Territorio
Sos nelle stalle, prezzo del foraggio schizzato: 27 euro a quintale
La siccità ha fatto crollare la produzione del mangime per gli animali di oltre il 40%
Bisceglie - giovedì 12 gennaio 2023
10.30
Il costo del foraggio è schizzato a 27 euro a quintale, quello della paglia a 16 euro al quintale. «È il doppio rispetto alla campagna 2021/2022, anche a causa degli effetti del conflitto in Ucraina, e la produzione, in Puglia, è crollata di oltre il 40% per la siccità che nel 2022 ha seccato campi e pascoli» hanno osservato da Coldiretti, rilevando un calo della produzione di latte pari al 4,45%.
L'aumento del costo dei mangimi è collegato al rialzo delle quotazioni delle principali materie prime quali soia, mais, cereali e foraggio anche a causa dell'attuale crisi Ucraina con gli allevatori che devono garantire scorte di cibo agli animali chiusi nelle stalle.
«In 3 anni - dal 2019 al 2022 - in Puglia hanno già chiuso 266 stalle, con l'emergenza economica che mette a rischio la stabilità della rete zootecnica, importante non solo per l'economia ma perché ha una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate» hanno sottolineato dall'organizzazione.
«Va garantita la stabilità del settore lattiero-caseario che ha un'importanza per l'economia regionale ma anche una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate» hanno aggiunto da Coldiretti.
In pericolo c'è in Puglia un patrimonio di formaggi unico al mondo, che vanta ben 4 formaggi dop, la burrata di Andria igp e 17 specialità riconosciute tradizionali dal ministero con le specialità provenienti dalla Puglia come il canestrato leccese, il caciocavallo podolico dauno, il caciocavallo della Murgia.
«La chiusura di un'azienda zootecnica significa anche che non riaprirà mai più, con la perdita degli animali e del loro patrimonio genetico custodito e valorizzato da generazioni di allevatori» hanno evidenziato da Coldiretti. «Per questo è necessario intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro. Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni».
L'aumento del costo dei mangimi è collegato al rialzo delle quotazioni delle principali materie prime quali soia, mais, cereali e foraggio anche a causa dell'attuale crisi Ucraina con gli allevatori che devono garantire scorte di cibo agli animali chiusi nelle stalle.
«In 3 anni - dal 2019 al 2022 - in Puglia hanno già chiuso 266 stalle, con l'emergenza economica che mette a rischio la stabilità della rete zootecnica, importante non solo per l'economia ma perché ha una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate» hanno sottolineato dall'organizzazione.
«Va garantita la stabilità del settore lattiero-caseario che ha un'importanza per l'economia regionale ma anche una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate» hanno aggiunto da Coldiretti.
In pericolo c'è in Puglia un patrimonio di formaggi unico al mondo, che vanta ben 4 formaggi dop, la burrata di Andria igp e 17 specialità riconosciute tradizionali dal ministero con le specialità provenienti dalla Puglia come il canestrato leccese, il caciocavallo podolico dauno, il caciocavallo della Murgia.
«La chiusura di un'azienda zootecnica significa anche che non riaprirà mai più, con la perdita degli animali e del loro patrimonio genetico custodito e valorizzato da generazioni di allevatori» hanno evidenziato da Coldiretti. «Per questo è necessario intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro. Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni».