Politica
Rifiuti, l'autocritica dei Cittadini a 5 Stelle in MoVimento: «Noi biscegliesi quando cresceremo?»
Gli attivisti, pur rimarcando alcune difficoltà incontrate dai nuovi gestori del servizio, stigmatizzano i troppi conferimenti in agro e persino a Trani
Bisceglie - venerdì 24 marzo 2017
11.08
Sottolineano i primi cenni di risvegli dell'amministrazione da un letargo ritenuto evidentemente lunghissimo ma non risparmiano critiche feroci all'atteggiamento di alcuni biscegliesi, definiti senza mezzi termini "zozzoni". Enzo Amendolagine, Pippo Acquaviva, Pasquale Zecchillo e Dino Cormio del gruppo di attivisti Cittadini a 5 Stelle in MoVimento si rivolgono in particolare a coloro i quali hanno pensato di conferire rifiuti in agro e persino nella vicina Trani piuttosto che effettuare la raccolta differenziata.
«È noto ai più che a Bisceglie da gennaio 2017 è partito il servizio di raccolta differenziata spinto, conosciuto come servizio "porta a porta". Così come note sono le vicende anche giudiziarie che hanno portato il precedente gestore Camassambiente, a cedere il passo al subentrante Ambiente 2.0
Chi si è lamentato della cattiva organizzazione e gestione del servizio di raccolta offerto dalla Camassambiente, non ha forse previsto che l'arrivo di un nuovo gestore, assolutamente ignaro di quale fosse il territorio sul quale operare con le criticità associate, avrebbe fatto precipitare la situazione ad un punto zero. Cioè, con la Ambiente 2.0 la città si è ritrovata a dover subire da principio una organizzazione di raccolta che ha presentato lacune, a volte anche gravi, vedasi la chiusura delle isole ecologiche, riscontrate con Camassambiente.
A voler essere positivi, ci sono delle iniziative, vedasi facilitatori e nuove assunzioni tra gli operatori ecologici, che fanno ben sperare affinché la situazione si normalizzi. Ma questa è una variabile prevedibile, associata al subentro di un nuovo gestore. Ciò che rappresenta una costante da inizio attività "porta a porta" è invece il malcostume di alcuni cittadini biscegliesi che continuano a mostrare incuranza verso il rispetto e senso civico, abbandonando buste di rifiuti negli angoli delle strade, nelle periferie e nelle campagne. Critica è sempre stata la nostra posizione, per la assoluta mancanza di controlli e di azioni atte a scoraggiare l'abbandono di rifiuti, da parte dell'amministrazione comunale, che ha giocato e continua a giocare un ruolo fondamentale in tutta questa vicenda.
A queste fraudolente azioni di incivili che abbandonano rifiuti, si è via via consolidata un'altra usanza: il portare i propri rifiuti nel confinante comune di Trani. Ecco che capita, ai primi due bidoni presenti lungo la ex statale 16 in direzione nord, trovarsi a dover constatare uno spettacolo di uno squallore unico: montagne di rifiuti indifferenziati frutto non di scampagnate nell'agro tranese, ma di transumanza di cittadini biscegliesi che pur di non adoperarsi nel corretto uso dei mastelli forniti, portano per 8 chilometri circa i propri rifiuti in pellegrinaggio verso la vicina città di Trani. Sia chiaro che questo agire non esime i zozzoni dall'essere definiti tali. Né serve provare a giustificare il proprio diniego nel differenziare, con una disorganizzazione nel servizio di raccolta.
Ognuno deve fare il proprio dovere, così da poter individuare l'anello debole e provare a ricomporre la catena delle adempienze. Cioè il cittadino deve obbligatoriamente impegnarsi nel differenziare il più possibile, così come la società appaltatrice deve impegnarsi a portare a termine un sistema di raccolta puntuale, con relativa tariffazione puntuale. Senza assolutamente tralasciare il compito di verifica e sanzione che spettano alle autorità competenti. Fino ad oggi il sistema ha fatto acqua da tutte le parti: cittadini ottusi, servizio allo sbaraglio ed autorità amministrative assenti. Ma se gli operatori ecologici sono rimasti gli stessi, come mai sta accadendo questo disservizio? Considerando che alla Camassambiente non è stato perdonato nulla, perché con Ambiente 2.0 non si sta mantenendo lo stesso criterio? Sarebbe stato più corretto non ripercorrere gli stessi errori del recente passato, facendo in modo che Ambiente 2.0 partisse col piede giusto, portandosi prima con propri agenti sul territorio, per far tesoro delle difficoltà incontrate da Camassambiente.
Finalmente il 22 marzo è uscita la prima nota disciplinare da parte dell'amministrazione che invita la cittadinanza a differenziare, con riferimento alle multe da infliggere ai trasgressori, ed un piano esecutivo per la riapertura dell'isola di Salsello ed il ripristino della Green card.
