Attualità
Rifiuti: «In via Stoccolma accade qualcosa di molto grave»
L'appello delle imprese: «Fate qualcosa, è a rischio la salute dei nostri dipendenti»
Bisceglie - lunedì 2 ottobre 2017
10.27
«Una vera e propria occupazione della zona artigianale est».
La definiscono così gli imprenditori di via Stoccolma, Carrara Lama di Macina e limitrofe, la situazione stagnante che tormenta quotidianamente chi lavora negli opifici a ridosso di via Imbriani, sul confine tra Bisceglie e Molfetta.
Dipendenti e titolari tornano a denunciare quel che accade attorno al traffico di mezzi per la raccolta dei rifiuti nei pressi della sede del gestore dell'igiene urbana di Bisceglie.
«Quel che accade è molto grave - spiegano, - perché l'occupazione del suolo pubblico è diventata praticamente stanziale. Non solo i compattatori carichi di rifiuti vengono parcheggiati su una strada pubblica e tenuti lì per ore, ma spesso vengono lavati al centro della carreggiata anziché in centri specializzati. Il percolato si accumula di giorno in giorno, tanto da costringere qualcuno ad usare calce o altro materiale inerte per assorbire quello che cola e non sappiamo dove finisce. Non ne possiamo più di questo stato di cose, che va a danno della salute di migliaia di lavoratori. Qualcuno, per favore, intervenga».
La definiscono così gli imprenditori di via Stoccolma, Carrara Lama di Macina e limitrofe, la situazione stagnante che tormenta quotidianamente chi lavora negli opifici a ridosso di via Imbriani, sul confine tra Bisceglie e Molfetta.
Dipendenti e titolari tornano a denunciare quel che accade attorno al traffico di mezzi per la raccolta dei rifiuti nei pressi della sede del gestore dell'igiene urbana di Bisceglie.
«Quel che accade è molto grave - spiegano, - perché l'occupazione del suolo pubblico è diventata praticamente stanziale. Non solo i compattatori carichi di rifiuti vengono parcheggiati su una strada pubblica e tenuti lì per ore, ma spesso vengono lavati al centro della carreggiata anziché in centri specializzati. Il percolato si accumula di giorno in giorno, tanto da costringere qualcuno ad usare calce o altro materiale inerte per assorbire quello che cola e non sappiamo dove finisce. Non ne possiamo più di questo stato di cose, che va a danno della salute di migliaia di lavoratori. Qualcuno, per favore, intervenga».