100 passi con Fox
I colori del mare d’inverno. La spiaggia del Teatro Mediterraneo
100 passi sui ciottoli rotondi, tra Anfiteatro e Trullo Verde
domenica 19 marzo 2017
14.44
Volevamo far vedere a Fox che bello è il colore del mare d'inverno. Una chiave di lettura del codice non scritto dei pensieri, quando cercano gli spazi privi di confini dell'estate o della primavera.
Poiché lui non conosce altra poesia che lo sfrigolio della padella prima dei pasti o il rumore del guinzaglio prima del passeggio, sapevamo piuttosto bene di esserci inventati una scusa come l'altra per allungare il passo fino al litorale di Ponente.
L'arrivo dell'ennesima carcassa di animale spinta dalle onde costanti del tempo dei giacconi, ci portava a riva, 100 passi sui ciottoli rotondi, tra Anfiteatro e Trullo Verde. Non uno di più.
Spiaggia per Fox vuol dire prendere la rincorsa ed inseguire l'odore di salsedine e molluschi in lungo e in largo, col sorriso piantato sul muso.
La scala scelta per raggiungere il fronte mare, è quella a sinistra del Teatro Mediterraneo, che d'estate è frequentata meno di giorno che di sera, pur mancando una adeguata illuminazione pubblica ad evitare pericoli lungo la suggestiva discesa.
Trattasi in realtà di una rampa, tra quelle che il comune intende affidare ai privati per finalità turistico-ricreative. Del bando, lanciato a luglio, non si conoscono pubblicamente gli esiti (vedi qui e qui).
Fuori, pochi metri più in là sulla strada, c'è un restringimento per lavori in corso di messa in sicurezza del tratto di falesia più pericolante. Il cantiere prende a tradimento chi passeggia di sera con l'auto a luci basse e chi di giorno chi non conosce l'arte di rallentare al cospetto di una curva ad angolo che segna il confine.
Sulla spiaggia, invece, i colori veri del mare d'inverno: quelli della dimenticanza. Non c'è solo la carcassa che il caso ha voluto in quel posto, ma i residui della pesca che ogni giorno raggiungono la riva, a ricordare da un lato le cattive abitudini della gente di mare, dall'altro l'opera incompiuta del porto: l'isola destinata a raccogliere i rifiuti delle attività pescherecce, finanziata dalla Regione Puglia, realizzata e mai inaugurata. Sul caso pende una battaglia legale: la Regione vorrebbe i fondi indietro causa i ritardi del Comune, che si rifiuta di restituire gli importi senza poter inaugurare l'indispensabile servizio alla marineria locale.
Il passeggio sulla costa implica nostalgia. Quella cosa che prende alla gola quando l'occhio punta inevitabilmente sui locali per bagnanti che d'estate pullulano di vita e d'inverno sono rovina, per rigenerarsi nuovamente a primavera. Manutenzione zero, ricordi consunti di party, solarium e mohito ovunque.
Sulla spiaggia, lato lastroni, c'è anche un cantiere privato, o meglio quello che ne resta, per la messa in sicurezza di non si capisce cosa. Qualche villa ante legge Galasso troppo a ridosso del mare pare abbia regalato al mare qualcosa, ma nessuno ci presta attenzione.
La cura del mare d'inverno non è tuttavia attività coltivata da chi quel mondo umido di vita straordinaria lo vive ogni giorno e non lo vede. Lo apprezza pochi mesi l'anno, lo pretende a Ferragosto, lo snobba dall'autunno, poi lo dimentica quando più sarebbe utile dirgli grazie.
Poiché lui non conosce altra poesia che lo sfrigolio della padella prima dei pasti o il rumore del guinzaglio prima del passeggio, sapevamo piuttosto bene di esserci inventati una scusa come l'altra per allungare il passo fino al litorale di Ponente.
L'arrivo dell'ennesima carcassa di animale spinta dalle onde costanti del tempo dei giacconi, ci portava a riva, 100 passi sui ciottoli rotondi, tra Anfiteatro e Trullo Verde. Non uno di più.
Spiaggia per Fox vuol dire prendere la rincorsa ed inseguire l'odore di salsedine e molluschi in lungo e in largo, col sorriso piantato sul muso.
La scala scelta per raggiungere il fronte mare, è quella a sinistra del Teatro Mediterraneo, che d'estate è frequentata meno di giorno che di sera, pur mancando una adeguata illuminazione pubblica ad evitare pericoli lungo la suggestiva discesa.
Trattasi in realtà di una rampa, tra quelle che il comune intende affidare ai privati per finalità turistico-ricreative. Del bando, lanciato a luglio, non si conoscono pubblicamente gli esiti (vedi qui e qui).
Fuori, pochi metri più in là sulla strada, c'è un restringimento per lavori in corso di messa in sicurezza del tratto di falesia più pericolante. Il cantiere prende a tradimento chi passeggia di sera con l'auto a luci basse e chi di giorno chi non conosce l'arte di rallentare al cospetto di una curva ad angolo che segna il confine.
Sulla spiaggia, invece, i colori veri del mare d'inverno: quelli della dimenticanza. Non c'è solo la carcassa che il caso ha voluto in quel posto, ma i residui della pesca che ogni giorno raggiungono la riva, a ricordare da un lato le cattive abitudini della gente di mare, dall'altro l'opera incompiuta del porto: l'isola destinata a raccogliere i rifiuti delle attività pescherecce, finanziata dalla Regione Puglia, realizzata e mai inaugurata. Sul caso pende una battaglia legale: la Regione vorrebbe i fondi indietro causa i ritardi del Comune, che si rifiuta di restituire gli importi senza poter inaugurare l'indispensabile servizio alla marineria locale.
Il passeggio sulla costa implica nostalgia. Quella cosa che prende alla gola quando l'occhio punta inevitabilmente sui locali per bagnanti che d'estate pullulano di vita e d'inverno sono rovina, per rigenerarsi nuovamente a primavera. Manutenzione zero, ricordi consunti di party, solarium e mohito ovunque.
Sulla spiaggia, lato lastroni, c'è anche un cantiere privato, o meglio quello che ne resta, per la messa in sicurezza di non si capisce cosa. Qualche villa ante legge Galasso troppo a ridosso del mare pare abbia regalato al mare qualcosa, ma nessuno ci presta attenzione.
La cura del mare d'inverno non è tuttavia attività coltivata da chi quel mondo umido di vita straordinaria lo vive ogni giorno e non lo vede. Lo apprezza pochi mesi l'anno, lo pretende a Ferragosto, lo snobba dall'autunno, poi lo dimentica quando più sarebbe utile dirgli grazie.