Attualità
Vertenza Acta call center, si riunisce la task force regionale
Discussione rimandata, in ballo l’occupazione di 20 lavoratori, la maggior parte donne. Deleonardis e Montrone: «Cosa ne pensa la committenza?»
Bisceglie - sabato 30 dicembre 2017
La discussione sul futuro dei venti lavoratori (19 donne) del call center Acta s.r.l. con sede a Bisceglie è arrivata sul tavolo della task force regionale per l'occupazione presieduta da Leo Caroli, alla presenza dei sindacati Cgil, Slc e Cisl. Alla stessa avrebbe dovuto partecipare anche l'azienda che però ha deciso di disertare l'incontro. Il tavolo si è tutt'altro che chiuso e la task force ha deciso di riaggiornarsi.
«Contestiamo innanzitutto l'atteggiamento di arroganza di questa azienda che non risponde alle nostre richieste di incontro e poi invece di presentarsi alla task force, che si è riunita proprio per affrontare la vertenza che riguarda i propri lavoratori, si sottrae al confronto. Non solo non vengono rispettate le procedure di licenziamento collettivo previste dalla normativa (ai sensi della legge 223) ma apprendiamo anche in questa sede che la società in questione è in liquidazione senza alcuna preliminare comunicazione ai sindacati», commentano Vincenzo Montrone, segretario generale Slc Bat e Peppino Deleonardis, segretario generale Cgil Bat.
«Tutto ciò ci sembra che avvenga in deroga a qualsiasi norma; a questo punto, visto che Acta chiude le porte in faccia al confronto sindacale ci piacerebbe sapere cosa ne pensa Call2Net, il network nazionale di cui l'azienda biscegliese fa parte (che ha commesse fino al 2019), ma anche la stessa committenza, ovvero l'Enel. Non ci rassegniamo all'idea che venti giovani lavoratori dal 1° gennaio restino a casa e per questo siamo pronti ad intraprendere tutte le iniziative sindacali necessarie per salvaguardare occupazione e dignità degli addetti», concludono Montrone e Deleonardis.
«Contestiamo innanzitutto l'atteggiamento di arroganza di questa azienda che non risponde alle nostre richieste di incontro e poi invece di presentarsi alla task force, che si è riunita proprio per affrontare la vertenza che riguarda i propri lavoratori, si sottrae al confronto. Non solo non vengono rispettate le procedure di licenziamento collettivo previste dalla normativa (ai sensi della legge 223) ma apprendiamo anche in questa sede che la società in questione è in liquidazione senza alcuna preliminare comunicazione ai sindacati», commentano Vincenzo Montrone, segretario generale Slc Bat e Peppino Deleonardis, segretario generale Cgil Bat.
«Tutto ciò ci sembra che avvenga in deroga a qualsiasi norma; a questo punto, visto che Acta chiude le porte in faccia al confronto sindacale ci piacerebbe sapere cosa ne pensa Call2Net, il network nazionale di cui l'azienda biscegliese fa parte (che ha commesse fino al 2019), ma anche la stessa committenza, ovvero l'Enel. Non ci rassegniamo all'idea che venti giovani lavoratori dal 1° gennaio restino a casa e per questo siamo pronti ad intraprendere tutte le iniziative sindacali necessarie per salvaguardare occupazione e dignità degli addetti», concludono Montrone e Deleonardis.