«Quel furto d'auto mi ha spaccato a metà l'orgoglio»
Un'amara riflessione di Mariablu Scaringella
Mi sono presa un giorno intero perché questo racconto necessitava di calma e lucidità, scegliendo le parole giuste.
Grazie alla lungimiranza delle Vecchie Segherie Mastrototaro sono riuscita a portare argomenti come il futuro, la cura, la responsabilità dei brand, presentando il libro "Neuromarketing etico" con la sua autrice Simona Ruffino e con Annalisa Turi.
Tre donne sul palco a parlare di marketing e di umanità nello stesso momento, attorno ad un libro che sta facendo parlare molto di sé e che viene raccontato come punto di svolta verso un'idea di impresa sostenibile per pubblico e aziende.
Abbiamo rotto gli schemi, immaginando un futuro possibile fatto di attenzione e ascolto, fatto di scelte e di valori. Ci siamo emozionate, abbiamo emozionato. Abbiamo creato spunti e riflessioni, abbiamo costruito.
Insieme alla Fondazione Guglielmo Minervini abbiamo cercato di dare corpo e spazio alle sue idee e ai suoi sogni, gli stessi che hanno migliorato questa terra e chi ci vive.
Eravamo felici, noi e il pubblico venuto da ogni parte di Puglia. Ero orgogliosa di tutto questo.
Ero.
Poi, dopo i saluti e gli abbracci, la terribile scoperta: la macchina di Simona non c'era più. Parcheggiata in via Porto alle 18:30, alle 21 era sparita.
Oltre al danno, la beffa: i vigili non rispondono al telefono, i carabinieri ci dicono che non accettano denunce dopo le 19.
Simona, oltre ad essere una mia cara amica, è una splendida professionista, l'unica donna che parla di neuromarketing in Italia, ed io non riesco a tollerare che questa serata sarà per sempre associata ad un momento terribile per lei.
Simona mercoledì ha tenuto una masterclass a Taranto, giovedì rientrerà a Roma, oltre al disagio pratico di dover riorganizzare tutto c'era anche la pretesa, da parte dei Carabinieri, di tornare all'indomani in orari d'ufficio.
Trovo tutto questo inconcepibile in una città "a vocazione turistica". Un'auto è stata rubata a 100 metri dal porto, Simona ha avuto il nostro supporto, ma un turista qualunque resterebbe abbandonato a se stesso, senza aiuto, ascolto, senza la possibilità di tornare a casa con i mezzi dopo una certa ora e, letteralmente, lasciato per strada.
Ora, io non so a chi devo rivolgermi, se all'amministrazione - attuale o futura che sia - o alle forze dell'ordine, o alla prefetta. Io faccio solo comunicazione e cultura, e lo faccio nella maniera migliore che conosco, la stessa cosa chiedo agli altri: chiedo che ognuno faccia il proprio dovere nella maniera migliore possibile per fare in modo che questa città e questo sud siano accoglienti come dicono, siano sicuri per gli abitanti e per chi ci passa, si prendano cura delle persone.
Io so soltanto che di furti, rapine e microcriminalità se ne parla da tempo, come se fosse normale e con indifferenza sempre maggiore.
Ma l'indifferenza è degli ignavi e non mi appartiene. Il mio potere è la parola, ed è con questa che io chiedo risposte, serie, e fatti. Non per me, ma per quella cura dell'altro che è l'unica salvezza plausibile per tutti e tutte.
E resto qui con quel sogno che forse è utopia, ma voglio crederci ancora, di cui abbiamo parlato per tutta la serata sul palco. Grazie a chi c'era e ha reso possibile tutta quella bellezza che resta, comunque resta».