Buongiorno
"A grande richiesta", la campagna elettorale per le regionali
Il blog di Vito Troilo
lunedì 1 giugno 2020
15.05
Posso solo immaginare l'ansia e l'inquietudine provata da gran parte dei lettori di BisceglieViva nel constatare che, tra le conseguenze dell'emergenza epidemiologica peraltro ancora in corso, la campagna per le elezioni regionali sarebbe stata differita. Desiderosi di partecipare al dibattito di altissimo profilo che sarebbe sicuramente scaturito dal confronto sui temi e sulle prospettive per il futuro della Puglia, i cittadini biscegliesi (e non solo) sono da settimane in frenetica attesa di poter assistere alle vicissitudini che contraddistingueranno la corsa alla guida della Regione e soprattutto alle 50 poltrone "dorate" della nuova sede del consiglio in via Gentile, animata naturalmente dalla volontà dei candidati di mettersi al servizio della comunità.
La situazione sanitaria, ce lo auguriamo tutti, migliorerà ancora e uno degli spiacevoli effetti collaterali di quella che per il resto potremo considerare una "liberazione" è che la contesa politica riprenderà la sua collocazione nei notiziari. Riscopriremo, tirando senza dubbio un grosso sospiro di sollievo, l'esistenza di alcuni individui le cui tracce erano andate perdute nella notte dei tempi: è il bello della politica.
Se la leadership di Michele Emiliano all'interno della coalizione che con sprezzo del ridicolo siamo ancora costretti a definire esclusivamente "di centrosinistra" sembra essere stata blindata dalle vicende nazionali, con buona pace di chi lo vorrebbe sostituire col sindaco di Bari Antonio Decaro, la querelle sulla nomination del centrodestra per la guida della Regione ha sortito l'unico effetto concreto di ricordare la scadenza elettorale ai pugliesi. I vertici territoriali della Lega hanno smosso le acque annunciando la candidatura di Nuccio Altieri, che ai più maliziosi è parsa nient'altro che un pretesto per fare uscire allo scoperto i dissidenti e lasciare che Salvini regolasse i conti con loro. La sensazione è che gli accordi presi sui tavoli romani dai leader dei tre partiti non saranno modificati e sulla scheda, probabilmente il prossimo 20 settembre, gli elettori troveranno stampato un altro nome (Raffaele) e un altro cognome (Fitto).
Il Movimento 5 Stelle proverà a limitare i danni riproponendo Antonella Laricchia, con cui esattamente 5 anni fa, il 31 maggio 2015, si tolse persino la soddisfazione di conquistare un platonico secondo posto col 18.42%, sfruttando la frattura interna al centrodestra. I pentastellati pugliesi firmerebbero subito per riconfermare quel dato che pare oggettivamente difficile da raggiungere e nemmeno lontanamente paragonabile allo stratosferico 44.9% ottenuto alle politiche del 2018. È doveroso citare, per completezza di informazione, che l'imprenditore e consigliere regionale uscente Mario Conca, sconfitto nel ballottaggio delle "regionarie" 5 Stelle e in seguito escluso dalla lista dei candidati per la riconferma del suo seggio nell'Area Metropolitana di Bari, ha deciso di correre per conto proprio e sarà perciò alla testa di una o due liste civiche.
Premesse indispensabili per provare a disegnare l'affresco della situazione attuale a Bisceglie e più in generale nella Bat, circoscrizione dalla quale, in base alla demografia, è certo l'approdo di almeno 5 eletti in consiglio regionale. Una serie di fortunate coincidenze permise, cinque anni fa, di gonfiare quel dato fino a 7 ma l'impressione è che questa volta le cose andranno diversamente. Non è illogico ipotizzare che dei cinque seggi in ballo, due finiranno alla coalizione vincitrice, due al secondo schieramento e uno al terzo. Difficili, pur se non da escludere, ulteriori variazioni sul tema.
