Buongiorno
Bari 1997: le emozioni di un ragazzino e quel mare che non è più il nostro
Il blog di Vito Troilo
domenica 11 giugno 2017
Ho ancora i brividi e mi luccicano gli occhi soltanto a ricordare quei giorni. Il privilegio di averli vissuti e poterli raccontare lo custodirò nello scrigno delle emozioni più intense e pure.
Non avere neppure compiuto 15 anni ed essere lì...
A Bari, la sera del 13 giugno 1997: il "San Nicola", la bandiera a tre cerchi, il rito delle anfore contenenti l'acqua del mare di ciascuno dei paesi partecipanti.
A Bisceglie, in quello che all'epoca chiamavano semplicemente "il palazzetto di via Ruvo": l'avevo visto crescere mattone dopo mattone, dal 1991, tutte le volte che ci passavo per un motivo o per l'altro fino a quell'indimenticabile 1 ottobre del 1994, il giorno in cui ho capito che sarebbe stata la mia seconda casa.
La delusione per il mancato arrivo del basket e della nazionale di coach Attilio Caja con quel Gianluca Basile di cui già andavamo orgogliosi fu subito smaltita nell'apprendere che ci sarebbe toccato il torneo di pallavolo femminile... Giornate fantastiche, spese tra il ruolo di volontario (quanto ho amato quella polo) e aspirante giornalista a consumare il quotidiano realizzato in diverse lingue dall'ufficio stampa guidato da un grande maestro, Dionisio Ciccarese.
Le vhs registrate dalla tv per tentare di rivedersi in qualche sintesi delle partite di volley, dell'atletica su quella pista mai più sfruttata e che a breve demoliranno per riqualificare l'astronave di Renzo Piano. La delusione provata al gol della Croazia a sei secondi dalla fine che tolse l'oro all'Italia nella pallamano, naturalmente al Pala San Giacomo di Conversano. La leggenda dei seggiolini che non ci arrivarono perchè se li tennero i brindisini per il Pala Pentassuglia. Una canzone ("Sogni"), sigla della soap di Raitre "In nome della famiglia" che precedeva le dirette di Bragagna-Monetti (per l'atletica) e altri telecronisti. I fischi a Nicola Ventola, centravanti azzurro ma soprattutto barese, durante le partite della nazionale a Foggia e Lecce.
Il 3-1 alla Turchia e le ragazze in trionfo, sul primo gradino del podio. La loro gioia, la nostra gioia. 192 medaglie: il più ingente bottino di sempre per l'Italia, che non è più stato superato, neppure a Pescara 2009. Neppure a Mersin 2013, quando Elena Di Liddo (che vinse l'oro in staffetta mista e l'argento sui 100 farfalla) ed Eusebio Haliti furono i primi atleti biscegliesi nella storia della manifestazione.
Ci sono rimasto male quando ho scoperto che la diciottesima edizione, in programma a Tarragona, in Spagna, è stata rinviata al 2018. Purtroppo è il segno dei tempi.
Vent'anni fa era diverso. Turchi, algerini, spagnoli, marocchini, francesi, sloveni, greci, croati, bosniaci, albanesi: eravamo tutti fratelli perchè figli di un mare che era veramente "nostrum". E al netto della successiva parodia televisiva di Toti & Tata, le parole dello storico editoriale di Lino Patruno per la Gazzetta del mezzogiorno erano lo specchio dell'anima di una regione: «A Bari nessuno è straniero».
Chissà, magari un giorno Niccolò, che è tanto buono e intelligente, me lo chiederà: «Zio, cosa sono i Giochi del Mediterraneo?»
Proverò a trattenere l'emozione per spiegarglielo. Buonanotte.
Non avere neppure compiuto 15 anni ed essere lì...
A Bari, la sera del 13 giugno 1997: il "San Nicola", la bandiera a tre cerchi, il rito delle anfore contenenti l'acqua del mare di ciascuno dei paesi partecipanti.
A Bisceglie, in quello che all'epoca chiamavano semplicemente "il palazzetto di via Ruvo": l'avevo visto crescere mattone dopo mattone, dal 1991, tutte le volte che ci passavo per un motivo o per l'altro fino a quell'indimenticabile 1 ottobre del 1994, il giorno in cui ho capito che sarebbe stata la mia seconda casa.
La delusione per il mancato arrivo del basket e della nazionale di coach Attilio Caja con quel Gianluca Basile di cui già andavamo orgogliosi fu subito smaltita nell'apprendere che ci sarebbe toccato il torneo di pallavolo femminile... Giornate fantastiche, spese tra il ruolo di volontario (quanto ho amato quella polo) e aspirante giornalista a consumare il quotidiano realizzato in diverse lingue dall'ufficio stampa guidato da un grande maestro, Dionisio Ciccarese.
Le vhs registrate dalla tv per tentare di rivedersi in qualche sintesi delle partite di volley, dell'atletica su quella pista mai più sfruttata e che a breve demoliranno per riqualificare l'astronave di Renzo Piano. La delusione provata al gol della Croazia a sei secondi dalla fine che tolse l'oro all'Italia nella pallamano, naturalmente al Pala San Giacomo di Conversano. La leggenda dei seggiolini che non ci arrivarono perchè se li tennero i brindisini per il Pala Pentassuglia. Una canzone ("Sogni"), sigla della soap di Raitre "In nome della famiglia" che precedeva le dirette di Bragagna-Monetti (per l'atletica) e altri telecronisti. I fischi a Nicola Ventola, centravanti azzurro ma soprattutto barese, durante le partite della nazionale a Foggia e Lecce.
Il 3-1 alla Turchia e le ragazze in trionfo, sul primo gradino del podio. La loro gioia, la nostra gioia. 192 medaglie: il più ingente bottino di sempre per l'Italia, che non è più stato superato, neppure a Pescara 2009. Neppure a Mersin 2013, quando Elena Di Liddo (che vinse l'oro in staffetta mista e l'argento sui 100 farfalla) ed Eusebio Haliti furono i primi atleti biscegliesi nella storia della manifestazione.
Ci sono rimasto male quando ho scoperto che la diciottesima edizione, in programma a Tarragona, in Spagna, è stata rinviata al 2018. Purtroppo è il segno dei tempi.
Vent'anni fa era diverso. Turchi, algerini, spagnoli, marocchini, francesi, sloveni, greci, croati, bosniaci, albanesi: eravamo tutti fratelli perchè figli di un mare che era veramente "nostrum". E al netto della successiva parodia televisiva di Toti & Tata, le parole dello storico editoriale di Lino Patruno per la Gazzetta del mezzogiorno erano lo specchio dell'anima di una regione: «A Bari nessuno è straniero».
Chissà, magari un giorno Niccolò, che è tanto buono e intelligente, me lo chiederà: «Zio, cosa sono i Giochi del Mediterraneo?»
Proverò a trattenere l'emozione per spiegarglielo. Buonanotte.