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Parte il Progetto Aurora della Caritas

Un percorso per il reinserimento sociale e lavorativo di 170 detenuti, sostenuto da una rete territoriale e dall’impegno di oltre 100 volontari

È partito a settembre, finanziato coi fondi dell'8xmille della Chiesa cattolica, il "Progetto Aurora", un impegnativo ed interessante percorso formativo che vede come capofila la Caritas diocesana e cittadina a favore di una parte della società fragile e spesso poco attenzionata: i detenuti e le loro famiglie.

Dei detenuti si parla solo quando qualcuno decide di porre fine alla sua vita mentre è in stato di detenzione in carcere: solo allora viene evidenziata la situazione di sovraffollamento negli istituti di pena, di scarsa igiene, ma mai si parla della difficoltà dei detenuti ad avere accesso al lavoro, sia durante la detenzione ma soprattutto una volta scontata la giusta pena, dell'aiuto negato ad un reinserimento efficace nella società, delle difficoltà delle famiglie, (spesso mogli, madri e figli) durante e dopo il periodo di detenzione.

Convinta della necessità di supportare i detenuti e le loro famiglie, come si evince dai racconti ascoltati sia nei "Centri di ascolto Caritas", sia durante gli interventi che settimanalmente volontari Caritas effettuano negli istituti di pena, maschile e femminile, di Trani, affiancando il cappellano designato don Raffaele Sarno, è stato presentato il Progetto Aurora, così chiamato perché si vuole dare un po' di luce a quanti si trovano nelle condizioni di cui sopra.

È un Progetto ambizioso ed impegnativo che vede il coinvolgimento di 170 detenuti e le loro famiglie, perché si è convinti che il processo continuo di miglioramento degli individui e di costruzione e rafforzamento delle loro capacità (capacity building) possa essere realizzato solo attraverso il coinvolgimento concreto di tutto il nucleo familiare, se presente.

Varie sono le tipologie dei 170 destinatari: detenuti in carcere che devono scontare ancora massimo 24 mesi di pena, detenuti in MAP (cioè messi alla prova), agli arresti domiciliari, semiliberi e in detenzione alternativa, in licenza, stranieri.

A loro sono offerti formazione ed orientamento al lavoro, tirocini formativi con apprendimento sul posto di lavoro, borse lavoro, lavori socialmente utili da svolgere presso le Caritas di Bisceglie, Trani e Barletta, consegna a domicilio di viveri e beni di prima necessità, accoglienza presso "Casa Barbiana" e Caritas cittadina a Bisceglie e presso la Rettoria Sacro Cuore a Trani, sportello di segretariato sociale per l'orientamento ai servizi e distribuzione indumenti da svolgere negli istituti di pena; per i detenuti stranieri è previsto un sostegno per facilitare relazioni coi familiari all'estero. Tali obiettivi saranno realizzati anche attraverso il settore dell'agricoltura sociale.

Saranno un centinaio i volontari Caritas che verranno formati, con incontri mensili organizzati dall'Ufficio di pastorale carceraria, per mettere in atto questa miriade di attività.

Un percorso di sensibilizzazione, formazione, promozione e diffusione rivolto agli studenti delle scuole superiori del territorio, in particolare agli indirizzi socio-educativi, e alle parrocchie è previsto nell'ottica di superamento dello stigma che spesso circonda gli ex detenuti.

Un'équipe di progetto, formata da operatori sociali, un sociologo, dal cappellano della diocesi, dagli assistenti sociali degli Enti pubblici territoriali, avrà il compito di scoprire le capacità e le risorse dei singoli soggetti prescelti, di guidarli al raggiungimento degli obiettivi individuati sviluppando la loro acquisizione a lungo termine, monitorandone i risultati passo passo.

La Caritas diocesana, soggetto proponente, ha affidato all'ente ecclesiastico Chiesa S. Michele Arcangelo, che affianca la Caritas cittadina, la gestione del progetto; è stata realizzata una rete che condividerà la realizzazione delle attività.

Sostenitori del Progetto sono: il Servizio Sociale e Professionale del Comune di Bisceglie; l'UIEPE (Ufficio di esecuzione penale esterna); "Agritalia", una organizzazione di Produttori nel settore agricolo, l'Ufficio Regionale del Garante per i detenuti.

La co-gestione è affidata alla cooperativa sociale "Mi stai a cuore" e all'impresa sociale "Terre solidali" che realizzeranno direttamente alcune specifiche attività previste.

Altri enti che daranno gambe e supporto al Progetto sono gli accordi operativi specifici con la Direzione del carcere di Trani; il CPIA (l'Istituto di educazione per gli adulti della BAT) "Gino Strada" che ha sia sedi esterne nei comuni della provincia sia una sede all'interno degli istituti penitenziari di Trani.

Un convegno iniziale ed un convegno finale permetteranno di far conoscere e sottolineare l'importanza del Progetto ed i risultati ottenuti.
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