Associazioni
Progetto Arca: «Tecnologia strumento importante per superare la burocrazia nelle scuole»
Cesare Antifora e Luigi Martano tra gli ospiti nella sesta puntata sul canale dell’associazione
Italia - domenica 10 maggio 2020
12.58
Progetto Arca ha voluto mettere a confronto la burocrazia e la tecnologia nelle scuole, per la sesta puntata sul proprio canale Youtube. Tre gli ospiti coinvolti sabato 9 maggio, che hanno espresso il loro parere e hanno raccontato anche la loro esperienza personale.
Sono intervenuti infatti il dottor Cesare Antifora, vicepresidente regionale Anieff, il sindacato rappresentativo della scuola e della ricerca, e referente regionale di Eurosofia, ente di formazione e ricerca, il professor Luigi Martano (ex dirigente scolastico, che ha svolto numerosi incarichi ispettivi per la verifica dei requisiti delle scuole paritarie, direttore della rivista on line Magic e school e coordinatore nazionale per il Miur dei progetti per le lingue di minoranza) e Maria Rita Lapenna, dottoressa forestale, di ricerca in biologia e biotecnologie, consulente botanico e da 8 anni insegnante precario, attualmente in tecnologia in una scuola media in Veneto.
Ha aperto e moderato l'incontro il presidente dell'associazione Leonardo Cocola: «Per via del Coronavirus, tutto il mondo della scuola è stato costretto a fare affidamento sulla didattica a distanza, utilizzando da casa quelle piattaforme on line, che hanno consentito di riprendere e poter terminare l'anno scolastico ancora in corso. Credo che la tecnologia sia fondamentale per snellire un po' tutte quelle procedure, che rendono difficile anche una semplice convocazione».
Il primo a prendere la parola è stato Antifora: «Il contratto non prevede che le lezioni vengano svolte a distanza. Sicuramente però la tecnologia e l'informatizzazione sono dei mezzi importantissimi per superare la burocrazia. Ma questo non deve essere una strategia per dequalificare il personale o licenziare gente. Non dobbiamo perdere di vista l'importanza che le risorse umane hanno nell'insegnamento e dal punto di vista amministrativo. La scuola non si è fermata e proprio i docenti precari hanno dimostrato di riuscire a portare a termine l'anno a proprie spese, visto che non ricevono nemmeno il bonus di 500 euro. Da questa esperienza le figure più deboli escono ancora più penalizzate» ha dichiarato.
Poi è stata la volta di Lapenna: «Le modalità di reclutamento non sono digitalizzate e questo crea dei disagi enormi anche per noi docenti, per il personale amministrativo e anche per gli studenti. Si deve gestire meglio e spero ci sia un'informatizzazione in Italia. La certezza è che a settembre ricomincerà la "lotteria" soprattutto per noi precari, anche ai tempi di un'emergenza sanitaria. Noi in questi due mesi abbiamo aperto le classi al mondo ma i ragazzi molto spesso non sono pronti a gestire questo. La scuola non deve abbandonare questa strada, però deve responsabilizzare i ragazzi alla buona gestione della tecnologia. La rete è un mondo pieno di insidie» ha affermato.
«Le nuove tecnologie sono utili, indispensabili e dobbiamo cercare di utilizzarle al meglio. La scuola, soprattutto da parte degli insegnanti, ha avuto un approccio carente, rispetto alle grosse potenzialità su cui poteva contare. Cosa totalmente diversa dalle famiglie che si sono adattate quando per esempio bisognava fare la domanda di iscrizione on line. Le tecnologie devono servire per migliorare la burocrazia: la pubblica amministrazione è da 30 anni che cerca di aprirsi. Un importante esempio è il catasto che ora lo hai con un'email in 30 secondi, mentre 10 anni fa era una cosa impensabile. Il ruolo dei dirigenti scolastici, degli insegnanti e del personale Ata deve essere utile per gli altri e se tutti si danno questo scopo, allora sì che si può risolvere il problema della burocrazia. Le tecnologie sono facili da usare e utilizziamole anche dopo l'emergenza, per migliorare i processi di apprendimento» ha concluso l'ex dirigente scolastico Martano.
