Buongiorno
Come se non fosse successo niente
Un'analisi del voto regionale
venerdì 25 settembre 2020
9.50
Diversi osservatori si sono chiesti, nelle ultime settimane, quali ripercussioni il voto per le regionali avrebbe avuto sulle sorti dell'amministrazione comunale di Bisceglie. È apparso subito chiaro che non ce ne sarebbero state. Angelantonio Angarano ha dissimulato l'esistenza della campagna elettorale, disinteressandosene in maniera plateale nell'evidente tentativo di non fornire futili pretesti ai numerosi "ballerini" di una maggioranza che - lo sanno perfino i bambini - si regge sul precario equilibrio dato dalla totale immobilità di colui che la dovrebbe guidare.
L'analisi di quanto emerso dalle urne sarà perciò di natura differente, non potendo riguardare le vicende di piccolo cabotaggio che da tempo balcanizzano una compagine amministrativa che non si sfalda solo perché nessuno - per il momento - vuole assumersi davanti alla città l'onere di dare il via a un commissariamento di alcuni mesi.
Profonda preoccupazione suscita la tenuta del carro vincente di Filippo Caracciolo, sul quale sono saliti quasi tutti coloro che hanno fatto politica a Bisceglie negli ultimi 30 anni, da destra a sinistra, accreditandosi al cospetto del rieletto consigliere regionale barlettano e dichiarando ai quattro venti, specie nei bar, di averlo "portato". La struttura potrebbe non reggere e diversi fondoschiena finire idealmente per terra, se si considera che Caracciolo ha preso "appena" 1340 preferenze. Quando la tragicomica processione di consiglieri di maggioranza, esponenti di opposizione e altri cani sciolti impegnati in un impettimento inutile si sarà conclusa, resterà la solita sensazione di vuoto pneumatico che contraddistingue questi atteggiamenti semplicemente ridicoli.
Risultato leggermente sotto le aspettative quello conseguito da Tonia Spina, che al termine della contesa si è accorta di essere rimasta praticamente sola in un centrodestra disabitato. Come altro definire un'area politica maggioritaria nel Paese ma incapace, a Bisceglie, di raccogliere più di 5967 preferenze? Sembrerà incredibile ma Raffaele Fitto, in città, ha preso oltre 500 voti in più delle liste che lo hanno sostenuto... La polemica montata da Salvini sulla presunta debolezza del "suo" candidato alla presidenza (mai nominato durante la campagna elettorale) non è corroborata dai numeri: l'europarlamentare di Fratelli d'Italia, in Puglia, ha raccolto 30000 consensi oltre quelli della coalizione di centrodestra. Tutti i nove consiglieri regionali eletti tra Fdi (6) e La Puglia domani (3) rispondono a Fitto. Con Altieri candidato sarebbe finita 60-20, a volergli bene.
Era lecito attendersi di più anche da Rocco Prete e soprattutto dalla Lega, che ha pagato dazio a un drastico calo rispetto alle Europee e peraltro non ha sfondato altrove: si pensi alla mancata elezione di Giorgino, al suo consenso personale notevolmente ridotto ad Andria e alla performance sotto le attese del giovanissimo Ruggiero Grimaldi.
Proseguono intanto le ricerche dei resti di Forza Italia. Se qualcuno li avesse avvistati, può segnalarlo all'ex vicesindaco di Barletta Marcello Lanotte, candidato non eletto il cui "disappunto" per quanto emerso dal voto biscegliese è stato manifestato persino in diretta televisiva.
A proposito: c'è un altro La Notte, il commercialista Francesco, che ha sfiorato il colpaccio. Primo nella Bat (e non c'erano dubbi) nella lista di Massimo Cassano, il suo contributo alla causa sarà tenuto giustamente in considerazione a Bari. Onore a lui per la bella prova personale.
Sarà inevitabile assistere al tentativo di Antonio Belsito di accreditare come "tutto suo" un risultato che, naturalmente, non ha alcun tipo di peso e significato in vista delle prossime amministrative. I più cattivi hanno fatto incetta, da tempo, degli screenshot coi simboli delle sei liste civiche della coalizione "Patti chiari" che l'avvocato giura di avere pronte e schierare nell'eventualità di un voto comunale anticipato. Vedremo.
