Cronaca
Processo "Giustizia svenduta", ex pm Nardi condannato a 16 e 6 mesi
Pene pesanti quelle inflitte dal Tribunale di Lecce agli imputati
Italia - mercoledì 18 novembre 2020
20.00
Condanne pesanti, quelle inflitte dal Tribunale di Lecce agli imputati del processo "Giustizia svenduta" riguardo episodi di presunta corruzione in atti giudiziari. L'inchiesta ha investito la Procura di Trani, competente anche su Bisceglie. Le accuse contestate si riferiscono alla costruzione di un sistema attraverso il quale sarebbero stati garantiti esiti processuali favorevoli in diverse vicende giudiziarie e tributarie per imprenditori coinvolti nelle indagini in cambio di ingenti somme di denaro e, in alcuni casi, di gioielli, diamanti e varie utilità. I fatti oggetto del processo si riferiscono al periodo compreso tra il 2014 e il 2018.
I giudici della seconda sezione penale salentina (presidente Pietro Baffa, relatore Valeria Fedele, a latere Silvia Saracino), hanno emesso sentenze sfavorevoli alle persone chiamate in giudizio, cui sono state comminate pene che variano dai 4 anni e tre mesi ai 16 anni e sei mesi.
La condanna più dura quella ai danni dell'ex giudice per le indagini preliminari Michele Nardi: 16 anni e 6 mesi di reclusione con interdizione perpetua dai pubblici uffici. L'accusa aveva chiesto una pena di 19 anni e 6 mesi.
Condannato anche l'ispettore di Polizia in servizio al commissariato di Corato Vincenzo Di Chiaro: 9 anni e 7 mesi e interdizione perpetua dai pubblici uffici. La Procura aveva chiesto 10 anni e 8 mesi.
Confermata la condanna a 6 anni e 4 mesi richiesta dalla Procura di Lecce per l'avvocatessa barese Simona Cuomo, che dovrà lasciare la pratica forense. Nessuna differenza rispetto a quanto formulato dall'accusa per Gianluigi Patruno (5 anni e sei mesi) e Savino Zagaria (4 anni e tre mesi), quest'ultimo ex cognato del giudice Antonio Savasta, fra gli imputati nello stesso procedimento che avevano scelto il rito abbreviato ed erano stati tutti già condannati (link all'articolo) .
I giudici della seconda sezione penale salentina (presidente Pietro Baffa, relatore Valeria Fedele, a latere Silvia Saracino), hanno emesso sentenze sfavorevoli alle persone chiamate in giudizio, cui sono state comminate pene che variano dai 4 anni e tre mesi ai 16 anni e sei mesi.
La condanna più dura quella ai danni dell'ex giudice per le indagini preliminari Michele Nardi: 16 anni e 6 mesi di reclusione con interdizione perpetua dai pubblici uffici. L'accusa aveva chiesto una pena di 19 anni e 6 mesi.
Condannato anche l'ispettore di Polizia in servizio al commissariato di Corato Vincenzo Di Chiaro: 9 anni e 7 mesi e interdizione perpetua dai pubblici uffici. La Procura aveva chiesto 10 anni e 8 mesi.
Confermata la condanna a 6 anni e 4 mesi richiesta dalla Procura di Lecce per l'avvocatessa barese Simona Cuomo, che dovrà lasciare la pratica forense. Nessuna differenza rispetto a quanto formulato dall'accusa per Gianluigi Patruno (5 anni e sei mesi) e Savino Zagaria (4 anni e tre mesi), quest'ultimo ex cognato del giudice Antonio Savasta, fra gli imputati nello stesso procedimento che avevano scelto il rito abbreviato ed erano stati tutti già condannati (link all'articolo) .