proposta di Pro Natura è al servizio di tutte le associazioni che vi aderiscono e noi soci attivisti dell'associazione Ripalta Area Protetta, che rappresentiamo la federazione sui territori di Bisceglie e Trani, abbiamo colto l'appello alla sensibilizzazione delle amministrazioni locali iniziando con azioni simboliche di messa a dimora di alberi nella zona Bi Marmi, nell'orto Schinosa e presso il IV Circolo didattico "Don Pasquale Uva". Ma quanto è stato fatto in questi anni è solo una piccola goccia nell'oceano, in considerazione della morte, ovvero dell'eradicazione di centinaia di esemplari che hanno lasciato come ricordo tantissime aiuole vuote o tristemente cementate».
Rischio taglio
«Il problema è di grande portata e portiamo a titolo di esempio i municipi I e II della Capitale, in cui si stima che siano circa 50mila gli alberi a rischio schianto. Di conseguenza, gli abbattimenti preventivi stanno aumentando a salvaguardia della sicurezza dei cittadini mentre i rimpiazzi delle alberature abbattute stentano ad avvenire. Il mutamento del paesaggio urbano che ne consegue sta portando a forti proteste da parte dei residenti, preoccupati per la riduzione del verde nelle città che è fonte di benessere, in quanto in grado di svolgere svariate funzioni, tra tutte: la riduzione delle temperature estive (effetto isola di calore) e la riduzione degli agenti inquinanti tra i quali lo smog (fonte Cnr Bologna).Tuttavia, gran parte delle proteste antitaglio pongono l'attenzione quasi esclusivamente sulla sparizione delle alberature lungo strade, viali e marciapiedi. La sostituzione e il rimpiazzo di queste alberature è sicuramente un tema sensibile ma viene affrontato quasi esclusivamente sotto la prospettiva del decoro urbano e quasi mai sotto quella di una necessaria politica ambientale su scala locale. D'altra parte, il tema degli alberi abbattuti può essere l'occasione per accendere un serio dibattito sullo sviluppo sostenibile delle nostre città e degli ecosistemi urbani».
Un albero per ogni nuovo nato
«La federazione, basandosi sulle esperienze del progetto condiviso #Reforest, richiede che le amministrazioni applichino la legge numero 113 del 1992, così come modificata dalla legge 10 del 2013, che obbliga i comuni con più di 15mila abitanti a mettere a dimora un albero ogni nuovo nato. A nostra conoscenza, questa legge è stata largamente disattesa in gran parte d'Italia, in particolare a Bisceglie e a Trani, anche per l'assenza di un meccanismo sanzionatorio verso le amministrazioni inadempienti o di incentivi per quelle adempienti. Eppure, la sua piena applicazione dal momento dell'entrata in vigore della legge farebbe beneficiare il nostro Paese di oltre 15 milioni di nuovi alberi. Allo sforzo per la messa a dimora di nuovi alberi dovrà accompagnarsi anche una scelta delle essenze che dovranno tener conto, cosa quasi mai fatto in passato, di molti fattori, tra cui la loro autoctonia».Il debito ecologico
«Interpretiamo i milioni di alberi mai piantati come un debito ecologico e ci prodighiamo affinché funga da stimolo per le azioni da intraprendere. Proponiamo la forestazione come strumento di recupero e rigenerazione di aree degradate come ad esempio i terreni incendiati o industrializzati e abbandonati. A queste si possono aggiungere le aree già destinate a verde pubblico nei vari piani regolatori cittadini che devono vedere una pianificazione partecipata con i cittadini così da sviluppare una coscienza ambientalista sana nell'opinione pubblica.La proposta di Pro Natura è al servizio di tutte le associazioni che vi aderiscono e noi soci attivisti dell'associazione Ripalta Area Protetta, che rappresentiamo la federazione sui territori di Bisceglie e Trani, abbiamo colto l'appello alla sensibilizzazione delle amministrazioni locali iniziando con azioni simboliche di messa a dimora di alberi nella zona Bi Marmi, nell'orto Schinosa e presso il IV Circolo didattico "Don Pasquale Uva". Ma quanto è stato fatto in questi anni è solo una piccola goccia nell'oceano, in considerazione della morte, ovvero dell'eradicazione di centinaia di esemplari che hanno lasciato come ricordo tantissime aiuole vuote o tristemente cementate».