È certa la candidatura di Pippo Acquaviva per il Movimento 5 Stelle, che punterà a conservare il seggio per l'uscente commercialista andriese Grazia Di Bari. I pentastellati biscegliesi potranno misurare, in un certo senso, anche l'effetto del lavoro di squadra in opposizione all'amministrazione comunale con Enzo Amendolagine, il loro primo rappresentante nelle istituzioni locali. Di Bari, nel 2015, raccolse 446 preferenze a Bisceglie. È ragionevole ritenere che il valore aggiunto della presenza di Acquaviva contribuirà a far salire quel dato in città e che più in generale la conferma del seggio sia quasi certa, in considerazione del traino delle comunali di Andria in cui il pentastellato Coratella ha buone possibilità di arrivare al ballottaggio.
Sono trascorsi cinque anni dall'ultima tornata regionale e il quadro è inevitabilmente mutato. L'allora sindaco Francesco Spina decise di giocare su varie ruote, candidando rispettivamente Rachele Barra nella lista Emiliano Sindaco di Puglia (1068 voti a Bisceglie), Vittoria Sasso e Peppino Sannicandro in Popolari per la Puglia (966 e 117 preferenze), Francesco De Feudis e il compianto Luigi Pansini in "La Puglia con Emiliano" (256 e 242 voti).
Se qualcuno non conoscesse bene Spina potrebbe commettere la grossolana leggerezza di ritenerlo non in lizza per un posto. Il diretto interessato è al lavoro da tempo per costruirsi la candidatura all'interno del contenitore più adatto a giocarsi fino in fondo le chances di riuscita. Il campo sarà naturalmente quello dell'amico Michele Emiliano: in quale lista? Un'ipotesi potrebbe essere tirare la volata al simbolo di Italia in comune, che nella Bat risulterebbe "sguarnito"; un'altra suggestione, oltre alla collocazione alla guida di uno dei contrassegni civici dell'attuale presidente, lo vorrebbe molto vicino a chiudere l'accordo per diventare il capolista di ItaliaViva in un'ottica di riappacificazione Renzi-Emiliano. Le ultime uscite sui social dell'ex primo cittadino di Bisceglie (in rialzo sul piano del gradimento) hanno un tenore molto critico nei confronti del Governo Conte e c'è chi giura che quelle parole contengano chiari riferimenti a un cambio di casacca. Spina, sempre che alcuni passaggi non siano sfuggiti, dovrebbe essere tecnicamente ancora nel Partito Democratico.
Quanto ai dem, i meglio informati sono convinti che uno tra Ruggiero Mennea e Filippo Caracciolo (1412 e 1081 voti conseguiti a Bisceglie alle ultime elezioni) dovrebbe traslocare in un'altra lista per assicurare la rielezione di entrambi. Le posizioni di rincalzo all'interno della lista del Pd, già ambite di per sé, lo diventerebbero ancora di più: e qui la partita potrebbe riguardare Vittorio Fata, a prescindere o meno da un endorsement del ministro biscegliese Francesco Boccia, in altre faccende affaccendato. Le concomitanti amministrative in comuni come Andria e Trani esalteranno ulteriormente le legittime ambizioni di altri pretendenti: si pensi al presidente del consiglio comunale tranese Fabrizio Ferrante o alla concittadina Debora Ciliento, che fu terza nel 2015 sul territorio provinciale e un discreto risultato anche a Bisceglie (290 preferenze) dove fu sostenuta dagli ambienti cattolici e del terzo settore.
