Buongiorno
Angelantonio Marzullo
Le comunicazioni del sindaco sui contagi avvengono in tarda serata e c'è chi lo ritiene un segnale di debolezza
domenica 19 aprile 2020
13.45
«La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?».
Di questo passo, è probabile che uno dei prossimi comunicati ufficiali del sindaco di Bisceglie possa concludersi con la classica domanda-riflessione che ha condotto nel mito mediatico il già popolare conduttore di "Mezzanotte e dintorni" e "Sottovoce".
I numeri non mentono mai, e vale perciò la pena di farli, per non correre l'inutile rischio di voler sembrare puntigliosi e stucchevoli.
L'andazzo è cominciato la domenica delle palme, il giorno nel quale girarono le più squallide e disgustose fake news, alimentate ad arte, con tanto di commenti vergognosi nei confronti di un ignaro cittadino confuso per un'altra persona, peraltro non risultata positiva. La nota chiarificatrice, a conclusione di uno dei pomeriggi più bui della storia recente biscegliese, è giunta alle 21:48. Troppo tardi? Ciascuno valuti secondo coscienza.
Il trend è peggiorato nella settimana di Pasqua: Venerdì Santo la città, già turbata dalla notizia della tragica morte di Alessia Ferrante battuta in serata dal nostro sito, ha dovuto attendere le 23:07 per ricevere aggiornamenti ufficiali sull'emergenza Coronavirus.
È andata leggermente meglio a Pasquetta, quando però l'aumento di altri due casi positivi è stato riportato praticamente in coda a un lunghissimo post, benché alle 22:06.
E non è parso quasi vero, mercoledì 15 aprile, di poter "salutare" l'arrivo della nota quotidiana "addirittura" alle 21:32, al punto da avvertire in un'espressione di attacco perentorioa Spina agli avversari («I soliti "leoni da tastiera" interpreteranno e tradurranno il post in politichese») il segnale di una maggiore, ritrovata sicurezza.
Invece, niente da fare. Quanto accaduto il giorno successivo ha rievocato il ricordo della famosa battuta su Giuseppe Giusti e la rivoluzione del 1848: «Novello Sansone, diede la scrollata alle colonne del tempio del Vecchio Regime, e poi si spaventò per i calcinacci che cadevano». E così, i pochi biscegliesi rimasti ancora svegli hanno potuto prendere visione degli aggiornamenti ufficiali alle 00:36. L'una meno venti della notte.
La situazione, quasi inevitabilmente, è migliorata venerdì 17 aprile (23:45) e sabato 18 (23:14).
Sia chiaro: un amministratore pubblico, specie se eletto, può scegliere la collocazione oraria e la modalità che ritiene più opportune per comunicare. Non deve certo dar conto di questo a un giornale (ci mancherebbe altro): fornirci gli aggiornamenti non è neppure obbligatorio. Il punto non è questo.
La questione, semmai, è di opportunità e si presta, naturalmente, a interpretazioni politiche più o meno verosimili che però diventano legittime nel momento in cui si tira a tarda sera per relazionare ai cittadini sull'andamento dei casi positivi al Covid-19.
Al netto delle innegabili difficoltà derivanti dalla circolazione lentissima di notizie tra i vari livelli istituzionali (benché siano trascorsi praticamente due mesi dall'inizio dell'emergenza, non si registrano progressi in questo senso), il sindaco di qualsiasi comune italiano che dovesse comunicare notizie di tale rilevanza non prima delle 21:32 e finanche alle 00:36, non può non attendersi le critiche (strumentali? Ok, strumentali) degli oppositori politici. E non può non immaginare che più di qualche cittadino attento, che i lettori, che gli osservatori neutrali o comunque non pregiudizialmente schierati possano leggere, tra le righe, un segnale di debolezza. Questo vale a Bisceglie come in ogni città del Paese.
È questa la ragione per cui, ironizzando, qualcuno ha rinominato il sindaco di Bisceglie Angelantonio Marzullo.
Ora, però, Angarano si faccia una domanda e si dia la risposta.
Di questo passo, è probabile che uno dei prossimi comunicati ufficiali del sindaco di Bisceglie possa concludersi con la classica domanda-riflessione che ha condotto nel mito mediatico il già popolare conduttore di "Mezzanotte e dintorni" e "Sottovoce".
I numeri non mentono mai, e vale perciò la pena di farli, per non correre l'inutile rischio di voler sembrare puntigliosi e stucchevoli.
L'andazzo è cominciato la domenica delle palme, il giorno nel quale girarono le più squallide e disgustose fake news, alimentate ad arte, con tanto di commenti vergognosi nei confronti di un ignaro cittadino confuso per un'altra persona, peraltro non risultata positiva. La nota chiarificatrice, a conclusione di uno dei pomeriggi più bui della storia recente biscegliese, è giunta alle 21:48. Troppo tardi? Ciascuno valuti secondo coscienza.
Il trend è peggiorato nella settimana di Pasqua: Venerdì Santo la città, già turbata dalla notizia della tragica morte di Alessia Ferrante battuta in serata dal nostro sito, ha dovuto attendere le 23:07 per ricevere aggiornamenti ufficiali sull'emergenza Coronavirus.
È andata leggermente meglio a Pasquetta, quando però l'aumento di altri due casi positivi è stato riportato praticamente in coda a un lunghissimo post, benché alle 22:06.
E non è parso quasi vero, mercoledì 15 aprile, di poter "salutare" l'arrivo della nota quotidiana "addirittura" alle 21:32, al punto da avvertire in un'espressione di attacco perentorio
Invece, niente da fare. Quanto accaduto il giorno successivo ha rievocato il ricordo della famosa battuta su Giuseppe Giusti e la rivoluzione del 1848: «Novello Sansone, diede la scrollata alle colonne del tempio del Vecchio Regime, e poi si spaventò per i calcinacci che cadevano». E così, i pochi biscegliesi rimasti ancora svegli hanno potuto prendere visione degli aggiornamenti ufficiali alle 00:36. L'una meno venti della notte.
La situazione, quasi inevitabilmente, è migliorata venerdì 17 aprile (23:45) e sabato 18 (23:14).
Sia chiaro: un amministratore pubblico, specie se eletto, può scegliere la collocazione oraria e la modalità che ritiene più opportune per comunicare. Non deve certo dar conto di questo a un giornale (ci mancherebbe altro): fornirci gli aggiornamenti non è neppure obbligatorio. Il punto non è questo.
La questione, semmai, è di opportunità e si presta, naturalmente, a interpretazioni politiche più o meno verosimili che però diventano legittime nel momento in cui si tira a tarda sera per relazionare ai cittadini sull'andamento dei casi positivi al Covid-19.
Al netto delle innegabili difficoltà derivanti dalla circolazione lentissima di notizie tra i vari livelli istituzionali (benché siano trascorsi praticamente due mesi dall'inizio dell'emergenza, non si registrano progressi in questo senso), il sindaco di qualsiasi comune italiano che dovesse comunicare notizie di tale rilevanza non prima delle 21:32 e finanche alle 00:36, non può non attendersi le critiche (strumentali? Ok, strumentali) degli oppositori politici. E non può non immaginare che più di qualche cittadino attento, che i lettori, che gli osservatori neutrali o comunque non pregiudizialmente schierati possano leggere, tra le righe, un segnale di debolezza. Questo vale a Bisceglie come in ogni città del Paese.
È questa la ragione per cui, ironizzando, qualcuno ha rinominato il sindaco di Bisceglie Angelantonio Marzullo.
Ora, però, Angarano si faccia una domanda e si dia la risposta.