Buongiorno
Chiedi cos'era l'Edilspina
Un ricordo di Pasquale Spina, scomparso a 78 anni
mercoledì 17 aprile 2019
10.37
Se n'è andata in silenzio, domenica 14 aprile, all'età di 78 anni, una persona che ha dato tanto allo sport biscegliese. Un uomo che ha vissuto per il lavoro e ha legato per oltre un decennio il suo nome a una delle più significative storie del calcio minore in città.
La scomparsa di Pasquale Spina ha suscitato in me, figlio di piccolo imprenditore edile, una grande tristezza. Ho atteso anche troppo, confidando che altri potessero rendergli omaggio, per scrivere questo pezzo, rendendomi conto, al contrario, quanto sia semplice dimenticare il passato.
Pasquale fu coinvolto nella gestione di una società calcistica dal nipote Sergio Mastrapasqua. Nacque così, nel 1983, l'Edilspina. Fu il terzo connubio stretto, in ordine di tempo, tra un'azienda e un club sportivo biscegliese (i precedenti nel 1974 con la Juvest calcio che divenne Arredamenti Valente e nel 1975 con la sponsorizzazione Moda Market per il Gs Basket).
L'Edilspina non è mai andata oltre la Prima categoria e ha chiuso l'attività a metà degli anni '90. Memorabili, per chi ha avuto la possibilità di godersele, le stracittadine con la Juventus Club e - soprattutto - i rivali della Fidens, spesso trascese in poco cordiali "scambi di opinioni". I miei resoconti di baby aspirante giornalista, fra articoli e spassose corrispondenze (una fra le tante, quella con Rete Smash Gargano, radio di Manfredonia), saranno da qualche parte in quelle cataste di roba che non avrò mai il tempo di organizzare in un archivio e spesso mi diverto a immaginare che effetto avrebbe fatto, se fossero esistiti i social, un bambino di 9 anni alle prese con distinte ricostruite a penna e resoconti nella polvere del "Francesco Di Liddo".
Il personaggio simbolo dell'Edilspina è senza ombra di dubbio Pinuccio Soldani, da tutti soprannominato "Soldino". Un'infinità le leggende metropolitane circolate sul suo conto: dall'ipotesi che potesse aver giocato alcune partite giovanili sotto falso nome spacciandosi per Allievo all'organizzazione rocambolesca delle gare, specie in trasferta. In tutte queste voci una sola, evidente, certezza: l'amore sconfinato per il calcio.
Pasquale Spina era scapolo e non ha lasciato eredi. Lascia però una traccia rilevante nella storia dello sport biscegliese, come dell'imprenditoria. Mi capita spesso di attraversare via Ugo La Malfa in auto e cercare con lo sguardo il suo deposito di materiale per l'edilizia. Non dimenticherò mai quelle maglie strane, quasi sempre verdi con delle righe strette e sottili, quasi mai identiche, retaggio di un calcio nel quale le borse e le divise si passavano di anno in anno, dalle prime squadre alle giovanili. E se qualcuno ha dimenticato di ringraziare Pasquale Spina, mi sia permesso di farlo anche solo per sottolineare che certe storie vale la pena ancora di raccontarle.
© riproduzione riservata
La scomparsa di Pasquale Spina ha suscitato in me, figlio di piccolo imprenditore edile, una grande tristezza. Ho atteso anche troppo, confidando che altri potessero rendergli omaggio, per scrivere questo pezzo, rendendomi conto, al contrario, quanto sia semplice dimenticare il passato.
Pasquale fu coinvolto nella gestione di una società calcistica dal nipote Sergio Mastrapasqua. Nacque così, nel 1983, l'Edilspina. Fu il terzo connubio stretto, in ordine di tempo, tra un'azienda e un club sportivo biscegliese (i precedenti nel 1974 con la Juvest calcio che divenne Arredamenti Valente e nel 1975 con la sponsorizzazione Moda Market per il Gs Basket).
L'Edilspina non è mai andata oltre la Prima categoria e ha chiuso l'attività a metà degli anni '90. Memorabili, per chi ha avuto la possibilità di godersele, le stracittadine con la Juventus Club e - soprattutto - i rivali della Fidens, spesso trascese in poco cordiali "scambi di opinioni". I miei resoconti di baby aspirante giornalista, fra articoli e spassose corrispondenze (una fra le tante, quella con Rete Smash Gargano, radio di Manfredonia), saranno da qualche parte in quelle cataste di roba che non avrò mai il tempo di organizzare in un archivio e spesso mi diverto a immaginare che effetto avrebbe fatto, se fossero esistiti i social, un bambino di 9 anni alle prese con distinte ricostruite a penna e resoconti nella polvere del "Francesco Di Liddo".
Il personaggio simbolo dell'Edilspina è senza ombra di dubbio Pinuccio Soldani, da tutti soprannominato "Soldino". Un'infinità le leggende metropolitane circolate sul suo conto: dall'ipotesi che potesse aver giocato alcune partite giovanili sotto falso nome spacciandosi per Allievo all'organizzazione rocambolesca delle gare, specie in trasferta. In tutte queste voci una sola, evidente, certezza: l'amore sconfinato per il calcio.
Pasquale Spina era scapolo e non ha lasciato eredi. Lascia però una traccia rilevante nella storia dello sport biscegliese, come dell'imprenditoria. Mi capita spesso di attraversare via Ugo La Malfa in auto e cercare con lo sguardo il suo deposito di materiale per l'edilizia. Non dimenticherò mai quelle maglie strane, quasi sempre verdi con delle righe strette e sottili, quasi mai identiche, retaggio di un calcio nel quale le borse e le divise si passavano di anno in anno, dalle prime squadre alle giovanili. E se qualcuno ha dimenticato di ringraziare Pasquale Spina, mi sia permesso di farlo anche solo per sottolineare che certe storie vale la pena ancora di raccontarle.
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