Buongiorno
Divieto di sport
I candidati sindaco di Molfetta ignorano completamente il tema nel dibattito pubblico
martedì 23 maggio 2017
10.33
Sabato 20 maggio ho assistito con immenso piacere, accompagnando il nostro direttore Serena Ferrara, al dibattito pubblico che si è svolto presso la Fabbrica di San Domenico, nella sala intitolata al grande Beniamino Finocchiaro, fra i cinque candidati alla carica di sindaco di Molfetta. L'ottima iniziativa del nostro sito fratello Molfettaviva mi ha permesso, da appassionato di questioni politiche quale sono, di farmi un'idea del quadro e realizzare previsioni che non esternerò certo in questo blog dato che non ho alcuna intenzione di mettere in difficoltà la splendida redazione guidata da Maria Marino.
Il confronto, fortemente voluto dall'editore Salvatore Farinato, è stato impeccabilmente amministrato dal nostro direttore di network Antonio Quinto, in una serata nella quale si è tenuta anche la premiazione del concorso "Molfettese dell'anno", molto rassomigliante a "Biscegliese dell'anno", presentata come sempre con garbo e professionalità dal caro Tommaso Amato.
I quattro uomini in corsa si sono tutti presentati al confronto senza indossare la cravatta e i due più giovani hanno rinunciato anche alla giacca, a certificazione di un dato che ho riscontrato anche nelle foto dei primi comizi in altri comuni limitrofi che andranno al voto (in particolare Giovinazzo e Terlizzi): il cambiamento, in politica, è anche nel look.
Nel corso delle due ore di discussione sono emersi spunti interessati, che hanno contribuito a definire punti in comune e differenze programmatiche, ideali e di metodo fra i cinque competitors.
Una parola, purtroppo, non è mai stata pronunciata da alcun candidato: sport.
Potete immaginare la mia totale esecrazione per questo "dettaglio" che certo non è sfuggito.
Molfetta ha 60 mila abitanti. È il terzo comune più popoloso (dopo il capoluogo e Altamura) della Città Metropolitana di Bari. L'idea che lo sport non sia fra le tematiche a cuore di nessuno fra coloro che aspirano ad amministrare una città di queste dimensioni mi spaventa. Meno di 48 ore dopo la conclusione del confronto di sabato pomeriggio la Pallavolo Molfetta ha annunciato che non parteciperà più alla Superlega. Martedì mattina è toccato al Molfetta Hockey prendere atto della rinuncia di un importante sponsor. La prima squadra di calcio è retrocessa in Promozione. Due società di pallacanestro provano a risollevarsi ma sono ancora in Serie D. Tralascio qualsiasi ulteriore considerazione sulle condizioni dello stadio "Paolo Poli" e sulla mancata realizzazione del nuovo campo per l'atletica leggera.
I problemi di una comunità sono molteplici e Molfetta ne ha accumulati parecchi. Questa consapevolezza, tuttavia, non può attutire l'amarezza per una campagna elettorale finora contrassegnata dal più completo disinteresse per quello che è spesso considerato il termometro di una città. C'è tempo fino all'11 giugno per dimostrare, con discorsi seri e concreti, che a Molfetta non esiste alcun divieto di sport. Buona fortuna, anzi. Buonanotte.
Il confronto, fortemente voluto dall'editore Salvatore Farinato, è stato impeccabilmente amministrato dal nostro direttore di network Antonio Quinto, in una serata nella quale si è tenuta anche la premiazione del concorso "Molfettese dell'anno", molto rassomigliante a "Biscegliese dell'anno", presentata come sempre con garbo e professionalità dal caro Tommaso Amato.
I quattro uomini in corsa si sono tutti presentati al confronto senza indossare la cravatta e i due più giovani hanno rinunciato anche alla giacca, a certificazione di un dato che ho riscontrato anche nelle foto dei primi comizi in altri comuni limitrofi che andranno al voto (in particolare Giovinazzo e Terlizzi): il cambiamento, in politica, è anche nel look.
Nel corso delle due ore di discussione sono emersi spunti interessati, che hanno contribuito a definire punti in comune e differenze programmatiche, ideali e di metodo fra i cinque competitors.
Una parola, purtroppo, non è mai stata pronunciata da alcun candidato: sport.
Potete immaginare la mia totale esecrazione per questo "dettaglio" che certo non è sfuggito.
Molfetta ha 60 mila abitanti. È il terzo comune più popoloso (dopo il capoluogo e Altamura) della Città Metropolitana di Bari. L'idea che lo sport non sia fra le tematiche a cuore di nessuno fra coloro che aspirano ad amministrare una città di queste dimensioni mi spaventa. Meno di 48 ore dopo la conclusione del confronto di sabato pomeriggio la Pallavolo Molfetta ha annunciato che non parteciperà più alla Superlega. Martedì mattina è toccato al Molfetta Hockey prendere atto della rinuncia di un importante sponsor. La prima squadra di calcio è retrocessa in Promozione. Due società di pallacanestro provano a risollevarsi ma sono ancora in Serie D. Tralascio qualsiasi ulteriore considerazione sulle condizioni dello stadio "Paolo Poli" e sulla mancata realizzazione del nuovo campo per l'atletica leggera.
I problemi di una comunità sono molteplici e Molfetta ne ha accumulati parecchi. Questa consapevolezza, tuttavia, non può attutire l'amarezza per una campagna elettorale finora contrassegnata dal più completo disinteresse per quello che è spesso considerato il termometro di una città. C'è tempo fino all'11 giugno per dimostrare, con discorsi seri e concreti, che a Molfetta non esiste alcun divieto di sport. Buona fortuna, anzi. Buonanotte.