Economia e lavoro
Riforma del fisco, i commercialisti: «Giusto l'approccio di Draghi, ora semplificazione»
Soldani, presidente dell'Odcec di Trani, esprime apprezzamento per le linee guida del nuovo Governo
Italia - domenica 21 febbraio 2021
Le parole pronunciate in Senato dal primo ministro Mario Draghi nel corso dell'esposizione delle linee programmatiche del suo Governo sono state apprezzate dai commercialisti italiani, specie nei passaggi inerenti la necessità di un intervento complessivo di riforma dell'intero sistema fiscale.
«La parte dell'intervento dedicata alla riforma del fisco è giusta e condivisibile» ha commentato il presidente nazionale dell'Ordine dei commercialisti Massimo Miani. «Condividiamo il metodo che il presidente Draghi ha individuato per mettere mano all'intervento riformatore, da affidare ad una Commissione di esperti in materia fiscale col compito di ridisegnare il nostro sistema tributario, dopo aver sentito la politica e le parti sociali, come fatto in occasione della Riforma degli anni Settanta. Apprezziamo anche l'approccio di carattere più complessivo e sistematico – che richiede tempo e competenza – per superare gli interventi parziali dettati dall'urgenza del momento che hanno caratterizzato la legislazione fiscale degli ultimi anni. Ci auguriamo possa essere l'avvio di una stagione nuova, che coinvolga, come chiediamo da tempo, le parti interessate alla riforma, e noi commercialisti in primis, già nella fase inziale della sua elaborazione, chiamando i nostri rappresentanti nella Commissione di esperti. Siamo pronti a fornire il nostro contributo di idee».
Il biscegliese Antonello Soldani, presidente dell'Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Trani, ha evidenziato: «I territori non possono essere esclusi o marginalizzati. Attendiamo da anni riforme che snelliscano e semplifichino il sistema fiscale e rendano più agevole anche il nostro compito che diventa ogni giorno più complesso, al limite della insostenibilità. Abbiamo dimostrato in questi anni di poter fungere da interlocutore affidabile per il fisco italiano e per le imprese, aiutandole ad orientarsi nella giungla di leggi e provvedimenti fiscali. Ora è arrivato il tempo della semplificazione. Non possiamo permetterci di perdere neanche un minuto».
Miani ha rimarcato come «l'attuale impianto del nostro sistema fiscale risale a cinquant'anni fa. In questi decenni abbiamo assistito ad una proliferazione di modifiche e integrazioni normative che lo hanno reso inevitabilmente caotico per gli operatori come per i cittadini. Serve semplificare e serve una riforma organica e di lungo periodo.
In questi mesi i commercialisti hanno predisposto una propria proposta di riforma dell'Irpef elaborata da una commissione di esperti i cui lavori sono stati coordinati dal professor Carlo Cottarelli. Noi crediamo che l'attuale sistema progressivo per scaglioni di reddito ponga diverse criticità, tra cui quella del salto di ben 11 punti percentuali dell'aliquota marginale tra il secondo e il terzo scaglione, al superamento dei 28 mila euro.
Proponiamo il frazionamento in due dell'attuale terzo scaglione: il primo, da 28 mila euro a 40 mila euro, con un'aliquota marginale del 32 per cento; il secondo, da 40 mila euro a 55 mila euro, con un'aliquota marginale del 38 per cento. Un sistema che ridarebbe fiato alla classe media che attualmente è quella che, in proporzione, è più penalizzata e che andrebbe nella direzione, auspicata da Draghi, della graduale riduzione del carico fiscale».
Fra i punti cardine della proposta dei commercialisti anche «la sostituzione dell'Irap con un'addizionale alle imposte sui redditi a carico degli stessi soggetti passivi del tributo regionale e l'equiparazione della pressione fiscale tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti, con l'obiettivo di giungere ad un sistema più semplice ed equo che, a parità di reddito, dia parità di pressione fiscale. Adesso il sistema di deduzioni e detrazioni differenziate a seconda della categoria di reddito prodotta crea invece squilibri aggravati dalle solite complicazioni burocratiche e procedurali. Non meno importante è il pacchetto di proposte che il Consiglio nazionale ha predisposto per la semplificazione degli adempimenti e la razionalizzazione normativa» ha concluso Miani.