Ed intanto, a tre mesi dalla partenza del "porta a porta", siamo messi peggio di prima: la mancanza di controlli, la strumentalizzazione di video amatoriali sui social che tendono a spaventare i cittadini, con ratti che girovagano nei condomini, la mancanza di una comunicazione circa il programma esecutivo della raccolta in merito alla tempistica verso la tariffazione puntuale, confusione nel comunicare calendari di raccolta, tre tipologie di raccolta diverse nell'ambito dello stesso nucleo urbano, confondono i cittadini spingendoli verso una disaffezione nell'adempiere al proprio dovere. Tutti pretesti per indurre il cittadino a confondere il proprio dovere nel perseverare nel differenziare, con una sorta di protesta che lo porta ad infilare tutto in un sacchetto, riporlo in macchina e con fare sprezzante, abbandonare lo stesso dove capita. Alcuni, proprio per sentirsi apposto con la coscienza, adducono ad un motivo di varia natura il recarsi a Trani per donare tale rifiuto alla collettività tranese. Un capoluogo di provincia cosparso di rifiuti a nord dai barlettani ed a sud dai biscegliesi, proprio in concomitanza della partenza del sistema di raccolta porta a porta nelle rispettive città.
Citando Paolo Caiazzo viene spontaneo ammettere che "A' Capa mia nunn'è bbona perché io nu riesc a capì" a chi giova questo andazzo. Sembrerebbe un piano strategico questo non solo nel creare il problema, ma anche nel portarlo alla esasperazione, così che poi emerga qualche personaggio che miracolosamente lo risolva. Il tutto in piena campagna elettorale per le amministrative del 2018. Si rabbrividisce al sol pensiero che possa questo essere un piano esecutivo studiato a tavolino.
Ma quando noi cittadini cresceremo? Quando diventiamo l'anello forte della catena poc'anzi descritta? Possiamo arrenderci ai loschi giochi del malaffare istituzionalizzato dei colletti bianchi? Non lasciamoci deprimere, abbattere dall'idea, perché abbiamo tutti i mezzi necessari ad emergere. Con orgoglio sentiamoci indignati ed offesi quando ci ripetono che noi del Sud siamo diversi da realtà nordiche. Sovvertiamo le sorti di questa città, vestiamoci di orgoglio e pretendiamo che tutti facciano il proprio dovere.
Quando le istituzioni preposte latitano, sono i cittadini a dover diventare Istituzione. Facciamoci tutti gioiosi "facilitatori" nella divulgazione della metodologia di raccolta differenziata, a partire dal nostro vicino di casa. E non facciamoci fregare dalle offerte che presto fioccheranno, di riempimento di liste civiche condominiali. Così facendo, la pagnotta sarà spartita tra i soliti soggetti e a tutti gli altri, rimarranno solo le ennesime, solite promesse».
«È noto ai più che a Bisceglie da gennaio 2017 è partito il servizio di raccolta differenziata spinto, conosciuto come servizio "porta a porta". Così come note sono le vicende anche giudiziarie che hanno portato il precedente gestore Camassambiente, a cedere il passo al subentrante Ambiente 2.0
Chi si è lamentato della cattiva organizzazione e gestione del servizio di raccolta offerto dalla Camassambiente, non ha forse previsto che l'arrivo di un nuovo gestore, assolutamente ignaro di quale fosse il territorio sul quale operare con le criticità associate, avrebbe fatto precipitare la situazione ad un punto zero. Cioè, con la Ambiente 2.0 la città si è ritrovata a dover subire da principio una organizzazione di raccolta che ha presentato lacune, a volte anche gravi, vedasi la chiusura delle isole ecologiche, riscontrate con Camassambiente.
A voler essere positivi, ci sono delle iniziative, vedasi facilitatori e nuove assunzioni tra gli operatori ecologici, che fanno ben sperare affinché la situazione si normalizzi. Ma questa è una variabile prevedibile, associata al subentro di un nuovo gestore. Ciò che rappresenta una costante da inizio attività "porta a porta" è invece il malcostume di alcuni cittadini biscegliesi che continuano a mostrare incuranza verso il rispetto e senso civico, abbandonando buste di rifiuti negli angoli delle strade, nelle periferie e nelle campagne. Critica è sempre stata la nostra posizione, per la assoluta mancanza di controlli e di azioni atte a scoraggiare l'abbandono di rifiuti, da parte dell'amministrazione comunale, che ha giocato e continua a giocare un ruolo fondamentale in tutta questa vicenda.
