Scuola
Stress da maturità, i consigli degli psicologi agli studenti
Il presidente Gesualdo: «Supportiamo i ragazzi affinché affrontino nel migliore dei modi questa tappa fondamentale»
Puglia - mercoledì 16 giugno 2021
12.40
È partita mercoledì 16 giugno la prova orale della maturità per i primi studenti, anche sul territorio pugliese. Vincenzo Gesualdo, presidente dell'ordine regionale degli psicologi, ha espresso il suo augurio a coloro che «si apprestano ad affrontare l'ultima tappa di un percorso di istruzione superiore vissuto in un anno che li ha esposti ulteriormente ad ansie, angosce e forme di adattamento».
Il tanto temuto e agognato esame ha sempre provocato stress tra i ragazzi: «Il secondo anno con un lockdown di mezzo ha amplificato alcune paure e ha aiutato ad affrontarne altre. La parola ansia è ormai entrata diffusamente nel vocabolario base dei giovanissimi. Spesso viene usata impropriamente ma gli esami di maturità sono un'esperienza in cui questo termine può trovare fondamento, poiché l'esperienza può essere fonte di uno stato emotivo da non celare, dato che è solo parlandone che si può esser in grado di prenderne coscienza e superare le paure» ha affermato.
«L'emergenza sanitaria ha costretto tutti noi a fare i conti con vissuti personali e paure più profonde. Pensare al lavoro già svolto può aiutare gli studenti a sentirsi più sereni nell'affrontare la prova più importante finora sostenuta. Sicuramente per ognuno di loro pensare alle proprie risorse e attingere dal proprio bagaglio personale sarò un punto di partenza positivo e incoraggiante».
Gli psicologi hanno ricordato quanto sia importante esternare i propri sentimenti: «Di qualunque stato d'animo si tratti, è bene esprimerlo a voce alta: a se stessi, ai genitori, agli amici più stretti. Questo aiuta ad avere più consapevolezza dei propri mezzi e limiti e spesso aiuta a superarli. Guardando dentro di sé e confidarsi, aiuta a osservarsi e l'accettazione di sé contribuisce ad accrescere la sicurezza in noi stessi e avere la capacità di fronteggiare anche situazioni di stress cui le prove ci espongono».
Il consiglio di Gesualdo anche a insegnanti, genitori e colleghi psicologi: «Aiutate i ragazzi. Dopo due anni in cui hanno perso il contatto con la loro routine e quasi azzerato la socialità, è bene aiutarli a scrollarsi di dosso timori e frustrazioni e a saper orientarsi fiduciosamente alla costruzione del proprio futuro. Forniamo loro le chiavi per sentirsi capaci di affrontare la vita da adulti» ha concluso.
Il tanto temuto e agognato esame ha sempre provocato stress tra i ragazzi: «Il secondo anno con un lockdown di mezzo ha amplificato alcune paure e ha aiutato ad affrontarne altre. La parola ansia è ormai entrata diffusamente nel vocabolario base dei giovanissimi. Spesso viene usata impropriamente ma gli esami di maturità sono un'esperienza in cui questo termine può trovare fondamento, poiché l'esperienza può essere fonte di uno stato emotivo da non celare, dato che è solo parlandone che si può esser in grado di prenderne coscienza e superare le paure» ha affermato.
«L'emergenza sanitaria ha costretto tutti noi a fare i conti con vissuti personali e paure più profonde. Pensare al lavoro già svolto può aiutare gli studenti a sentirsi più sereni nell'affrontare la prova più importante finora sostenuta. Sicuramente per ognuno di loro pensare alle proprie risorse e attingere dal proprio bagaglio personale sarò un punto di partenza positivo e incoraggiante».
Gli psicologi hanno ricordato quanto sia importante esternare i propri sentimenti: «Di qualunque stato d'animo si tratti, è bene esprimerlo a voce alta: a se stessi, ai genitori, agli amici più stretti. Questo aiuta ad avere più consapevolezza dei propri mezzi e limiti e spesso aiuta a superarli. Guardando dentro di sé e confidarsi, aiuta a osservarsi e l'accettazione di sé contribuisce ad accrescere la sicurezza in noi stessi e avere la capacità di fronteggiare anche situazioni di stress cui le prove ci espongono».
Il consiglio di Gesualdo anche a insegnanti, genitori e colleghi psicologi: «Aiutate i ragazzi. Dopo due anni in cui hanno perso il contatto con la loro routine e quasi azzerato la socialità, è bene aiutarli a scrollarsi di dosso timori e frustrazioni e a saper orientarsi fiduciosamente alla costruzione del proprio futuro. Forniamo loro le chiavi per sentirsi capaci di affrontare la vita da adulti» ha concluso.