Alle porte dell'est
Il gigante Edi dà una severa lezione all'Europa dei pavidi
L'Albania del premier Rama accoglie venti migranti sbarcati dalla nave Diciotti
martedì 28 agosto 2018
8.59
Un gesto di riconoscenza, di quelli che dovrebbero renderci orgogliosi di essere italiani. I media mainstream, com'era prevedibile, non hanno saputo gestire la portata epocale e storica della notizia. L'Albania ha assunto l'onere dell'accoglienza di venti fra i 177 che sono rimasti bloccati a bordo della nave Diciotti della marina militare.
I nostri fratelli albanesi hanno ancora una volta dimostrato di valere molto più di quanto si possa immaginare. Ci tendono quelle stesse mani che abbiamo stretto fino all'abbraccio nel 1991, soprattutto in Puglia, in particolare a Bisceglie. Ricambiano quel nostro orgoglioso e amorevole sostegno. Dovremmo andarne fieri.
Il primo ministro del paese delle aquile è l'ex giocatore di pallacanestro e già sindaco di Tirana Edi Rama. «L'anno in cui con la Scavolini giocammo i preliminari di Coppa dei Campioni a Tirana col Partizan mi fu affidato un giovane accompagnatore-interprete che parlava perfettamente italiano ed era un giocatore di basket alto e robusto» ha ricordato coach Valerio Bianchini, per tutti "il Vate".
«Per la sua vivace intelligenza e i suoi modi gentili diventammo amici per quelle poche ore che passammo insieme. Sapeva già tutto del basket italiano perché le telecronache di Aldo Giordani arrivavano fino a Tirana ma non gli bastava ed era curioso di tutto. Al nostro ritorno ci accompagnò fino all'imbarco e si leggeva nei suoi occhi una gran voglia di venire via con noi». Era il 1988.
Trent'anni più tardi, divenuto prima sindaco della capitale e poi premier del suo paese, Edi Rama si è rivelato un gigante in tutti i sensi, capace di impartire una severa lezione all'Europa dei pavidi. Questo però sembra sfuggire ai tanti commentatori impegnati nell'inutile linciaggio mediatico ai danni di Matteo Salvini.
I nostri fratelli albanesi hanno ancora una volta dimostrato di valere molto più di quanto si possa immaginare. Ci tendono quelle stesse mani che abbiamo stretto fino all'abbraccio nel 1991, soprattutto in Puglia, in particolare a Bisceglie. Ricambiano quel nostro orgoglioso e amorevole sostegno. Dovremmo andarne fieri.
Il primo ministro del paese delle aquile è l'ex giocatore di pallacanestro e già sindaco di Tirana Edi Rama. «L'anno in cui con la Scavolini giocammo i preliminari di Coppa dei Campioni a Tirana col Partizan mi fu affidato un giovane accompagnatore-interprete che parlava perfettamente italiano ed era un giocatore di basket alto e robusto» ha ricordato coach Valerio Bianchini, per tutti "il Vate".
«Per la sua vivace intelligenza e i suoi modi gentili diventammo amici per quelle poche ore che passammo insieme. Sapeva già tutto del basket italiano perché le telecronache di Aldo Giordani arrivavano fino a Tirana ma non gli bastava ed era curioso di tutto. Al nostro ritorno ci accompagnò fino all'imbarco e si leggeva nei suoi occhi una gran voglia di venire via con noi». Era il 1988.
Trent'anni più tardi, divenuto prima sindaco della capitale e poi premier del suo paese, Edi Rama si è rivelato un gigante in tutti i sensi, capace di impartire una severa lezione all'Europa dei pavidi. Questo però sembra sfuggire ai tanti commentatori impegnati nell'inutile linciaggio mediatico ai danni di Matteo Salvini.