Cronaca
Sette persone ai domiciliari per l'aggressione al 16enne tranese
Gli indagati sono accusati di minacce e lesioni aggravate in concorso con altri sette minorenni
Bisceglie - lunedì 29 giugno 2020
12.06
I Carabinieri della Tenenza di Bisceglie, in esecuzione di un'ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, hanno fermato sette giovani biscegliesi, ritenuti responsabili del brutale pestaggio ai danni di un sedicenne tranese, avvenuto a Bisceglie la sera del 2 giugno 2020, nella centralissima piazza Vittorio Emanuele II (link all'articolo).
Sono stati quindi posti agli arresti domiciliari: D. P. A. (classe 1987), R. M. (classe 1999), B. N. (classe 1999), D. P. F. (classe 2001), T. M. (classe 2001), G. B. (classe 2001) e M. S. (classe 2001).
Le risultanze delle serrate indagini, effettuate dalla Tenenza dei Carabinieri di Bisceglie sono state integralmente condivise dalla Procura della Repubblica di Trani, e poi dal Giudice per le indagini preliminari. Gli indagati sono tutti accusati, in concorso con altri sette minorenni, di minacce gravi e lesioni pluriaggravate.
La feroce e immotivata aggressione sarebbe avvenuta per futili motivi intorno alle ore 22:00. Secondo quanto ricostruito, in quattordici avrebbero selvaggiamente picchiato il sedicenne tranese, lasciandolo ferito ed esanime. Gli altri tre amici minorenni dell'aggredito nulla avrebbero potuto per difenderlo dalla violenza del "branco".
La giovane vittima sarebbe stata colpita con calci (anche in testa) e pugni, persino con l'uso di noccoliere metalliche, e l'inumana violenza non sarebbe cessata nemmeno quando il malcapitato era a terra, ormai privo di sensi. Gli aggressori sono poi scappati in ordine sparso per le vie del centro, non appena udivano le sirene delle forze dell'ordine immediatamente accorse, su segnalazione di un amico della vittima.
I militari operanti, grazie alle immagini di videosorveglianza (che però non hanno ripreso direttamente l'aggressione), e soprattutto attraverso le informazioni rese dagli amici del sedicenne aggredito e da lui stesso, sono giunti ad individuare con certezza gli indagati.
Nonostante l'aggressione sia avvenuta nella principale piazza cittadina, sempre molto frequentata, a parte i suoi tre amici, nessuno ha difeso il ragazzo e nessuno si è fatto avanti per collaborare alle indagini, condotte in prima persona dal Maggiore Francesco Nacca.
Sono stati quindi posti agli arresti domiciliari: D. P. A. (classe 1987), R. M. (classe 1999), B. N. (classe 1999), D. P. F. (classe 2001), T. M. (classe 2001), G. B. (classe 2001) e M. S. (classe 2001).
Le risultanze delle serrate indagini, effettuate dalla Tenenza dei Carabinieri di Bisceglie sono state integralmente condivise dalla Procura della Repubblica di Trani, e poi dal Giudice per le indagini preliminari. Gli indagati sono tutti accusati, in concorso con altri sette minorenni, di minacce gravi e lesioni pluriaggravate.
La feroce e immotivata aggressione sarebbe avvenuta per futili motivi intorno alle ore 22:00. Secondo quanto ricostruito, in quattordici avrebbero selvaggiamente picchiato il sedicenne tranese, lasciandolo ferito ed esanime. Gli altri tre amici minorenni dell'aggredito nulla avrebbero potuto per difenderlo dalla violenza del "branco".
La giovane vittima sarebbe stata colpita con calci (anche in testa) e pugni, persino con l'uso di noccoliere metalliche, e l'inumana violenza non sarebbe cessata nemmeno quando il malcapitato era a terra, ormai privo di sensi. Gli aggressori sono poi scappati in ordine sparso per le vie del centro, non appena udivano le sirene delle forze dell'ordine immediatamente accorse, su segnalazione di un amico della vittima.
I militari operanti, grazie alle immagini di videosorveglianza (che però non hanno ripreso direttamente l'aggressione), e soprattutto attraverso le informazioni rese dagli amici del sedicenne aggredito e da lui stesso, sono giunti ad individuare con certezza gli indagati.
Nonostante l'aggressione sia avvenuta nella principale piazza cittadina, sempre molto frequentata, a parte i suoi tre amici, nessuno ha difeso il ragazzo e nessuno si è fatto avanti per collaborare alle indagini, condotte in prima persona dal Maggiore Francesco Nacca.