Cronaca
Scambio di persona, riconosciuta l'innocenza di un 45enne biscegliese
L'uomo è stato assolto in Corte d'Appello
Bisceglie - mercoledì 9 ottobre 2019
8.23
La vicenda nella quale è coinvolto, suo malgrado, il biscegliese Giuseppe Monterone (per gli amici Beppe), ha quasi dell'incredibile: estraneo a illeciti commessi da altri, è stato addirittura condannato in primo grado a causa di uno scambio di persona, dimostrato in modo evidente nel dibattimento in Appello.
Monterone, 45 anni, è un operaio addetto al servizio di scarico dei bagagli dell'aeroporto di Bari-Palese. Il suo nome, nel 2013, fu incluso tra gli indagati dell'inchiesta che portò, fra l'altro a 85 arresti su tutto il territorio nazionali, con l'accusa di furti all'interno delle stive degli aerei.
La supposta partecipazione a questi atti gli è costata una condanna a un anno e due mesi di reclusione, contro la quale il biscegliese ha presentato appello. I giudici di secondo grado gli hanno dato piena ragione.
I legali di Monterone, gli avvocati Francesco Paolo Sisto e Roberto Eustachio Sisto, hanno analizzato un video, risalente al 2012, inserito negli atti del fascicolo d'inchiesta. Il filmato riprende due persone intente a caricare bagagli nella stiva di un aereo, quindi uno dei due, dopo aver aperto alcune valigie, è chiaramente visto impossessarsi di un cellulare.
Il biscegliese, in primo grado, era stato ritenuto il secondo uomo, "palo" dell'operazione e quindi complice dell'autore del furto che ha patteggiato la pena. Peccato che quella persona non fosse Monterone, che lo stesso video lo mostrasse in un'altra zona dell'aereo e che le immagini non documentassero alcun furto commesso. Inevitabile, per i magistrati della Corte d'Appello, l'immediato proscioglimento del biscegliese. Il "palo", semmai, potrebbe essere stato l'individuo che, al contrario, era stato prosciolto in primo grado.
Monterone, 45 anni, è un operaio addetto al servizio di scarico dei bagagli dell'aeroporto di Bari-Palese. Il suo nome, nel 2013, fu incluso tra gli indagati dell'inchiesta che portò, fra l'altro a 85 arresti su tutto il territorio nazionali, con l'accusa di furti all'interno delle stive degli aerei.
La supposta partecipazione a questi atti gli è costata una condanna a un anno e due mesi di reclusione, contro la quale il biscegliese ha presentato appello. I giudici di secondo grado gli hanno dato piena ragione.
I legali di Monterone, gli avvocati Francesco Paolo Sisto e Roberto Eustachio Sisto, hanno analizzato un video, risalente al 2012, inserito negli atti del fascicolo d'inchiesta. Il filmato riprende due persone intente a caricare bagagli nella stiva di un aereo, quindi uno dei due, dopo aver aperto alcune valigie, è chiaramente visto impossessarsi di un cellulare.
Il biscegliese, in primo grado, era stato ritenuto il secondo uomo, "palo" dell'operazione e quindi complice dell'autore del furto che ha patteggiato la pena. Peccato che quella persona non fosse Monterone, che lo stesso video lo mostrasse in un'altra zona dell'aereo e che le immagini non documentassero alcun furto commesso. Inevitabile, per i magistrati della Corte d'Appello, l'immediato proscioglimento del biscegliese. Il "palo", semmai, potrebbe essere stato l'individuo che, al contrario, era stato prosciolto in primo grado.