Gli ultimi giorni di campagna elettorale sono stati caratterizzati dall'inedito scontro tutto interno al Pci di Bisceglie: causa scatenante, l'iniziativa individuale di Natalina Evangelista, figlia di quel Sergio Evangelista che in tanti ricordano fra i migliori esponenti delle amministrazioni comunali di sinistra, ottimo assessore ai servizi sociali e operoso consigliere provinciale.
Candidata nella lista "Con", l'educatrice biscegliese ha raccolto un risultato lusinghiero, contribuendo fra l'altro all'elezione del barlettano Giuseppe Tupputi e togliendosi il classico sassolino dalla scarpa in fase di commento.
La frattura con la sezione "Antonio Gramsci", sostengono i meglio informati, sarebbe dovuta al mancato supporto da parte del Pci a una candidatura evidentemente non concordata e per questo ritenuta non unitaria. Le discussioni sarebbero state piuttosto animate.
Negli ultimi giorni, poi, si è consumato il contrasto ai vari livelli del partito: i biscegliesi hanno deciso di votare la lista Lavoro ambiente costituzione optando per un disgiunto in favore di Emiliano al punto di uscire con manifesti eloquenti e provocando la reazione del candidato presidente, il rifondarolo Nicola Cesaria e dei vertici regionali del Pci. Risultato: buona parte del consenso comunista si è esaurita al solo voto per Emiliano presidente.
Il Movimento 5 Stelle ha raccolto i frutti di un'opposizione seria e sui temi, sia in consiglio comunale che fuori, grazie a un gruppo affiatato ben rappresentato, in questo caso, da Pippo Acquaviva. Ecco spiegata la tenuta, in città, di una forza che altrove è crollata. Non c'erano dubbi sullo spessore morale e sulle qualità umane del bravo candidato biscegliese. Risultato meritatissimo.
Quanto agli ex pentastellati, il frutto del palese sostegno su Bisceglie del deputato Davide Galantino alla candidatura del tranese Raimondo Lima, certificato da post sui social, manifesti affissi sulle plance ed esposti nella sede del circolo di Fratelli d'Italia, endorsement e partecipazioni congiunte a una serie di eventi elettorali, si è manifestato in modo chiaro nelle urne: 58 voti. In fondo, come il parlamentare ben sa, gli elettori hanno sempre ragione.
L'analisi di quanto emerso dalle urne sarà perciò di natura differente, non potendo riguardare le vicende di piccolo cabotaggio che da tempo balcanizzano una compagine amministrativa che non si sfalda solo perché nessuno - per il momento - vuole assumersi davanti alla città l'onere di dare il via a un commissariamento di alcuni mesi.
Profonda preoccupazione suscita la tenuta del carro vincente di Filippo Caracciolo, sul quale sono saliti quasi tutti coloro che hanno fatto politica a Bisceglie negli ultimi 30 anni, da destra a sinistra, accreditandosi al cospetto del rieletto consigliere regionale barlettano e dichiarando ai quattro venti, specie nei bar, di averlo "portato". La struttura potrebbe non reggere e diversi fondoschiena finire idealmente per terra, se si considera che Caracciolo ha preso "appena" 1340 preferenze. Quando la tragicomica processione di consiglieri di maggioranza, esponenti di opposizione e altri cani sciolti impegnati in un impettimento inutile si sarà conclusa, resterà la solita sensazione di vuoto pneumatico che contraddistingue questi atteggiamenti semplicemente ridicoli.
Risultato leggermente sotto le aspettative quello conseguito da Tonia Spina, che al termine della contesa si è accorta di essere rimasta praticamente sola in un centrodestra disabitato. Come altro definire un'area politica maggioritaria nel Paese ma incapace, a Bisceglie, di raccogliere più di 5967 preferenze? Sembrerà incredibile ma Raffaele Fitto, in città, ha preso oltre 500 voti in più delle liste che lo hanno sostenuto... La polemica montata da Salvini sulla presunta debolezza del "suo" candidato alla presidenza (mai nominato durante la campagna elettorale) non è corroborata dai numeri: l'europarlamentare di Fratelli d'Italia, in Puglia, ha raccolto 30000 consensi oltre quelli della coalizione di centrodestra. Tutti i nove consiglieri regionali eletti tra Fdi (6) e La Puglia domani (3) rispondono a Fitto. Con Altieri candidato sarebbe finita 60-20, a volergli bene.