«La parte dell'intervento dedicata alla riforma del fisco è giusta e condivisibile» ha commentato il presidente nazionale dell'Ordine dei commercialisti Massimo Miani. «Condividiamo il metodo che il presidente Draghi ha individuato per mettere mano all'intervento riformatore, da affidare ad una Commissione di esperti in materia fiscale col compito di ridisegnare il nostro sistema tributario, dopo aver sentito la politica e le parti sociali, come fatto in occasione della Riforma degli anni Settanta. Apprezziamo anche l'approccio di carattere più complessivo e sistematico – che richiede tempo e competenza – per superare gli interventi parziali dettati dall'urgenza del momento che hanno caratterizzato la legislazione fiscale degli ultimi anni. Ci auguriamo possa essere l'avvio di una stagione nuova, che coinvolga, come chiediamo da tempo, le parti interessate alla riforma, e noi commercialisti in primis, già nella fase inziale della sua elaborazione, chiamando i nostri rappresentanti nella Commissione di esperti. Siamo pronti a fornire il nostro contributo di idee».
Il biscegliese Antonello Soldani, presidente dell'Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Trani, ha evidenziato: «I territori non possono essere esclusi o marginalizzati. Attendiamo da anni riforme che snelliscano e semplifichino il sistema fiscale e rendano più agevole anche il nostro compito che diventa ogni giorno più complesso, al limite della insostenibilità. Abbiamo dimostrato in questi anni di poter fungere da interlocutore affidabile per il fisco italiano e per le imprese, aiutandole ad orientarsi nella giungla di leggi e provvedimenti fiscali. Ora è arrivato il tempo della semplificazione. Non possiamo permetterci di perdere neanche un minuto».
Miani ha rimarcato come «l'attuale impianto del nostro sistema fiscale risale a cinquant'anni fa. In questi decenni abbiamo assistito ad una proliferazione di modifiche e integrazioni normative che lo hanno reso inevitabilmente caotico per gli operatori come per i cittadini. Serve semplificare e serve una riforma organica e di lungo periodo.
In questi mesi i commercialisti hanno predisposto una propria proposta di riforma dell'Irpef elaborata da una commissione di esperti i cui lavori sono stati coordinati dal professor Carlo Cottarelli. Noi crediamo che l'attuale sistema progressivo per scaglioni di reddito ponga diverse criticità, tra cui quella del salto di ben 11 punti percentuali dell'aliquota marginale tra il secondo e il terzo scaglione, al superamento dei 28 mila euro.
Proponiamo il frazionamento in due dell'attuale terzo scaglione: il primo, da 28 mila euro a 40 mila euro, con un'aliquota marginale del 32 per cento; il secondo, da 40 mila euro a 55 mila euro, con un'aliquota marginale del 38 per cento. Un sistema che ridarebbe fiato alla classe media che attualmente è quella che, in proporzione, è più penalizzata e che andrebbe nella direzione, auspicata da Draghi, della graduale riduzione del carico fiscale».
Fra i punti cardine della proposta dei commercialisti anche «la sostituzione dell'Irap con un'addizionale alle imposte sui redditi a carico degli stessi soggetti passivi del tributo regionale e l'equiparazione della pressione fiscale tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti, con l'obiettivo di giungere ad un sistema più semplice ed equo che, a parità di reddito, dia parità di pressione fiscale. Adesso il sistema di deduzioni e detrazioni differenziate a seconda della categoria di reddito prodotta crea invece squilibri aggravati dalle solite complicazioni burocratiche e procedurali. Non meno importante è il pacchetto di proposte che il Consiglio nazionale ha predisposto per la semplificazione degli adempimenti e la razionalizzazione normativa» ha concluso Miani.