Attualità
Un parco per Lama Santa Croce, la proposta della commissione urbanistica
L'istituzione della zona naturalistica potrebbe risolvere l'annoso problema dei vincoli per i proprietari
Bisceglie - mercoledì 26 luglio 2017
8.08
Obiettivo: trasformare la Lama di Santa Croce in una nuova Lama Balice, l'area protetta che si estende tra i comuni di Bari e Bitonto. Un'attrazione turistica sostenibile e rispettosa del luogo, che è da anni meta di appassionati italiani e stranieri.
L'idea, presentata al consiglio comunale nella seduta del 25 luglio, è della commissione urbanistica del comune di Bisceglie, presieduta dal consigliere ingegnere Pietro Consiglio.
Già perimetrata, l'area oggetto d'intervento si estenderebbe dal Pantano ai confini con Corato. Se trasformata in parco regionale, in base alla legge 19 del 24 giugno 1997 "Norme per l'istituzione e la gestione delle aree naturali protette nella Regione Puglia", che ai parchi regionali garantisce priorità di accesso ai finanziamenti previsti da regolamenti e da piani e programmi nazionali e comunitari.
«Potrebbe essere un volano per un'area assoggettata da una molteplicità di vincoli, che fino ad oggi hanno costituito solo un ostacolo per i proprietari. Con l'istituzione del parco, invece, non solo non sarà necessario espropriare alcun suolo, ma i proprietari avrebbero prelazione sull'accesso ai finanziamenti per la valorizzazione dei propri suoli. Immaginiamo nell'area piste ciclabili, attività didattiche, birth watching, attività di ricerca scientifica e di sensibilizzazione dell'opinione pubblica alla conoscenza e al rispetto del patrimonio naturalistico della regione».
Consiglio ha chiesto all'amministrazione di valutare anche l'ipotesi di coinvolgere il comune di Corato, per creare un corridoio ecologico sovracomunale in sinergia con il comune dell'entroterra.
L'ipotesi, che ora andrà sviluppata in un progetto più concreto, è stata approvata con i voti della maggioranza e del consigliere indipendente Luigi Cosmai.
Frattanto è già stata ipotizzata una bozza di Piano Territoriale del Parco, che fissa gli obiettivi strategici. Tra questi, la conservazione e valorizzazione della biodiversità e dell'ecosistema naturale, la riorganizzazione delle attività agricole, il recupero delle aree degradate e abbandonate, il miglioramento dell'interazione tra sistemi naturali e aree antropizzate e la promozione della conoscenza del territorio attraverso convegni, attività di educazione ambientale e didattica.
L'idea, presentata al consiglio comunale nella seduta del 25 luglio, è della commissione urbanistica del comune di Bisceglie, presieduta dal consigliere ingegnere Pietro Consiglio.
Già perimetrata, l'area oggetto d'intervento si estenderebbe dal Pantano ai confini con Corato. Se trasformata in parco regionale, in base alla legge 19 del 24 giugno 1997 "Norme per l'istituzione e la gestione delle aree naturali protette nella Regione Puglia", che ai parchi regionali garantisce priorità di accesso ai finanziamenti previsti da regolamenti e da piani e programmi nazionali e comunitari.
«Potrebbe essere un volano per un'area assoggettata da una molteplicità di vincoli, che fino ad oggi hanno costituito solo un ostacolo per i proprietari. Con l'istituzione del parco, invece, non solo non sarà necessario espropriare alcun suolo, ma i proprietari avrebbero prelazione sull'accesso ai finanziamenti per la valorizzazione dei propri suoli. Immaginiamo nell'area piste ciclabili, attività didattiche, birth watching, attività di ricerca scientifica e di sensibilizzazione dell'opinione pubblica alla conoscenza e al rispetto del patrimonio naturalistico della regione».
Consiglio ha chiesto all'amministrazione di valutare anche l'ipotesi di coinvolgere il comune di Corato, per creare un corridoio ecologico sovracomunale in sinergia con il comune dell'entroterra.
L'ipotesi, che ora andrà sviluppata in un progetto più concreto, è stata approvata con i voti della maggioranza e del consigliere indipendente Luigi Cosmai.
Frattanto è già stata ipotizzata una bozza di Piano Territoriale del Parco, che fissa gli obiettivi strategici. Tra questi, la conservazione e valorizzazione della biodiversità e dell'ecosistema naturale, la riorganizzazione delle attività agricole, il recupero delle aree degradate e abbandonate, il miglioramento dell'interazione tra sistemi naturali e aree antropizzate e la promozione della conoscenza del territorio attraverso convegni, attività di educazione ambientale e didattica.