C'è poco da star tranquilli
Gli spari contro i Carabinieri a meno di due settimane dai fatti di Cagnano Varano
Mi sarà perdonata, perciò, l'autocitazione.
L'articolo sarebbe proseguito con gli aggiornamenti a proposito del rapporto della Dia (direzione investigativa antimafia) riguardo il primo semestre del 2018 (gennaio-giugno): dati sui quali tornerò in seguito, ora superati dalla cronaca di quanto avvenuto nel pomeriggio di giovedì 25 aprile a pochi passi dal mercato ittico.«Incoraggia, conforta, rassicura. La massiccia partecipazione di centinaia di studenti di tutti gli istituti d'istruzione secondaria superiore e delle terze classi della "Riccardo Monterisi" alla marcia contro le mafie promossa dal Presidio Libera "Sergio Cosmai" di Bisceglie ha prodotto molto più che la banale occasione per ragazze e ragazzi di saltare le lezioni.
L'impressione suscitata dal corteo e dalla successiva manifestazione in occasione della giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, mercoledì 21 marzo, è che una parte non trascurabile della gioventù biscegliese abbia piena consapevolezza di un fenomeno criminale tutt'altro che lontano dalla nostra realtà».
Perché la gravità di uno o più colpi di pistola esplosi all'indirizzo di rappresentanti delle forze dell'ordine è subito avvertita da una comunità, va oltre le statistiche. Scrivere che una persona avrebbe sparato verso uno o più Carabinieri a meno di due settimane dall'assassinio del maresciallo Vincenzo Di Gennaro a Cagnano Varano non è qualcosa di semplice e leggero.
Tocca tutti, perché colpisce e induce a riflessioni: spesso ovvie, come l'ennesimo inoltro (cui sarebbe sbagliato sottrarsi) della richiesta di potenziamento della presenza delle forze dell'ordine a Bisceglie. Qualcuno tornerà a rimarcare la necessità di un presidio della Polizia di Stato e forse altri ricorderanno che questa città ha perduto un avamposto prezioso, quello della Guardia di Finanza, nel silenzio generale.
La sostanza è che, purtroppo, a Bisceglie si spara con una frequenza maggiore che nel passato. La novità, allarmante per davvero, è che i proiettili adesso viaggiano in direzione degli uomini dello Stato.
Il 13 ottobre scorso ritenni doveroso riflettere sul passaggio, per certi versi epocale, di questa città da "zona franca" a territorio conteso. I giovanissimi scesi in piazza per ricordare, 34 anni dopo, il sacrificio di Sergio Cosmai, meritano risposte concrete e rapide da quelle stesse generazioni che hanno vissuto in una Bisceglie lambita solo sporadicamente dalle pallottole. Trascorse le ore della giusta solidarietà ai Carabinieri coinvolti nella vicenda - cui ci associamo convintamente - sarà già tempo di provvedimenti efficaci. Non sarò mai il capo degli allarmisti ma qui c'è poco da star tranquilli.
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