Politica
Romano Prodi: «La guerra finirà soltanto con un accordo tra Usa e Cina»
L'ex presidente della Commissione Europea alla Vecchie Segherie Mastrototaro. «La democrazia è in arretramento nel mondo. La gente deve tornare a sentirsi partecipe»
Bisceglie - martedì 3 maggio 2022
11.00
Molti nostalgici dei tempi de "L'Ulivo" e del centrosinistra che fu, qualche incallito anti-berlusconiano, diversi europeisti del territorio. La platea dei presenti all'incontro con Romano Prodi alle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie, lunedì sera, ha rappresentato uno spaccato del Paese e più in dettaglio di quella parte che vide nella figura dell'economista un riferimento politico nazionale ed internazionale. L'ora abbondante di conversazione con il giornalista Domenico Castellaneta, a chiusura di una giornata piuttosto impegnativa (passaggi a Bari e quindi a Ruvo di Puglia), è scivolata gradevolmente tra i racconti di un vissuto importante e l'analisi dell'attuale quadro geopolitico. Prodi, accompagnato dalla moglie Flavia Franzoni, è stato accolto a Bisceglie dall'imprendtore Mauro Mastrototaro e introdotto dall'ex ministro Francesco Boccia, che ha ricordato la collaborazione ai tempi del secondo Governo guidato dal professore (2006-2008).
«La guerra nel cuore dell'Europa finirà soltanto se e quando Stati Uniti e Cina si metteranno d'accordo» ha tagliato corto l'ex presidente della Commissione Europea, dopo aver parlato per diversi minuti del suo rapporto personale con il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, senza mai nominare il capo di Stato ucraino. «La democrazia è in arretramento nel mondo» ha rilevato amaramente Prodi, individuando nella Francia una possibile protagonista del traino dell'Ue sullo scenario mondiale: «Ha l'esercito più forte d'Europa, ha diritto di veto nel Consiglio di sicurezza dell'ONU, è una potenza nucleare» è quanto osservato dall'ex premier italiano, che non ha nascosto di avvertire una sensazione di "vuoto" in termini di leadership continentale.
L'arretramento dei meccanismi democratici è un cruccio per il Bel Paese. La formula per uscire dal guado, secondo Prodi, è l'ascolto: «Se uno mettesse in fila i 20 problemi veri della gente, poi cominciasse un dialogo con 20-30 persone che a loro volta andrebbero a coinvolgerne altre, attraverso i mezzi di comunicazione di cui si dispone in questa fase, allora sono convinto che quella forza politica, nel giro di 20 settimane, acquisirebbe un consenso tale da poter vincere le elezioni. La gente vuole e deve sentirsi partecipe». Su un suo possibile ritorno nell'agone: «Ho 82 anni... Fare politica, in ogni caso, è anche potersi confrontare e discutere in pubblico».
«La guerra nel cuore dell'Europa finirà soltanto se e quando Stati Uniti e Cina si metteranno d'accordo» ha tagliato corto l'ex presidente della Commissione Europea, dopo aver parlato per diversi minuti del suo rapporto personale con il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, senza mai nominare il capo di Stato ucraino. «La democrazia è in arretramento nel mondo» ha rilevato amaramente Prodi, individuando nella Francia una possibile protagonista del traino dell'Ue sullo scenario mondiale: «Ha l'esercito più forte d'Europa, ha diritto di veto nel Consiglio di sicurezza dell'ONU, è una potenza nucleare» è quanto osservato dall'ex premier italiano, che non ha nascosto di avvertire una sensazione di "vuoto" in termini di leadership continentale.
L'arretramento dei meccanismi democratici è un cruccio per il Bel Paese. La formula per uscire dal guado, secondo Prodi, è l'ascolto: «Se uno mettesse in fila i 20 problemi veri della gente, poi cominciasse un dialogo con 20-30 persone che a loro volta andrebbero a coinvolgerne altre, attraverso i mezzi di comunicazione di cui si dispone in questa fase, allora sono convinto che quella forza politica, nel giro di 20 settimane, acquisirebbe un consenso tale da poter vincere le elezioni. La gente vuole e deve sentirsi partecipe». Su un suo possibile ritorno nell'agone: «Ho 82 anni... Fare politica, in ogni caso, è anche potersi confrontare e discutere in pubblico».