Era lecito attendersi di più anche da Rocco Prete e soprattutto dalla Lega, che ha pagato dazio a un drastico calo rispetto alle Europee e peraltro non ha sfondato altrove: si pensi alla mancata elezione di Giorgino, al suo consenso personale notevolmente ridotto ad Andria e alla performance sotto le attese del giovanissimo Ruggiero Grimaldi.
Proseguono intanto le ricerche dei resti di Forza Italia. Se qualcuno li avesse avvistati, può segnalarlo all'ex vicesindaco di Barletta Marcello Lanotte, candidato non eletto il cui "disappunto" per quanto emerso dal voto biscegliese è stato manifestato persino in diretta televisiva.
A proposito: c'è un altro La Notte, il commercialista Francesco, che ha sfiorato il colpaccio. Primo nella Bat (e non c'erano dubbi) nella lista di Massimo Cassano, il suo contributo alla causa sarà tenuto giustamente in considerazione a Bari. Onore a lui per la bella prova personale.
Sarà inevitabile assistere al tentativo di Antonio Belsito di accreditare come "tutto suo" un risultato che, naturalmente, non ha alcun tipo di peso e significato in vista delle prossime amministrative. I più cattivi hanno fatto incetta, da tempo, degli screenshot coi simboli delle sei liste civiche della coalizione "Patti chiari" che l'avvocato giura di avere pronte e schierare nell'eventualità di un voto comunale anticipato. Vedremo.
Gli ultimi giorni di campagna elettorale sono stati caratterizzati dall'inedito scontro tutto interno al Pci di Bisceglie: causa scatenante, l'iniziativa individuale di Natalina Evangelista, figlia di quel Sergio Evangelista che in tanti ricordano fra i migliori esponenti delle amministrazioni comunali di sinistra, ottimo assessore ai servizi sociali e operoso consigliere provinciale.
Candidata nella lista "Con", l'educatrice biscegliese ha raccolto un risultato lusinghiero, contribuendo fra l'altro all'elezione del barlettano Giuseppe Tupputi e togliendosi il classico sassolino dalla scarpa in fase di commento.
La frattura con la sezione "Antonio Gramsci", sostengono i meglio informati, sarebbe dovuta al mancato supporto da parte del Pci a una candidatura evidentemente non concordata e per questo ritenuta non unitaria. Le discussioni sarebbero state piuttosto animate.
Negli ultimi giorni, poi, si è consumato il contrasto ai vari livelli del partito: i biscegliesi hanno deciso di votare la lista Lavoro ambiente costituzione optando per un disgiunto in favore di Emiliano al punto di uscire con manifesti eloquenti e provocando la reazione del candidato presidente, il rifondarolo Nicola Cesaria e dei vertici regionali del Pci. Risultato: buona parte del consenso comunista si è esaurita al solo voto per Emiliano presidente.
Il Movimento 5 Stelle ha raccolto i frutti di un'opposizione seria e sui temi, sia in consiglio comunale che fuori, grazie a un gruppo affiatato ben rappresentato, in questo caso, da Pippo Acquaviva. Ecco spiegata la tenuta, in città, di una forza che altrove è crollata. Non c'erano dubbi sullo spessore morale e sulle qualità umane del bravo candidato biscegliese. Risultato meritatissimo.
Quanto agli ex pentastellati, il frutto del palese sostegno su Bisceglie del deputato Davide Galantino alla candidatura del tranese Raimondo Lima, certificato da post sui social, manifesti affissi sulle plance ed esposti nella sede del circolo di Fratelli d'Italia, endorsement e partecipazioni congiunte a una serie di eventi elettorali, si è manifestato in modo chiaro nelle urne: 58 voti. In fondo, come il parlamentare ben sa, gli elettori hanno sempre ragione.