Scena 84, se la Memoria passa dalla danza e dai Pink Floyd

Per la prima volta la Giornata della Memoria, al teatro don Luigi Sturzo, non è stata commemorata com un omaggio esplicito.
In scena, il 28 gennaio, il regista Tonio Logoluso ha portato invece un progetto di ricerca artistica molto particolare.
Tutto al femminile, Echoes da corpo alle parole dei Pink Floyd attraverso la danza contemporanea.
Logoluso ha così colto l'occasione per fare tutto in uno: trasmettere la sua risaputa passione per la musica rock e progressiva avvalendosi di un linguaggio altro, commemorare la Shoah per antitesi, con la bellezza dei corpi al femminile in movimento, aggiungere un tassello al progetto Atlantide della stagione teatrale 2017/2018 con uno spettacolo sul filo del mistero, far conoscere alla Puglia, che mai prima le aveva accolte, le coreografie di Giuliana Maglia e della sua originale compagnia romana.

Articolato in tre scene indipendenti, ciascuna dedicata ad un caposaldo del quartetto londinese, "Pinkfloyd suites" è un susseguirsi di suggestioni forti: con Shine on you crazy diamond e Dogs, Maglia affronta il tema della leggerezza e della pesantezza. La leggerezza e la pesantezza di una sposa, di una donna che fa la spesa, di un'amante, di una diva, di un'anziana e di una folle nel primo quadro; la leggerezza e la pesantezza di un branco in cui ogni cane è convinto di tenere al guinzaglio tutti gli altri, ma poi si accorge di avere un collare di cui non si può sbarazzare. Echoes è un tuffo nel tempo senza tempo dei ricordi che riaffiorano sbiaditi sgradevoli e gradevoli senza avvisare né chiedere permesso. La doppia faccia della vita, quella che la rende ambigua ma nel contrasto straordinaria, emerge in ogni passo di danza. Lo yin e lo yang sono in fondo principi cosmici che si ritrovano ovunque. Si completano reciprocamente e si trasformano l'uno nell'altro, per dare origine alla vita.