Cosa si muove a sinistra? Molti lo hanno dimenticato in fretta, ma alle ultime regionali il Pci ottenne proprio a Bisceglie il miglior risultato assoluto, un 6.98% frutto dei 1004 consensi espressi sull'ex consigliere comunale e già segretario di sezione Emanuele Arcieri. Non è ancora chiaro se il contrassegno sarà presentato a livello regionale (pare di no al momento ma nel caso la competizione potrebbe interessare il giovane consigliere comunale Enrico Capurso) mentre Liberi e uguali e Noi a sinistra per la Puglia (con l'uscente tranese Mimmo Santorsola, votato anche da 340 cittadini biscegliesi) dovrebbero concorrere con liste separate. Non di sinistra, anzi, è Puglia popolare, il movimento di Massimo Cassano che punta a rappresentare i moderati di area centrodestra decisi a sostenere Emiliano e avrà in lista l'attuale assessore comunale tranese Mimmo Briguglio.
Gli esponenti di centrosinistra dell'amministrazione guidata da Angelantonio Angarano non sembrerebbero suscitare l'appeal di qualche mese fa ma le sorprese sono dietro l'angolo. Ridotte al lumicino le possibilità di impegno della neomamma Roberta Rigante, l'unico nome gettonato è quello di Gianni Naglieri.
Va meglio, per certi versi, a quelli di centrodestra: la candidatura del vicesindaco Angelo Consiglio con Forza Italia è in piedi da oltre un anno. Con quali probabilità di successo? Molto dipenderà dalla composizione della lista azzurra nella Bat. Discorso semplice per i due partiti più forti della coalizione: sia la Lega che Fratelli d'Italia eleggeranno almeno un consigliere regionale a testa nella peggiore delle ipotesi. L'ex sindaco di Andria Nicola Giorgino è in pole position per il Carroccio e alle sue spalle sono in tanti a scalpitare, compreso il biscegliese Rocco Prete di cui è gradita la lealtà oltre che l'essere stato uno dei primi leghisti sul territorio (lo certificano i 561 voti raccolti nel 2015).
Il partito di Giorgia Meloni presenterà l'uscente Francesco Ventola (209 preferenze a Bisceglie cinque anni fa per la lista "Oltre con Fitto") e non potrà non schierare almeno un biscegliese, considerata l'esistenza di svariate migliaia di correnti interne e di riferimenti cittadini in Fratelli d'Italia... I 1143 voti conquistati allo scorso giro da Mimmo Spina non potranno essere ignorati. E chissà quale orientamento prenderanno i 544 elettori di Antonio Di Pierro, giovane ragioniere biscegliese candidato nel 2015 per il Movimento Schittulli sostenuto dall'allora senatore Antonio Azzollini.
Ammettetelo: quanto vi è mancato tutto ciò?
La situazione sanitaria, ce lo auguriamo tutti, migliorerà ancora e uno degli spiacevoli effetti collaterali di quella che per il resto potremo considerare una "liberazione" è che la contesa politica riprenderà la sua collocazione nei notiziari. Riscopriremo, tirando senza dubbio un grosso sospiro di sollievo, l'esistenza di alcuni individui le cui tracce erano andate perdute nella notte dei tempi: è il bello della politica.
Se la leadership di Michele Emiliano all'interno della coalizione che con sprezzo del ridicolo siamo ancora costretti a definire esclusivamente "di centrosinistra" sembra essere stata blindata dalle vicende nazionali, con buona pace di chi lo vorrebbe sostituire col sindaco di Bari Antonio Decaro, la querelle sulla nomination del centrodestra per la guida della Regione ha sortito l'unico effetto concreto di ricordare la scadenza elettorale ai pugliesi. I vertici territoriali della Lega hanno smosso le acque annunciando la candidatura di Nuccio Altieri, che ai più maliziosi è parsa nient'altro che un pretesto per fare uscire allo scoperto i dissidenti e lasciare che Salvini regolasse i conti con loro. La sensazione è che gli accordi presi sui tavoli romani dai leader dei tre partiti non saranno modificati e sulla scheda, probabilmente il prossimo 20 settembre, gli elettori troveranno stampato un altro nome (Raffaele) e un altro cognome (Fitto).
