Politica
Vendita Cdp, Storelli: «Dove sono le garanzie di investimento e mantenimento dei livelli occupazionali?»
Intervento della coalizione Bisceglie 2018 a margine dell'accordo per il passaggio di proprietà dell'opera di don Pasquale Uva
Bisceglie - mercoledì 14 giugno 2017
9.12
La coalizione Bisceglie 2018 interviene a margine dell'accordo per la cessione della Casa Divina Provvidenza al gruppo foggiano Universo Salute srl, che con rogito notarile è da poche ore venuto in possesso delle tre sedi dell'ente: Bisceglie, Foggia e Potenza.
Per voce di Domenico Storelli, già consigliere del Torrione, parla, a giochi fatti, di poche garanzie in merito a livelli occupazionali, investimenti sulle strutture degradate di Bisceglie e sulle nuove attività pensate per le strutture dell'opera di don Pasquale Uva. La domanda è una: dov'è la progettualità e quando i cittadini potranno conoscere i piani del nuovo padrone della Cdp?
«Mentre l'amministrazione comunale di Bisceglie è impegnata ad aumentare la Tari - scrive Storelli - la Casa della Divina Provvidenza, fondata 95 anni fa dal biscegliese Don Pasquale Uva, è stata venduta ad un gruppo foggiano. Ma la cosa più "bella" è che i privati che hanno acquistato l'opera Don Uva, a quanto risulta, non hanno fornito alcuna specifica garanzia su quali concreti investimenti intendano effettuare, quali risorse impiegare e quali livelli di occupazione garantire o mantenere qui a Bisceglie».
«È noto, infatti che quella di Bisceglie è la sede più grande, ma è anche quella che presenta il maggior numero di padiglioni che versano in condizioni degradate ed abbisognevoli di interventi. Il nuovo proprietario dell'ente ha intenzione di investire per la necessaria ristrutturazione? E quali nuove attività nosologiche vuole avviare nella città di Bisceglie? E una volta a regime, quali livelli occupazionali saranno garantiti? È strano che mentre tutte queste domande vengano puntualmente poste al gruppo interessato all'acquisto dell'Ilva di Taranto, nessuno se ne preoccupi rispetto alla Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie».
«Inutile chiederci, in questa vicenda - conclude Storelli - che fine abbiano fatto coloro che proponevano di formare una cordata di imprenditori biscegliesi per rilevare l'ente, o coloro che paventavano la possibilità che la regione acquisisse la struttura. Tutte queste soluzioni sono rimaste parole al vento prive di risconto concreto. E tutti quelli che le proponevano sono in silenzio mentre la casa Divina provvidenza viene venduta, senza che si abbia notizia della progettualità che si intenda realizzare per ridare slancio ed impulso all'ente».
Per voce di Domenico Storelli, già consigliere del Torrione, parla, a giochi fatti, di poche garanzie in merito a livelli occupazionali, investimenti sulle strutture degradate di Bisceglie e sulle nuove attività pensate per le strutture dell'opera di don Pasquale Uva. La domanda è una: dov'è la progettualità e quando i cittadini potranno conoscere i piani del nuovo padrone della Cdp?
«Mentre l'amministrazione comunale di Bisceglie è impegnata ad aumentare la Tari - scrive Storelli - la Casa della Divina Provvidenza, fondata 95 anni fa dal biscegliese Don Pasquale Uva, è stata venduta ad un gruppo foggiano. Ma la cosa più "bella" è che i privati che hanno acquistato l'opera Don Uva, a quanto risulta, non hanno fornito alcuna specifica garanzia su quali concreti investimenti intendano effettuare, quali risorse impiegare e quali livelli di occupazione garantire o mantenere qui a Bisceglie».
«È noto, infatti che quella di Bisceglie è la sede più grande, ma è anche quella che presenta il maggior numero di padiglioni che versano in condizioni degradate ed abbisognevoli di interventi. Il nuovo proprietario dell'ente ha intenzione di investire per la necessaria ristrutturazione? E quali nuove attività nosologiche vuole avviare nella città di Bisceglie? E una volta a regime, quali livelli occupazionali saranno garantiti? È strano che mentre tutte queste domande vengano puntualmente poste al gruppo interessato all'acquisto dell'Ilva di Taranto, nessuno se ne preoccupi rispetto alla Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie».
«Inutile chiederci, in questa vicenda - conclude Storelli - che fine abbiano fatto coloro che proponevano di formare una cordata di imprenditori biscegliesi per rilevare l'ente, o coloro che paventavano la possibilità che la regione acquisisse la struttura. Tutte queste soluzioni sono rimaste parole al vento prive di risconto concreto. E tutti quelli che le proponevano sono in silenzio mentre la casa Divina provvidenza viene venduta, senza che si abbia notizia della progettualità che si intenda realizzare per ridare slancio ed impulso all'ente».