Cultura
The Challenge of the Digital Economy, nuovo libro per Francesco Boccia
Il volume, sulle nuove sfide della politica al tempo del digitale, è scritto ad otto mani con Antonio Uricchio, rettore dell'Università di Bari, Raffaele Russo dell'Ocse, Michael Pagano della University of Illinois e Salvatore Biasco della Sapienza
Bisceglie - mercoledì 22 novembre 2017
Non solo web tax: le nuove sfide della politica al tempo del digitale.
Il sottotitolo è eloquente: se «La web tax va data per acquisita sul piano culturale» in Italia, ora tocca all'UE rivedere le norme «sulla non stabile organizzazione per far pagare alle multinazionali del web le imposte che oggi eludono nei paesi in cui fanno i profitti».
Questo il succo dell'ultimo libro di Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio, che nell'Auletta dei Gruppi Parlamentari insieme alla presidente della Camera, Laura Boldrini, e al presidente del Parlamento UE, Antonio Tajani ha presentato il suo ultimo libro: "The Challenge of the Digital Economy".
«L'Italia ha fatto da apripista - ha spiegato Boccia - e la web tax transitoria oggi in vigore ne è la riprova, ora la palla passa alla UE. Oggi, con la presentazione di The Challenge of the Digital Economy, e dopo cinque anni di lavoro parlamentare, vogliamo idealmente fare questo passaggio di consegne tra Parlamento italiano e Parlamento europeo, per andare oltre il vecchio concetto di stabile organizzazione».
«Sono d'accordo - ha detto Tajani - che bisogna tassare i giganti del web; è inaccettabile che grandi aziende paghino il 4%, e in più non creano posti di lavoro e addirittura fanno danno alla nostra economia. Per questo non può non esserci una armonizzazione fiscale» a livello europeo. «L'Italia deve essere protagonista, e questo deve essere un compito per tutti, senza distinguere centrodestra, centrosinistra o alto. L'Italia deve essere al centro dei grandi cambiamenti, compreso quello sul digitale, perché riguarda gli interessi nazionali».
«L'economia digitale - ha aggiunto Boccia - ha stravolto la concorrenza, il lavoro, la sicurezza, la privacy; la politica e le istituzioni nazionale e internazionali hanno il dovere di regolare la rivoluzione digitale, mettendo sullo stesso piano mondo online e mondo offline».
«La mancanza di regole - ha proseguito la presidente Boldrini - compromette il carattere libero e legalitario della Rete. Non c'è dubbio che la rivoluzione digitale offra grandi opportunità ma le regole servono ad evitare che si compromettano quei diritti e quei principi su cui sono costruite le nostre società e le nostre Costituzioni, altrimenti arriviamo al 'Far Web'».
"The Challenge of the Digital Economy", curato insieme a Robert Leonardi, edito da Palgrave Macmillan e distribuito sul mercato inglese e americano, è il frutto del lavoro comune con altri quattro autori nazionali e internazionali: Antonio Uricchio, rettore dell'Università di Bari, Raffaele Russo dell'Ocse, Michael Pagano della University of Illinois e Salvatore Biasco della Sapienza. Un contributo al dibattito globale in corso in Europa e nel mondo sulla più grande rivoluzione capitalistica che stiamo attraversando.
Il sottotitolo è eloquente: se «La web tax va data per acquisita sul piano culturale» in Italia, ora tocca all'UE rivedere le norme «sulla non stabile organizzazione per far pagare alle multinazionali del web le imposte che oggi eludono nei paesi in cui fanno i profitti».
Questo il succo dell'ultimo libro di Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio, che nell'Auletta dei Gruppi Parlamentari insieme alla presidente della Camera, Laura Boldrini, e al presidente del Parlamento UE, Antonio Tajani ha presentato il suo ultimo libro: "The Challenge of the Digital Economy".
«L'Italia ha fatto da apripista - ha spiegato Boccia - e la web tax transitoria oggi in vigore ne è la riprova, ora la palla passa alla UE. Oggi, con la presentazione di The Challenge of the Digital Economy, e dopo cinque anni di lavoro parlamentare, vogliamo idealmente fare questo passaggio di consegne tra Parlamento italiano e Parlamento europeo, per andare oltre il vecchio concetto di stabile organizzazione».
«Sono d'accordo - ha detto Tajani - che bisogna tassare i giganti del web; è inaccettabile che grandi aziende paghino il 4%, e in più non creano posti di lavoro e addirittura fanno danno alla nostra economia. Per questo non può non esserci una armonizzazione fiscale» a livello europeo. «L'Italia deve essere protagonista, e questo deve essere un compito per tutti, senza distinguere centrodestra, centrosinistra o alto. L'Italia deve essere al centro dei grandi cambiamenti, compreso quello sul digitale, perché riguarda gli interessi nazionali».
«L'economia digitale - ha aggiunto Boccia - ha stravolto la concorrenza, il lavoro, la sicurezza, la privacy; la politica e le istituzioni nazionale e internazionali hanno il dovere di regolare la rivoluzione digitale, mettendo sullo stesso piano mondo online e mondo offline».
«La mancanza di regole - ha proseguito la presidente Boldrini - compromette il carattere libero e legalitario della Rete. Non c'è dubbio che la rivoluzione digitale offra grandi opportunità ma le regole servono ad evitare che si compromettano quei diritti e quei principi su cui sono costruite le nostre società e le nostre Costituzioni, altrimenti arriviamo al 'Far Web'».
"The Challenge of the Digital Economy", curato insieme a Robert Leonardi, edito da Palgrave Macmillan e distribuito sul mercato inglese e americano, è il frutto del lavoro comune con altri quattro autori nazionali e internazionali: Antonio Uricchio, rettore dell'Università di Bari, Raffaele Russo dell'Ocse, Michael Pagano della University of Illinois e Salvatore Biasco della Sapienza. Un contributo al dibattito globale in corso in Europa e nel mondo sulla più grande rivoluzione capitalistica che stiamo attraversando.