Spettacoli
"Uccelli" di Aristofane nella trasposizione della Bottega degli apocrifi al Politeama
Nuovo appuntamento col teatro di comunità nel programma di Sistema Garibaldi
Bisceglie - giovedì 20 febbraio 2020
18.30
Attori e musicisti professionisti insieme a bambini, ragazzi, semplici cittadini. Il teatro di comunità, con la Bottega degli apocrifi, all'interno del programma di Sistema Garibaldi: tutto condensato venerdì 21 febbraio (sipario ore 21) nella rappresentazione di "Uccelli" di Aristofane sul palco del Politeama di Bisceglie.
Uno spettacolo decisamente differente rispetto a "Cantare Shakespeare" - altro lavoro firmato dagli "apocrifi" -, eppure legato alla ricerca ostinata del senso di comunità nell'impegno, in un periodo nel quale è difficilissimo già riuscire a ottenere la "semplice" partecipazione.
Onore al merito di Carlo Bruni, convinto sostenitore di un progetto ambizioso e fuori dagli schemi consolidati, audace perché potenzialmente contraddittorio: come altro definire l'intenzione di costruire un percorso del genere attraverso la messa in scena di una commedia del 414 avanti Cristo?
Il testo è stato rivisitato da Cosimo Severo (che cura anche la regìa) e Stefania Marrone. In scena Luigi Tagliente, Bakary Diaby, Giovanni Salvemini, Filomena Ferri, Mamadou Diakite, coi musicisti Fabio Trimigno e Celestino Telera e il coro dei partecipanti al laboratorio Uccelli.
La forza del teatro di Aristofane è dirompente, e non si spiegherebbe altrimenti perché, dopo 2434 anni dopo, si senta così attuale la storia di due uomini che denunciano la corruzione, si fanno improbabili "mentori" di due uccelli finendo per scoprire quanto il potere sia affascinante. E sul palco, è un momento, sembrerà di vivere nel tempo della "polis", in un viaggio trasognante dal quale gran parte del pubblico - ne siamo certi - preferirebbe non tornare più indietro.
Uno spettacolo decisamente differente rispetto a "Cantare Shakespeare" - altro lavoro firmato dagli "apocrifi" -, eppure legato alla ricerca ostinata del senso di comunità nell'impegno, in un periodo nel quale è difficilissimo già riuscire a ottenere la "semplice" partecipazione.
Onore al merito di Carlo Bruni, convinto sostenitore di un progetto ambizioso e fuori dagli schemi consolidati, audace perché potenzialmente contraddittorio: come altro definire l'intenzione di costruire un percorso del genere attraverso la messa in scena di una commedia del 414 avanti Cristo?
Il testo è stato rivisitato da Cosimo Severo (che cura anche la regìa) e Stefania Marrone. In scena Luigi Tagliente, Bakary Diaby, Giovanni Salvemini, Filomena Ferri, Mamadou Diakite, coi musicisti Fabio Trimigno e Celestino Telera e il coro dei partecipanti al laboratorio Uccelli.
La forza del teatro di Aristofane è dirompente, e non si spiegherebbe altrimenti perché, dopo 2434 anni dopo, si senta così attuale la storia di due uomini che denunciano la corruzione, si fanno improbabili "mentori" di due uccelli finendo per scoprire quanto il potere sia affascinante. E sul palco, è un momento, sembrerà di vivere nel tempo della "polis", in un viaggio trasognante dal quale gran parte del pubblico - ne siamo certi - preferirebbe non tornare più indietro.