Il Movimento 5 Stelle proverà a limitare i danni riproponendo Antonella Laricchia, con cui esattamente 5 anni fa, il 31 maggio 2015, si tolse persino la soddisfazione di conquistare un platonico secondo posto col 18.42%, sfruttando la frattura interna al centrodestra. I pentastellati pugliesi firmerebbero subito per riconfermare quel dato che pare oggettivamente difficile da raggiungere e nemmeno lontanamente paragonabile allo stratosferico 44.9% ottenuto alle politiche del 2018. È doveroso citare, per completezza di informazione, che l'imprenditore e consigliere regionale uscente Mario Conca, sconfitto nel ballottaggio delle "regionarie" 5 Stelle e in seguito escluso dalla lista dei candidati per la riconferma del suo seggio nell'Area Metropolitana di Bari, ha deciso di correre per conto proprio e sarà perciò alla testa di una o due liste civiche.
Premesse indispensabili per provare a disegnare l'affresco della situazione attuale a Bisceglie e più in generale nella Bat, circoscrizione dalla quale, in base alla demografia, è certo l'approdo di almeno 5 eletti in consiglio regionale. Una serie di fortunate coincidenze permise, cinque anni fa, di gonfiare quel dato fino a 7 ma l'impressione è che questa volta le cose andranno diversamente. Non è illogico ipotizzare che dei cinque seggi in ballo, due finiranno alla coalizione vincitrice, due al secondo schieramento e uno al terzo. Difficili, pur se non da escludere, ulteriori variazioni sul tema.
È certa la candidatura di Pippo Acquaviva per il Movimento 5 Stelle, che punterà a conservare il seggio per l'uscente commercialista andriese Grazia Di Bari. I pentastellati biscegliesi potranno misurare, in un certo senso, anche l'effetto del lavoro di squadra in opposizione all'amministrazione comunale con Enzo Amendolagine, il loro primo rappresentante nelle istituzioni locali. Di Bari, nel 2015, raccolse 446 preferenze a Bisceglie. È ragionevole ritenere che il valore aggiunto della presenza di Acquaviva contribuirà a far salire quel dato in città e che più in generale la conferma del seggio sia quasi certa, in considerazione del traino delle comunali di Andria in cui il pentastellato Coratella ha buone possibilità di arrivare al ballottaggio.
Sono trascorsi cinque anni dall'ultima tornata regionale e il quadro è inevitabilmente mutato. L'allora sindaco Francesco Spina decise di giocare su varie ruote, candidando rispettivamente Rachele Barra nella lista Emiliano Sindaco di Puglia (1068 voti a Bisceglie), Vittoria Sasso e Peppino Sannicandro in Popolari per la Puglia (966 e 117 preferenze), Francesco De Feudis e il compianto Luigi Pansini in "La Puglia con Emiliano" (256 e 242 voti).
Se qualcuno non conoscesse bene Spina potrebbe commettere la grossolana leggerezza di ritenerlo non in lizza per un posto. Il diretto interessato è al lavoro da tempo per costruirsi la candidatura all'interno del contenitore più adatto a giocarsi fino in fondo le chances di riuscita. Il campo sarà naturalmente quello dell'amico Michele Emiliano: in quale lista? Un'ipotesi potrebbe essere tirare la volata al simbolo di Italia in comune, che nella Bat risulterebbe "sguarnito"; un'altra suggestione, oltre alla collocazione alla guida di uno dei contrassegni civici dell'attuale presidente, lo vorrebbe molto vicino a chiudere l'accordo per diventare il capolista di ItaliaViva in un'ottica di riappacificazione Renzi-Emiliano. Le ultime uscite sui social dell'ex primo cittadino di Bisceglie (in rialzo sul piano del gradimento) hanno un tenore molto critico nei confronti del Governo Conte e c'è chi giura che quelle parole contengano chiari riferimenti a un cambio di casacca. Spina, sempre che alcuni passaggi non siano sfuggiti, dovrebbe essere tecnicamente ancora nel Partito Democratico.
