Buongiorno
Attento che decadi
Il blog di Vito Troilo
martedì 18 luglio 2017
13.15
Martedì 25 luglio si terrà (non è stato ancora convocato ma la data è praticamente certa) un consiglio comunale dai contenuti e dagli esiti potenzialmente sorprendenti per gran parte dei biscegliesi, lontani dai rumors dell'ambiente, frenetici già da tre-quattro settimane. L'ordine del giorno della seduta, che sarà ufficialmente comunicato dal presidente Franco Napoletano tra mercoledì e giovedì, dovrebbe contenere un punto destinato a far scalpore: la sussistenza di una sopraggiunta causa di incompatibilità di Francesco Spina con la carica di sindaco.
Spina, di professione avvocato, sarebbe intenzionato a far valere una serie di crediti, mai esigiti, vantati nei confronti del comune di Bisceglie, relativi a cause sostenute da controparte dell'ente in un periodo precedente alla sua prima elezione (2006). I procedimenti, dieci anni più tardi, sarebbero caduti in prescrizione ma non passati in giudicato: in poche parole il primo cittadino avrebbe tutto il diritto di rivendicare quelle somme e sottoporre la questione a un giudizio dato che il procedimento non si è concluso.
Non è necessario essere grandi esperti di diritto per comprendere che è impossibile ricoprire incarichi elettivi in enti con cui si è in causa. Spina sarebbe perfettamente consapevole di incorrere nell'incompatibilità: martedì potrebbe perciò essere messa ai voti la sua decadenza dalle funzioni e la maggioranza l'approverebbe, provocando in concreto il passaggio dei poteri del sindaco a Vittorio Fata.
Sarebbe troppo facile ironizzare sul perfetto tempismo della vicenda, a pochi mesi dalle prossime elezioni politiche e a meno di un anno dalla tornata amministrativa. Spina è un grandissimo stratega politico e ha intenzione di sfoderare l'ultimo asso dalla manica per impedire lo scioglimento anticipato del consiglio comunale e la nomina di un commissario prefettizio, che non garantirebbe la continuità amministrativa alla sua parte e sarebbe comunque scelto dal ministro degli interni secondo criteri molto romani e decisamente poco biscegliesi. La sua partita per una candidatura alla Camera (o in secondo luogo per il Senato) è cominciata da tempo.
La decadenza di Spina dal ruolo di sindaco lascerebbe vacante un posto in giunta rispetto al massimale previsto dalle normative: il settimo assessorato potrebbe essere assegnato, nel solco di una consolidata collaborazione e affinità, a un'esponente (l'apostrofo non è un errore: dovrebbe trattarsi di una donna) del gruppo "Il Pd che vogliamo", guidato da Tommaso Galantino, che lunedì sera si è riunito in gran segreto (...) presso una nota struttura ricettiva. L'ipotesi di un più complesso rimpasto a pochi mesi dalla conclusione della consiliatura è stata presa in considerazione e successivamente scartata: impossibile l'ingresso in giunta per Enzo Di Pierro a causa del fatto che gli subentrerebbe, in consiglio comunale, il primo dei non eletti della lista "Noi riformatori", che sfortunatamente per il capogruppo spiniano è l'ex assessore allo sport Vittoria Sasso...
L'annuncio della giocata a sorpresa da parte del primo cittadino, emersa chiaramente la scorsa settimana in occasione della conferenza dei capigruppo, ha contribuito a balcanizzare ulteriormente un quadro che a questo punto non potrebbe divenire più complesso e intricato. Le prossime mosse di Francesco Spina avranno inevitabilmente un effetto devastante all'interno di un Partito Democratico biscegliese già dilaniato.
Non c'è una concreta ipotesi di coalizione, per le comunali 2018, diversa dalla teoria del duplice passo indietro: un candidato sindaco per l'intero centrosinistra (o quasi) "terzo" rispetto ai gruppi di Spina e Boccia, costretti all'armistizio dalla situazione contingente. I due grandi antagonisti sulla scena, sempre che abbiano voglia di impegnarsi sul serio per la vittoria alle amministrative (e la prospettiva di una convivenza realmente pacifica), dovranno trovare una persona equidistante, che renda conto garantendo entrambi e poi fare campagna elettorale insieme.
