Territorio
Xylella, Coldiretti sulle barricate: «Neanche un euro agli agricoltori a tre anni dal decreto rigenerazione»
Il danno per il settore olivicolo è stimato in 1.6 miliardi di euro
Bisceglie - martedì 21 febbraio 2023
12.09
Sono passati quasi tre anni dalla pubblicazione del Decreto interministeriale del 6 marzo 2020, il meglio noto Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia da 300 milioni di euro ma ad oggi non è stata liquidata alcuna risorsa agli agricoltori per i reimpianti degli ulivi secchi che avrebbero consentito di ricominciare a lavorare e a produrre dopo la grave crisi causata dalla Xylella. Lo ha denunciato Coldiretti Puglia, in relazione alla mancata erogazione da parte della Regione, delle risorse destinate per l'espianto e il reimpianto degli ulivi: 60 milioni di euro a disposizione che però non sono stati utilizzati.
«Nonostante un numero importante di concessioni per l'espianto e il reimpianto di olivi resistenti, anche alla luce degli ulteriori fondi per scorrere la graduatoria, non è stato liquidato ancora nemmeno un euro agli agricoltori per le 8.133 domande singole e le 26 domande collettive (contenenti 880 domande di adesione) relativi ad oltre 222 milioni di euro di richiesta, a fronte di 40 milioni di euro disponibili per far scorrere la graduatoria dell'articolo 6 a cui si sono aggiunti altri 20 milioni di euro dalla rimodulazione del Piano di rigenerazione» ha osservato Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Lecce.
Sono ancora ferme al palo - secondo Coldiretti - le misure per il contrasto al vettore, per la diversificazione produttiva, con il fallimento delle misura per gli innesti degli ulivi monumentali che ha registrato l'adesione di sole 91 aziende agricole per la farraginosità dell'intervento, con il secondo bando atteso e mai licenziato.
Intanto, sono alle porte le pratiche di prevenzione con le lavorazioni artificiali contro la "sputacchina", il vettore allo stadio giovanile, o le misure fitosanitarie contro l'insetto adulto, in cui sono coinvolti anche i comuni pugliesi e agli enti pubblici come Consorzi di bonifica, Anas , Demanio, che devono pulire campi abbandonati, strade e cigli stradali pubblici e demaniali incolti e pieni dei famigerati sputi dell'insetto vettore "sputacchina" che inoculando la malattia è responsabile dell'avanzata inarrestabile della Xylella fastidiosa.
Coldiretti Puglia chiede, tra l'altro, un nuovo piano, da approvarsi con la massima celerità, che rilanci in particolare gli investimenti di riconversione produttiva e con una dotazione finanziaria importante, di importo almeno pari al precedente, oltre agli indennizzi per l'attuazione della lotta al vettore per le aree delimitate cuscinetto e contenimento, l'allargamento delle attività di monitoraggio e lotta obbligatoria prevista alla piana degli olivi ,onumentali, con medesimo regime di indennizzi, il coinvolgimento del ministero dell'ambiente a salvaguardia del valore paesaggistico e naturalistico dell'olivicoltura, l'individuazione di possibili sistemi di controllo per la riduzione del rischio da trasporto passivo del vettore e una cabina di regia per realizzare una coerente programmazione e attuazione degli interventi previsti per i comuni e gli enti pubblici, magari con l'affidamento di tale cabina di regia a una figura specifica, con poteri reali di intervento, come un Commissario unico.
Il contagio della Xyella ha già provocato con 21 milioni di piante infette una strage di ulivi, lasciando un panorama spettrale e il danno del settore olivicolo è stato stimato per difetto in 1.6 miliardi di euro, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio colpito dalla fitopatologia pari al 40% del territorio regionale.
«La Xylella ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, di ricostruzione, di sostegno che vanno affrontate in maniera strategica, univoca e di sistema, rendendo i procedimenti fluidi e fruibili» hanno sottolineato da Coldiretti Puglia.
«Nonostante un numero importante di concessioni per l'espianto e il reimpianto di olivi resistenti, anche alla luce degli ulteriori fondi per scorrere la graduatoria, non è stato liquidato ancora nemmeno un euro agli agricoltori per le 8.133 domande singole e le 26 domande collettive (contenenti 880 domande di adesione) relativi ad oltre 222 milioni di euro di richiesta, a fronte di 40 milioni di euro disponibili per far scorrere la graduatoria dell'articolo 6 a cui si sono aggiunti altri 20 milioni di euro dalla rimodulazione del Piano di rigenerazione» ha osservato Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Lecce.
Sono ancora ferme al palo - secondo Coldiretti - le misure per il contrasto al vettore, per la diversificazione produttiva, con il fallimento delle misura per gli innesti degli ulivi monumentali che ha registrato l'adesione di sole 91 aziende agricole per la farraginosità dell'intervento, con il secondo bando atteso e mai licenziato.
Intanto, sono alle porte le pratiche di prevenzione con le lavorazioni artificiali contro la "sputacchina", il vettore allo stadio giovanile, o le misure fitosanitarie contro l'insetto adulto, in cui sono coinvolti anche i comuni pugliesi e agli enti pubblici come Consorzi di bonifica, Anas , Demanio, che devono pulire campi abbandonati, strade e cigli stradali pubblici e demaniali incolti e pieni dei famigerati sputi dell'insetto vettore "sputacchina" che inoculando la malattia è responsabile dell'avanzata inarrestabile della Xylella fastidiosa.
Coldiretti Puglia chiede, tra l'altro, un nuovo piano, da approvarsi con la massima celerità, che rilanci in particolare gli investimenti di riconversione produttiva e con una dotazione finanziaria importante, di importo almeno pari al precedente, oltre agli indennizzi per l'attuazione della lotta al vettore per le aree delimitate cuscinetto e contenimento, l'allargamento delle attività di monitoraggio e lotta obbligatoria prevista alla piana degli olivi ,onumentali, con medesimo regime di indennizzi, il coinvolgimento del ministero dell'ambiente a salvaguardia del valore paesaggistico e naturalistico dell'olivicoltura, l'individuazione di possibili sistemi di controllo per la riduzione del rischio da trasporto passivo del vettore e una cabina di regia per realizzare una coerente programmazione e attuazione degli interventi previsti per i comuni e gli enti pubblici, magari con l'affidamento di tale cabina di regia a una figura specifica, con poteri reali di intervento, come un Commissario unico.
Il contagio della Xyella ha già provocato con 21 milioni di piante infette una strage di ulivi, lasciando un panorama spettrale e il danno del settore olivicolo è stato stimato per difetto in 1.6 miliardi di euro, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio colpito dalla fitopatologia pari al 40% del territorio regionale.
«La Xylella ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, di ricostruzione, di sostegno che vanno affrontate in maniera strategica, univoca e di sistema, rendendo i procedimenti fluidi e fruibili» hanno sottolineato da Coldiretti Puglia.