Sono intervenuti infatti il dottor Cesare Antifora, vicepresidente regionale Anieff, il sindacato rappresentativo della scuola e della ricerca, e referente regionale di Eurosofia, ente di formazione e ricerca, il professor Luigi Martano (ex dirigente scolastico, che ha svolto numerosi incarichi ispettivi per la verifica dei requisiti delle scuole paritarie, direttore della rivista on line Magic e school e coordinatore nazionale per il Miur dei progetti per le lingue di minoranza) e Maria Rita Lapenna, dottoressa forestale, di ricerca in biologia e biotecnologie, consulente botanico e da 8 anni insegnante precario, attualmente in tecnologia in una scuola media in Veneto.
Ha aperto e moderato l'incontro il presidente dell'associazione Leonardo Cocola: «Per via del Coronavirus, tutto il mondo della scuola è stato costretto a fare affidamento sulla didattica a distanza, utilizzando da casa quelle piattaforme on line, che hanno consentito di riprendere e poter terminare l'anno scolastico ancora in corso. Credo che la tecnologia sia fondamentale per snellire un po' tutte quelle procedure, che rendono difficile anche una semplice convocazione».
Il primo a prendere la parola è stato Antifora: «Il contratto non prevede che le lezioni vengano svolte a distanza. Sicuramente però la tecnologia e l'informatizzazione sono dei mezzi importantissimi per superare la burocrazia. Ma questo non deve essere una strategia per dequalificare il personale o licenziare gente. Non dobbiamo perdere di vista l'importanza che le risorse umane hanno nell'insegnamento e dal punto di vista amministrativo. La scuola non si è fermata e proprio i docenti precari hanno dimostrato di riuscire a portare a termine l'anno a proprie spese, visto che non ricevono nemmeno il bonus di 500 euro. Da questa esperienza le figure più deboli escono ancora più penalizzate» ha dichiarato.
Poi è stata la volta di Lapenna: «Le modalità di reclutamento non sono digitalizzate e questo crea dei disagi enormi anche per noi docenti, per il personale amministrativo e anche per gli studenti. Si deve gestire meglio e spero ci sia un'informatizzazione in Italia. La certezza è che a settembre ricomincerà la "lotteria" soprattutto per noi precari, anche ai tempi di un'emergenza sanitaria. Noi in questi due mesi abbiamo aperto le classi al mondo ma i ragazzi molto spesso non sono pronti a gestire questo. La scuola non deve abbandonare questa strada, però deve responsabilizzare i ragazzi alla buona gestione della tecnologia. La rete è un mondo pieno di insidie» ha affermato.
«Le nuove tecnologie sono utili, indispensabili e dobbiamo cercare di utilizzarle al meglio. La scuola, soprattutto da parte degli insegnanti, ha avuto un approccio carente, rispetto alle grosse potenzialità su cui poteva contare. Cosa totalmente diversa dalle famiglie che si sono adattate quando per esempio bisognava fare la domanda di iscrizione on line. Le tecnologie devono servire per migliorare la burocrazia: la pubblica amministrazione è da 30 anni che cerca di aprirsi. Un importante esempio è il catasto che ora lo hai con un'email in 30 secondi, mentre 10 anni fa era una cosa impensabile. Il ruolo dei dirigenti scolastici, degli insegnanti e del personale Ata deve essere utile per gli altri e se tutti si danno questo scopo, allora sì che si può risolvere il problema della burocrazia. Le tecnologie sono facili da usare e utilizziamole anche dopo l'emergenza, per migliorare i processi di apprendimento» ha concluso l'ex dirigente scolastico Martano.