Disgiunti

Sommi sacerdoti e guru sono convinti che impostare una campagna elettorale amministrativa esattamente nella stessa maniera di una competizione su larga scala (come le politiche) sia una sicura garanzia di rendimento in termini di voti. Ho i miei ragionevoli dubbi, pur se ritengo (e l'ho già scritto) i social molto più incisivi oggi rispetto al 2013, per una serie di ragioni. L'età media di accesso a Facebook si è alzata in funzione del combinato disposto tra un'accresciuta informatizzazione nella fascia degli over 50 e il progressivo abbandono degli under 25, che da tempo hanno traslocato su Instagram.

La lunghissima corsa al voto di domenica 10 giugno è proseguita, in queste settimane, all'insegna di pochi e fisiologici attacchi personali sferrati dai vari protagonisti (talvolta neppure candidati) verso alcuni avversari. È la prova più evidente non di una maggiore maturità o dell'improvvisa dimostrazione di sensibilità di taluni personaggi ma dell'accresciuta consapevolezza che il primo turno non sarà risolutivo.

Lo schema è prevedibile: le aggregazioni strutturalmente più deboli e non in grado di ambire al ballottaggio eviteranno di scoprirsi e al massimo si daranno battaglia fra loro per spuntare il miglior risultato possibile, con l'obiettivo di negoziare gli accordi per il secondo turno da una posizione non del tutto sfavorevole; le coalizioni più forti, dal 1 giugno in poi, calcoleranno la convenienza di un'azione più o meno aggressiva in base a quanto si sentiranno sicure di essere già sulla scheda per il barrage in programma domenica 24.

Un ruolo chiave, da non sottovalutare, sarà giocato dai 725 candidati al consiglio comunale, alcuni dei quali, ancora una volta, pare abbiano scoperto di esserlo solo in un secondo momento a seguito della lettura degli elenchi pubblicati da BisceglieViva... Incerti se sia più opportuno ridere, piangere o meglio non credere possibili, nel 2018, accadimenti del genere, sarà indispensabile valutare la tenuta delle candidature a sindaco rispetto alla forza espressa dalle varie liste: il voto disgiunto sarà determinante nella misura in cui le coalizioni, i capilista e i più forti candidati al consiglio comunale (un paniere ristretto a non più dei 50 seri pretendenti a un seggio facilmente individuabili) saranno in grado di scongiurarlo.

L'elettorato, in passato, ha penalizzato o favorito candidati a sindaco anche di oltre dieci punti percentuali (in più o in meno) se confrontati all'insieme delle preferenze raccolte dai contrassegni in coalizione. Dieci punti percentuali, immaginando un'affluenza del 72% al primo turno, equivalgono grosso modo a 3200 voti. Con ogni probabilità sarà questo dato a determinare l'accesso al ballottaggio. La vera partita si giocherà sull'appeal del singolo pretendente alla carica di primo cittadino presso l'elettorato dei "big" che ha schierato nelle sue liste: incognite cui non sarà certo un algoritmo di Facebook a dare le risposte.

P. S. "Buongiorno" proseguirà, fino al 10 giugno, evitando accuratamente temi inerenti la campagna per le elezioni amministrative, concedendosi un'eccezione per l'analisi dei risultati del primo turno e rispettando le consegne fino allo svolgimento del ballottaggio. In bocca al lupo a tutti.