Un compito più improbabile di quello che si erano coraggiosamente prefissate Jo Squillo e Sabrina Salerno col loro tormentone ultrafemminista "Siamo donne / oltre alle gambe c'è di più"...
Attento che decadi. Buonanotte.
Spina, di professione avvocato, sarebbe intenzionato a far valere una serie di crediti, mai esigiti, vantati nei confronti del comune di Bisceglie, relativi a cause sostenute da controparte dell'ente in un periodo precedente alla sua prima elezione (2006). I procedimenti, dieci anni più tardi, sarebbero caduti in prescrizione ma non passati in giudicato: in poche parole il primo cittadino avrebbe tutto il diritto di rivendicare quelle somme e sottoporre la questione a un giudizio dato che il procedimento non si è concluso.
Non è necessario essere grandi esperti di diritto per comprendere che è impossibile ricoprire incarichi elettivi in enti con cui si è in causa. Spina sarebbe perfettamente consapevole di incorrere nell'incompatibilità: martedì potrebbe perciò essere messa ai voti la sua decadenza dalle funzioni e la maggioranza l'approverebbe, provocando in concreto il passaggio dei poteri del sindaco a Vittorio Fata.
Sarebbe troppo facile ironizzare sul perfetto tempismo della vicenda, a pochi mesi dalle prossime elezioni politiche e a meno di un anno dalla tornata amministrativa. Spina è un grandissimo stratega politico e ha intenzione di sfoderare l'ultimo asso dalla manica per impedire lo scioglimento anticipato del consiglio comunale e la nomina di un commissario prefettizio, che non garantirebbe la continuità amministrativa alla sua parte e sarebbe comunque scelto dal ministro degli interni secondo criteri molto romani e decisamente poco biscegliesi. La sua partita per una candidatura alla Camera (o in secondo luogo per il Senato) è cominciata da tempo.
La decadenza di Spina dal ruolo di sindaco lascerebbe vacante un posto in giunta rispetto al massimale previsto dalle normative: il settimo assessorato potrebbe essere assegnato, nel solco di una consolidata collaborazione e affinità, a un'esponente (l'apostrofo non è un errore: dovrebbe trattarsi di una donna) del gruppo "Il Pd che vogliamo", guidato da Tommaso Galantino, che lunedì sera si è riunito in gran segreto (...) presso una nota struttura ricettiva. L'ipotesi di un più complesso rimpasto a pochi mesi dalla conclusione della consiliatura è stata presa in considerazione e successivamente scartata: impossibile l'ingresso in giunta per Enzo Di Pierro a causa del fatto che gli subentrerebbe, in consiglio comunale, il primo dei non eletti della lista "Noi riformatori", che sfortunatamente per il capogruppo spiniano è l'ex assessore allo sport Vittoria Sasso...
L'annuncio della giocata a sorpresa da parte del primo cittadino, emersa chiaramente la scorsa settimana in occasione della conferenza dei capigruppo, ha contribuito a balcanizzare ulteriormente un quadro che a questo punto non potrebbe divenire più complesso e intricato. Le prossime mosse di Francesco Spina avranno inevitabilmente un effetto devastante all'interno di un Partito Democratico biscegliese già dilaniato.
Non c'è una concreta ipotesi di coalizione, per le comunali 2018, diversa dalla teoria del duplice passo indietro: un candidato sindaco per l'intero centrosinistra (o quasi) "terzo" rispetto ai gruppi di Spina e Boccia, costretti all'armistizio dalla situazione contingente. I due grandi antagonisti sulla scena, sempre che abbiano voglia di impegnarsi sul serio per la vittoria alle amministrative (e la prospettiva di una convivenza realmente pacifica), dovranno trovare una persona equidistante, che renda conto garantendo entrambi e poi fare campagna elettorale insieme.
Un compito più improbabile di quello che si erano coraggiosamente prefissate Jo Squillo e Sabrina Salerno col loro tormentone ultrafemminista "Siamo donne / oltre alle gambe c'è di più"...
Attento che decadi. Buonanotte.