Scuola
«Tutt'altro che un dittatore». Insegnanti difendono il dirigente del liceo
«Critiche ingiuste mossegli da certi genitori e solo da una parte del collegio docenti»
Bisceglie - mercoledì 16 settembre 2020
11.00
Alcuni insegnanti del liceo scientifico-linguistico-coreutico "Leonardo da Vinci" di Bisceglie hanno diffuso una lettera aperta in merito alla questione - emersa negli ultimi giorni - relativa all'organizzazione dell'attività didattica e degli spazi.
«Spesso accade nelle vicende umana che le virtù di alcuni vengano da altri ad arte trasformati in vizi.
Chi voglia comprendere davvero la visione della scuola, il progetto di formazione dei futuri cittadini che ha in mente il dirigente scolastico professor Cristoforo Modugno deve ripercorrere le righe pubblicate su BisceglieViva il 7 maggio 2020 (link all'articolo).
In quell'occasione, invitato ad esporre la sua opinione sulla scuola e sulla didattica a distanza, il dirigente affermava: "La scuola, infatti, non è solo un luogo fisico in cui i ragazzi si recano per trascorrere metà della loro giornata nel chiuso delle aule; la scuola è anche un luogo di incontro, di scambio di idee e opinioni, un luogo nel quale nascono sentimenti, passioni, interessi; un luogo di conoscenza e di partecipazione alla vita civile e politica del paese; in una parola, un luogo di vita o, meglio, una palestra vitae, mutuando il termine dagli antichi.
Soprattutto per i ragazzi delle secondarie di secondo grado, è a scuola che si va definendo il carattere, che si manifestano le inclinazioni e gli orientamenti professionali, che si comincia a delineare il personale percorso di vita, che si acquisiscono i principi e i valori del corretto vivere civile; è a scuola che si instaurano grandi amicizie che dureranno per tutta la vita; a scuola nascono i primi amori che, spesso, sfociano in rapporti solidi e duraturi.
Insomma, legato in modo imprescindibile al luogo fisico, è il clima che a scuola si crea che fa sì che essa diventi un posto nel quale si trasmette e si assorbe cultura, nel quale le potenzialità di ciascuno vengono potenziate e amplificate dall'essere parte di una comunità interculturale, inclusiva e solidale. Forse è una immagine un po' romantica della scuola ma, dopo 35 anni di lavoro, di esperienza, di impegno dedicati alla scuola, posso dire che essa rappresenta in grandi linee la realtà anche se i ragazzi, nel mentre vivono il loro percorso scolastico, forse non riescono a percepire appieno quanta importanza avrà il periodo trascorso sui banchi di scuola nella loro vita futura".
Rileggendo l'articolo, si comprende che chi parla non è il dirigente di un'azienda ma è il preside, un uomo che ha a cuore la formazione armonica, olistica ed equilibrata di studentesse e studenti oggi, donne e degli uomini di domani, per i quali l'aspetto relazionale, il saper vivere, collaborare e "costruire" con gli altri è competenza indispensabile.
I valori di inclusività, solidarietà, interculturalità, richiamati dal preside Modugno quel 7 maggio, fanno pensare a tutt'altro che a un metodo e a un pensiero da dittatore, epiteto ripetuto durante l'incontro online con i genitori e all'Epass. In quell'intervista il dirigente aveva sottolineato che i ragazzi avrebbero compreso solo a posteriori l'importanza del tempo trascorso a scuola: come accade spesso nei fatti umani solo la distanza temporale ci restituisce con chiarezza la percezione del valore delle esperienze!
Torniamo agli eventi degli ultimi giorni, quando, in occasione dell'incontro tenutosi all'Epass il dirigente scolastico è stato fatto oggetto di critiche ingiuste, mossegli da certi genitori e solo da una parte del collegio dei docenti, non di certo dall'intero organo collegiale. Quell'incontro che si è da subito configurato come il luogo non di certo del con-fronto ma dello s-contro, come "piazza" dove scatenare la protesta, appositamente allestita, con l'intento di "sacrificare" solo uno, solo lui! Eppure il preside Modugno, anche se non biscegliese, ha dedicato tutto se stesso alla riorganizzazione del liceo senza mai avere un grazie.
Se lo si guarda il nostro istituto non cade a pezzi come gli altri nei dintorni ma questo non è un caso, è il frutto del lavoro che il dirigente ha fatto da quando è arrivato al liceo. Ciononostante, non si è mai levato, mai, un plauso per l'illuminazione e la pitturazione interna ed esterna, non è stata mai espressa riconoscenza per il laboratorio di danza, i cui fondi erano stati mandati indietro dalla precedente dirigenza richiesti e utilizzati dalla nuova, del dirigente Modugno; nessuna meraviglia, niente congratulazioni per il nuovo laboratorio di fisica, di robotica, per l'ammodernamento e la riorganizzazione del laboratorio di informatica e di lingue, nessun encomio per il tempismo con cui ha dotato studenti e dirigenti, in un un solo weekend delle credenziali per far partire la didattica a distanza ma solo e sempre sguardi sospettosi e diffidenti. Se è per questo che lo hanno oltraggiato non servono le parole per difenderlo perché non ha bisogno della nostra difesa.
È notizia di lunedì pomeriggio che il comune di Bisceglie concederà delle aule nel plesso don Uva a Salnitro. Anche in questo il preside mostra la sua saggezza nel proporre i doppi turni perché tutti gli alunni del liceo che frequenteranno i locali messi a disposizione dall'Amministrazione Comunale si priveranno di tutti quelle dotazioni laboratoriali di cui il liceo oggi dispone. Cosa farà allora chi fin ad oggi, nonostante l'onestà, le competenze e l'abnegazione da lui mostrate, lo ha attaccato?».