A queste fraudolente azioni di incivili che abbandonano rifiuti, si è via via consolidata un'altra usanza: il portare i propri rifiuti nel confinante comune di Trani. Ecco che capita, ai primi due bidoni presenti lungo la ex statale 16 in direzione nord, trovarsi a dover constatare uno spettacolo di uno squallore unico: montagne di rifiuti indifferenziati frutto non di scampagnate nell'agro tranese, ma di transumanza di cittadini biscegliesi che pur di non adoperarsi nel corretto uso dei mastelli forniti, portano per 8 chilometri circa i propri rifiuti in pellegrinaggio verso la vicina città di Trani. Sia chiaro che questo agire non esime i zozzoni dall'essere definiti tali. Né serve provare a giustificare il proprio diniego nel differenziare, con una disorganizzazione nel servizio di raccolta.
Ognuno deve fare il proprio dovere, così da poter individuare l'anello debole e provare a ricomporre la catena delle adempienze. Cioè il cittadino deve obbligatoriamente impegnarsi nel differenziare il più possibile, così come la società appaltatrice deve impegnarsi a portare a termine un sistema di raccolta puntuale, con relativa tariffazione puntuale. Senza assolutamente tralasciare il compito di verifica e sanzione che spettano alle autorità competenti. Fino ad oggi il sistema ha fatto acqua da tutte le parti: cittadini ottusi, servizio allo sbaraglio ed autorità amministrative assenti. Ma se gli operatori ecologici sono rimasti gli stessi, come mai sta accadendo questo disservizio? Considerando che alla Camassambiente non è stato perdonato nulla, perché con Ambiente 2.0 non si sta mantenendo lo stesso criterio? Sarebbe stato più corretto non ripercorrere gli stessi errori del recente passato, facendo in modo che Ambiente 2.0 partisse col piede giusto, portandosi prima con propri agenti sul territorio, per far tesoro delle difficoltà incontrate da Camassambiente.
Finalmente il 22 marzo è uscita la prima nota disciplinare da parte dell'amministrazione che invita la cittadinanza a differenziare, con riferimento alle multe da infliggere ai trasgressori, ed un piano esecutivo per la riapertura dell'isola di Salsello ed il ripristino della Green card.
Ed intanto, a tre mesi dalla partenza del "porta a porta", siamo messi peggio di prima: la mancanza di controlli, la strumentalizzazione di video amatoriali sui social che tendono a spaventare i cittadini, con ratti che girovagano nei condomini, la mancanza di una comunicazione circa il programma esecutivo della raccolta in merito alla tempistica verso la tariffazione puntuale, confusione nel comunicare calendari di raccolta, tre tipologie di raccolta diverse nell'ambito dello stesso nucleo urbano, confondono i cittadini spingendoli verso una disaffezione nell'adempiere al proprio dovere. Tutti pretesti per indurre il cittadino a confondere il proprio dovere nel perseverare nel differenziare, con una sorta di protesta che lo porta ad infilare tutto in un sacchetto, riporlo in macchina e con fare sprezzante, abbandonare lo stesso dove capita. Alcuni, proprio per sentirsi apposto con la coscienza, adducono ad un motivo di varia natura il recarsi a Trani per donare tale rifiuto alla collettività tranese. Un capoluogo di provincia cosparso di rifiuti a nord dai barlettani ed a sud dai biscegliesi, proprio in concomitanza della partenza del sistema di raccolta porta a porta nelle rispettive città.
Citando Paolo Caiazzo viene spontaneo ammettere che "A' Capa mia nunn'è bbona perché io nu riesc a capì" a chi giova questo andazzo. Sembrerebbe un piano strategico questo non solo nel creare il problema, ma anche nel portarlo alla esasperazione, così che poi emerga qualche personaggio che miracolosamente lo risolva. Il tutto in piena campagna elettorale per le amministrative del 2018. Si rabbrividisce al sol pensiero che possa questo essere un piano esecutivo studiato a tavolino.
Ma quando noi cittadini cresceremo? Quando diventiamo l'anello forte della catena poc'anzi descritta? Possiamo arrenderci ai loschi giochi del malaffare istituzionalizzato dei colletti bianchi? Non lasciamoci deprimere, abbattere dall'idea, perché abbiamo tutti i mezzi necessari ad emergere. Con orgoglio sentiamoci indignati ed offesi quando ci ripetono che noi del Sud siamo diversi da realtà nordiche. Sovvertiamo le sorti di questa città, vestiamoci di orgoglio e pretendiamo che tutti facciano il proprio dovere.
Quando le istituzioni preposte latitano, sono i cittadini a dover diventare Istituzione. Facciamoci tutti gioiosi "facilitatori" nella divulgazione della metodologia di raccolta differenziata, a partire dal nostro vicino di casa. E non facciamoci fregare dalle offerte che presto fioccheranno, di riempimento di liste civiche condominiali. Così facendo, la pagnotta sarà spartita tra i soliti soggetti e a tutti gli altri, rimarranno solo le ennesime, solite promesse».