100 passi con Fox
Il sovrapasso ferroviario
100 passi con il mio cane tra l'incuria di un luogo altrimenti molto romantico
venerdì 3 marzo 2017
7.27
Tra sottopasso e sovrappasso ferroviario c'è una forma di discriminazione naturale, dettata dal fatto che uno porta ai binari, l'altro solo ad attraversare una strada di transito, tra sottopasso e sovrappasso ferroviario.
Il primo è frequentato, attenzionato da amministratori e proprietari (Rfi sta eseguendo in queste settimane i dovuti lavori di adeguamento e fruibilità ai disabili delle strutture); l'altro è ignorato, lasciato a sé stesso o meglio "periferizzato".
Sebbene negli ultimi tempi la situazione sia migliorata,il sovrappasso ferroviario resta un banlieue. E come quelsiasi periferia dell'anima è oggetto d'interesse di muralisti e graffitari, giovani in cerca di nascondigli oscuri, cani, gatti e gattaroli, mastri focai improvvisati.
Della summa delle esalazioni Fox è molto felice, tanto è che spesso, per attraversare la città, mi ripropone il sovrappasso al posto del suo omologo interrato.
In genere si fa a tocco: se vinco io gli concedo, dopo il tunnel, di fare il giro attorno a piazza Armando Diaz; se vince lui, mi turo il naso e procedo.
Delle foto che abbiamo scattato l'ultima volta sono però (più del mio quadrupede) già più soddisfatta: a parte qualche ombrello rotto e due o tre residui di focolari, i miei 100 passi li ho percorsi senza traumi. Quanto ai "profumi"... sia chiaro che non basta una spazzata ogni sei mesi per eliminarli. Sorvoliamo.
Nei sogni miei - meno quelli del mio selvatico addomesticato - il sovrappasso di via Asiago - via Puccini resta l'alternativa romantica a chi raggiunge la stazione per dovere. Un passaggio - passeggio che con piccole accortezze (una buona illuminazione innanzitutto e qualche elemento artistico da apprezzare) da regalare a chi per muoversi sceglie di sostenere il ritmo lento, ecologico e curioso del pedone.
Il primo è frequentato, attenzionato da amministratori e proprietari (Rfi sta eseguendo in queste settimane i dovuti lavori di adeguamento e fruibilità ai disabili delle strutture); l'altro è ignorato, lasciato a sé stesso o meglio "periferizzato".
Sebbene negli ultimi tempi la situazione sia migliorata,il sovrappasso ferroviario resta un banlieue. E come quelsiasi periferia dell'anima è oggetto d'interesse di muralisti e graffitari, giovani in cerca di nascondigli oscuri, cani, gatti e gattaroli, mastri focai improvvisati.
Della summa delle esalazioni Fox è molto felice, tanto è che spesso, per attraversare la città, mi ripropone il sovrappasso al posto del suo omologo interrato.
In genere si fa a tocco: se vinco io gli concedo, dopo il tunnel, di fare il giro attorno a piazza Armando Diaz; se vince lui, mi turo il naso e procedo.
Delle foto che abbiamo scattato l'ultima volta sono però (più del mio quadrupede) già più soddisfatta: a parte qualche ombrello rotto e due o tre residui di focolari, i miei 100 passi li ho percorsi senza traumi. Quanto ai "profumi"... sia chiaro che non basta una spazzata ogni sei mesi per eliminarli. Sorvoliamo.
Nei sogni miei - meno quelli del mio selvatico addomesticato - il sovrappasso di via Asiago - via Puccini resta l'alternativa romantica a chi raggiunge la stazione per dovere. Un passaggio - passeggio che con piccole accortezze (una buona illuminazione innanzitutto e qualche elemento artistico da apprezzare) da regalare a chi per muoversi sceglie di sostenere il ritmo lento, ecologico e curioso del pedone.