Politica
Scontro tra governo e regioni sulle riaperture, Boccia: «Pronto a impugnare atti incoerenti coi decreti»
Il biscegliese, ministro per gli affari regionali, non chiude la strada a scelte differenziate sui diversi territori. Ma c'è chi fa già di testa sua
Italia - giovedì 30 aprile 2020
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Un conflitto sulle competenze che rischia di trasformarsi, malgrado i numerosi tentativi di conciliazione, in uno scontro istituzionale a tutti gli effetti. Governo e Regioni non riescono ancora a definire linee guida condivise sulla "Fase 2".
Il braccio di ferro è appena cominciato.
La possibilità di «scelte differenziate»
«In base al monitoraggio che terremo nelle prossime settimane potrebbero essere compiute scelte differenziate a partire dal 18 maggio» è la battuta con cui il biscegliese Francesco Boccia, ministro per gli affari regionali e le autonomie, ha aperto all'eventualità della rimozione di alcuni paletti, in casi specifici e su determinati settori del territorio italiano, posti coi vari decreti del presidente del consiglio.Pressing delle Regioni su Mattarella
I presidenti di regione del centrodestra (ma non solo, a quanto pare) non sono sembrati troppo entusiasti e avrebbero manifestato la necessità di ulteriori maggiori competenze. «È essenziale che si ritorni progressivamente a un più pieno rispetto dell'assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, sempre in applicazione dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione. È necessario giungere a una "normalizzazione dell'emergenza", che consenta un ritorno agli equilibri democratici previsti dalla Costituzione» hanno scritto al presidente della repubblica Sergio Mattarella.La protesta del centrodestra dentro e fuori dalle aule parlamentari
E il clima si è surriscaldato anche al di fuori della videoconferenza Stato-Regioni, al punto che deputati e senatori leghisti, compreso Matteo Salvini (a Palazzo Madama, naturalmente) hanno occupato le aule parlamentari a oltranza per protesta annunciando l'intenzione di trascorrere lì la notte tra mercoledì 29 e giovedì 30 aprile. Non dissimile, nella sostanza, il flash mob di martedì 28 dei parlamentari di Fratelli d'Italia davanti a Palazzo Chigi, cui ha partecipato anche il deputato biscegliese Davide Galantino.Boccia: «La priorità è la salute»
«La salute era, è e sarà sempre la priorità del Governo; insieme alle Regioni e ai Comuni si sta lavorando insieme per decidere i tempi e le modalità di riapertura nella massima sicurezza. Mai nessuna scelta dovrà mettere a rischio la salute dei cittadini» aveva ribadito Boccia mercoledì mattina. «Non si può riaprire senza che le Regioni, con l'aiuto dello Stato, siano in grado di assicurare la tenuta della rete sanitaria, anche attraverso Covid hospital, una prevenzione territoriale capillare e rigorosa, la messa in sicurezza delle Rsa, i centri per la quarantena per i positivi asintomatici o si rischia un ritorno del contagio».Il ministro biscegliese: «Pronto a ricorrere a Tar o Consulta in caso di ordinanze non coerenti coi Dpcm»
Toni più forti, quelli utilizzati dal ministro dem biscegliese nel confronto coi presidenti delle Regioni: «Propongo un metodo: ordinanze regionali coerenti coi decreti. In caso contrario, invierò una diffida, una lettera con la scheda indicando le parti incoerenti e la richiesta di rimuoverle (solo nell'ipotesi di allentamento delle misure). Se ciò non dovesse avvenire sarò costretto a ricorrere all'impugnativa al Tar o alla Consulta».La sfida di Santrelli: «Ok ai tavoli all'aperto per bar, pizzerie e ristoranti in Calabria»
Una sfida all'esecutivo l'ha lanciata senza mezzi termini Jole Santelli, presidente dalla Calabria, ed è piuttosto significativo che l'iniziativa sia stata assunta da un'esponente di Forza Italia, sulla carta il partito più "morbido" dell'opposizione: «È consentita la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all'aperto» è il passaggio della sua ultima ordinanza più stridente e in contrasto rispetto ai decreti del premier Giuseppe Conte.Il braccio di ferro è appena cominciato.