Attualità
«Un cittadino su tre desidera la riapertura dei ristoranti in Puglia»
L'analisi di Coldiretti: «La situazione ha tagliato pesantemente i redditi degli operatori, con un crollo del fatturato del 42% solo nel 2020»
Puglia - domenica 18 aprile 2021
11.30
«La riapertura di pub, ristoranti e agriturismi è indicata come priorità da un pugliese su tre (circa il 30%), che desidera tornare a trascorrere momenti conviviali a tavola insieme a parenti e amici». È quanto raccolto dall'analisi condotta da Coldiretti, attraverso un sondaggio diffuso in occasione dell'annuncio del premier Mario Draghi sulla possibilità di aperture serali delle attività di ristorazione a partire dal 26 aprile: «Una misura attesa dopo mesi di lockdown, con la Puglia confermata per la sesta settimana consecutiva in zona rossa: una situazione che ha tagliato pesantemente i redditi degli operatori con un crollo del fatturato del 42% solo nel 2020» ha commentato.
«Se l'apertura serale a cena vale l'80% del fatturato, la possibilità di riaprire sfruttando gli spazi all'aperto salva moltissime realtà del settore, tra le quali i 900 agriturismi pugliesi che possono contare su ampie aree all'esterno. Un beneficio che si trasferisce a cascata sull'intera filiera con 80mila tonnellate di cibi e i vini invenduti dall'inizio della pandemia» ha aggiunto l'associazione del presidente Savino Muraglia.
«La drastica riduzione dell'attività pesa infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino all'olio extravergine, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. Sui settori maggiormente colpiti pesano le difficoltà del turismo, che diventa importante far ripartire al più presto per evitare il rischio di una estate senza stranieri in vacanza in Puglia, che costerebbe quasi 2 miliardi per le mancate spese nell'alloggio, nell'alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir» ha concluso Coldiretti.
«Se l'apertura serale a cena vale l'80% del fatturato, la possibilità di riaprire sfruttando gli spazi all'aperto salva moltissime realtà del settore, tra le quali i 900 agriturismi pugliesi che possono contare su ampie aree all'esterno. Un beneficio che si trasferisce a cascata sull'intera filiera con 80mila tonnellate di cibi e i vini invenduti dall'inizio della pandemia» ha aggiunto l'associazione del presidente Savino Muraglia.
«La drastica riduzione dell'attività pesa infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino all'olio extravergine, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. Sui settori maggiormente colpiti pesano le difficoltà del turismo, che diventa importante far ripartire al più presto per evitare il rischio di una estate senza stranieri in vacanza in Puglia, che costerebbe quasi 2 miliardi per le mancate spese nell'alloggio, nell'alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir» ha concluso Coldiretti.