«Spesso accade nelle vicende umana che le virtù di alcuni vengano da altri ad arte trasformati in vizi.
Chi voglia comprendere davvero la visione della scuola, il progetto di formazione dei futuri cittadini che ha in mente il dirigente scolastico professor Cristoforo Modugno deve ripercorrere le righe pubblicate su BisceglieViva il 7 maggio 2020 (link all'articolo).
In quell'occasione, invitato ad esporre la sua opinione sulla scuola e sulla didattica a distanza, il dirigente affermava: "La scuola, infatti, non è solo un luogo fisico in cui i ragazzi si recano per trascorrere metà della loro giornata nel chiuso delle aule; la scuola è anche un luogo di incontro, di scambio di idee e opinioni, un luogo nel quale nascono sentimenti, passioni, interessi; un luogo di conoscenza e di partecipazione alla vita civile e politica del paese; in una parola, un luogo di vita o, meglio, una palestra vitae, mutuando il termine dagli antichi.
Soprattutto per i ragazzi delle secondarie di secondo grado, è a scuola che si va definendo il carattere, che si manifestano le inclinazioni e gli orientamenti professionali, che si comincia a delineare il personale percorso di vita, che si acquisiscono i principi e i valori del corretto vivere civile; è a scuola che si instaurano grandi amicizie che dureranno per tutta la vita; a scuola nascono i primi amori che, spesso, sfociano in rapporti solidi e duraturi.
Insomma, legato in modo imprescindibile al luogo fisico, è il clima che a scuola si crea che fa sì che essa diventi un posto nel quale si trasmette e si assorbe cultura, nel quale le potenzialità di ciascuno vengono potenziate e amplificate dall'essere parte di una comunità interculturale, inclusiva e solidale. Forse è una immagine un po' romantica della scuola ma, dopo 35 anni di lavoro, di esperienza, di impegno dedicati alla scuola, posso dire che essa rappresenta in grandi linee la realtà anche se i ragazzi, nel mentre vivono il loro percorso scolastico, forse non riescono a percepire appieno quanta importanza avrà il periodo trascorso sui banchi di scuola nella loro vita futura".
Rileggendo l'articolo, si comprende che chi parla non è il dirigente di un'azienda ma è il preside, un uomo che ha a cuore la formazione armonica, olistica ed equilibrata di studentesse e studenti oggi, donne e degli uomini di domani, per i quali l'aspetto relazionale, il saper vivere, collaborare e "costruire" con gli altri è competenza indispensabile.
I valori di inclusività, solidarietà, interculturalità, richiamati dal preside Modugno quel 7 maggio, fanno pensare a tutt'altro che a un metodo e a un pensiero da dittatore, epiteto ripetuto durante l'incontro online con i genitori e all'Epass. In quell'intervista il dirigente aveva sottolineato che i ragazzi avrebbero compreso solo a posteriori l'importanza del tempo trascorso a scuola: come accade spesso nei fatti umani solo la distanza temporale ci restituisce con chiarezza la percezione del valore delle esperienze!
Torniamo agli eventi degli ultimi giorni, quando, in occasione dell'incontro tenutosi all'Epass il dirigente scolastico è stato fatto oggetto di critiche ingiuste, mossegli da certi genitori e solo da una parte del collegio dei docenti, non di certo dall'intero organo collegiale. Quell'incontro che si è da subito configurato come il luogo non di certo del con-fronto ma dello s-contro, come "piazza" dove scatenare la protesta, appositamente allestita, con l'intento di "sacrificare" solo uno, solo lui! Eppure il preside Modugno, anche se non biscegliese, ha dedicato tutto se stesso alla riorganizzazione del liceo senza mai avere un grazie.
Se lo si guarda il nostro istituto non cade a pezzi come gli altri nei dintorni ma questo non è un caso, è il frutto del lavoro che il dirigente ha fatto da quando è arrivato al liceo. Ciononostante, non si è mai levato, mai, un plauso per l'illuminazione e la pitturazione interna ed esterna, non è stata mai espressa riconoscenza per il laboratorio di danza, i cui fondi erano stati mandati indietro dalla precedente dirigenza richiesti e utilizzati dalla nuova, del dirigente Modugno; nessuna meraviglia, niente congratulazioni per il nuovo laboratorio di fisica, di robotica, per l'ammodernamento e la riorganizzazione del laboratorio di informatica e di lingue, nessun encomio per il tempismo con cui ha dotato studenti e dirigenti, in un un solo weekend delle credenziali per far partire la didattica a distanza ma solo e sempre sguardi sospettosi e diffidenti. Se è per questo che lo hanno oltraggiato non servono le parole per difenderlo perché non ha bisogno della nostra difesa.
È notizia di lunedì pomeriggio che il comune di Bisceglie concederà delle aule nel plesso don Uva a Salnitro. Anche in questo il preside mostra la sua saggezza nel proporre i doppi turni perché tutti gli alunni del liceo che frequenteranno i locali messi a disposizione dall'Amministrazione Comunale si priveranno di tutti quelle dotazioni laboratoriali di cui il liceo oggi dispone. Cosa farà allora chi fin ad oggi, nonostante l'onestà, le competenze e l'abnegazione da lui mostrate, lo ha attaccato?».