Quanto ai dem, i meglio informati sono convinti che uno tra Ruggiero Mennea e Filippo Caracciolo (1412 e 1081 voti conseguiti a Bisceglie alle ultime elezioni) dovrebbe traslocare in un'altra lista per assicurare la rielezione di entrambi. Le posizioni di rincalzo all'interno della lista del Pd, già ambite di per sé, lo diventerebbero ancora di più: e qui la partita potrebbe riguardare Vittorio Fata, a prescindere o meno da un endorsement del ministro biscegliese Francesco Boccia, in altre faccende affaccendato. Le concomitanti amministrative in comuni come Andria e Trani esalteranno ulteriormente le legittime ambizioni di altri pretendenti: si pensi al presidente del consiglio comunale tranese Fabrizio Ferrante o alla concittadina Debora Ciliento, che fu terza nel 2015 sul territorio provinciale e un discreto risultato anche a Bisceglie (290 preferenze) dove fu sostenuta dagli ambienti cattolici e del terzo settore.
Cosa si muove a sinistra? Molti lo hanno dimenticato in fretta, ma alle ultime regionali il Pci ottenne proprio a Bisceglie il miglior risultato assoluto, un 6.98% frutto dei 1004 consensi espressi sull'ex consigliere comunale e già segretario di sezione Emanuele Arcieri. Non è ancora chiaro se il contrassegno sarà presentato a livello regionale (pare di no al momento ma nel caso la competizione potrebbe interessare il giovane consigliere comunale Enrico Capurso) mentre Liberi e uguali e Noi a sinistra per la Puglia (con l'uscente tranese Mimmo Santorsola, votato anche da 340 cittadini biscegliesi) dovrebbero concorrere con liste separate. Non di sinistra, anzi, è Puglia popolare, il movimento di Massimo Cassano che punta a rappresentare i moderati di area centrodestra decisi a sostenere Emiliano e avrà in lista l'attuale assessore comunale tranese Mimmo Briguglio.
Gli esponenti di centrosinistra dell'amministrazione guidata da Angelantonio Angarano non sembrerebbero suscitare l'appeal di qualche mese fa ma le sorprese sono dietro l'angolo. Ridotte al lumicino le possibilità di impegno della neomamma Roberta Rigante, l'unico nome gettonato è quello di Gianni Naglieri.
Va meglio, per certi versi, a quelli di centrodestra: la candidatura del vicesindaco Angelo Consiglio con Forza Italia è in piedi da oltre un anno. Con quali probabilità di successo? Molto dipenderà dalla composizione della lista azzurra nella Bat. Discorso semplice per i due partiti più forti della coalizione: sia la Lega che Fratelli d'Italia eleggeranno almeno un consigliere regionale a testa nella peggiore delle ipotesi. L'ex sindaco di Andria Nicola Giorgino è in pole position per il Carroccio e alle sue spalle sono in tanti a scalpitare, compreso il biscegliese Rocco Prete di cui è gradita la lealtà oltre che l'essere stato uno dei primi leghisti sul territorio (lo certificano i 561 voti raccolti nel 2015).
Il partito di Giorgia Meloni presenterà l'uscente Francesco Ventola (209 preferenze a Bisceglie cinque anni fa per la lista "Oltre con Fitto") e non potrà non schierare almeno un biscegliese, considerata l'esistenza di svariate migliaia di correnti interne e di riferimenti cittadini in Fratelli d'Italia... I 1143 voti conquistati allo scorso giro da Mimmo Spina non potranno essere ignorati. E chissà quale orientamento prenderanno i 544 elettori di Antonio Di Pierro, giovane ragioniere biscegliese candidato nel 2015 per il Movimento Schittulli sostenuto dall'allora senatore Antonio Azzollini.
Ammettetelo: quanto vi è mancato tutto ciò?