Economia e lavoro
Scadenze fiscali, Soldani: «Proroga al 10 dicembre inutile e dannosa»
Il presidente dell'Odcec di Trani ritiene insoddisfacente lo slittamento di pochi giorni stabilito dal Governo
Bisceglie - mercoledì 2 dicembre 2020
0.14
Nessun progresso, anzi. I commercialisti biscegliesi, del territorio e italiani sono sempre più esasperati dall'atteggiamento delle istituzioni rispetto alla gestione delle scadenze fiscali in questa fase emergenziale. Un problema che rischia di trascinarsi in lunghissimi contenziosi con l'amministrazione centrale mentre al contrario sarebbe sufficiente un pizzico di lungimiranza e di visione strategica per venire incontro alle esigenze di una categoria professionale che da sempre è cerniera di congiunzione tra cittadini, imprese e lo Stato.
Il Governo ha prorogato alcune scadenze dal 30 novembre al 10 dicembre. «Una risposta assolutamente non soddisfacente» l'ha definita il biscegliese Antonello Soldani, presidente dell'Odcec di Trani. «Il rinvio di appena dieci giorni è del tutto inutile in un momento come quello che stiamo vivendo. Anzi, finisce per complicare ulteriormente la situazione: le difficoltà degli studi dei commercialisti alle prese con gli stop previsti dalle quarantene fiduciarie e obbligatorie, infatti, si tradurranno inevitabilmente in contenziosi formali con il fisco italiano. Contenziosi che da una parte aumenteranno il carico già insostenibile dei tribunali tributari e d'allaltra rallenteranno la capacità del Fisco di incassare le somme dovute. Eppure i commercialisti chiedono solo un po' di tempo in più» ha spiegato.
«Basterebbe arrivare ai primi giorni del nuovo anno in modo che con più tempo a disposizione e una minor pressione della pandemia, tutto possa essere risolto con soddisfazione di tutti gli attori in campo: fisco, cittadini, imprese e studi dei commercialisti. Concordo in pieno con il nostro presidente nazionale, Massimo Miani, che ha ricordato che "la proroga del termine di presentazione delle dichiarazioni non impatta sui saldi finanziari, ma al massimo sul desiderio dell'Agenzia delle Entrate di ricevere i relativi dati"» ha messo in evidenza.
«Chiediamo al Governo di decidere solo dopo aver riflettuto su quale delle due legittime aspirazioni sia totalmente fuori dalla realtà. Quella di chi, alla luce della seconda ondata di pandemia in corso, con moltissimi operatori in grave difficoltà nella gestione degli invii telematici, chiede un rinvio al 2021; oppure quella di chi, nonostante tutto, chiede l'invio come se si fosse in condizioni di normale operatività. Siamo fiduciosi che una soluzione si possa trovare per il bene di tutti. Ma bisogna fare presto» ha concluso Soldani.
Il Governo ha prorogato alcune scadenze dal 30 novembre al 10 dicembre. «Una risposta assolutamente non soddisfacente» l'ha definita il biscegliese Antonello Soldani, presidente dell'Odcec di Trani. «Il rinvio di appena dieci giorni è del tutto inutile in un momento come quello che stiamo vivendo. Anzi, finisce per complicare ulteriormente la situazione: le difficoltà degli studi dei commercialisti alle prese con gli stop previsti dalle quarantene fiduciarie e obbligatorie, infatti, si tradurranno inevitabilmente in contenziosi formali con il fisco italiano. Contenziosi che da una parte aumenteranno il carico già insostenibile dei tribunali tributari e d'allaltra rallenteranno la capacità del Fisco di incassare le somme dovute. Eppure i commercialisti chiedono solo un po' di tempo in più» ha spiegato.
«Basterebbe arrivare ai primi giorni del nuovo anno in modo che con più tempo a disposizione e una minor pressione della pandemia, tutto possa essere risolto con soddisfazione di tutti gli attori in campo: fisco, cittadini, imprese e studi dei commercialisti. Concordo in pieno con il nostro presidente nazionale, Massimo Miani, che ha ricordato che "la proroga del termine di presentazione delle dichiarazioni non impatta sui saldi finanziari, ma al massimo sul desiderio dell'Agenzia delle Entrate di ricevere i relativi dati"» ha messo in evidenza.
«Chiediamo al Governo di decidere solo dopo aver riflettuto su quale delle due legittime aspirazioni sia totalmente fuori dalla realtà. Quella di chi, alla luce della seconda ondata di pandemia in corso, con moltissimi operatori in grave difficoltà nella gestione degli invii telematici, chiede un rinvio al 2021; oppure quella di chi, nonostante tutto, chiede l'invio come se si fosse in condizioni di normale operatività. Siamo fiduciosi che una soluzione si possa trovare per il bene di tutti. Ma bisogna fare presto» ha concluso Soldani.