Buongiorno
Elezioni regionali e altre amenità
Ultimi giorni di pax politica
mercoledì 19 febbraio 2020
Non più di due settimane, poi smetteremo di essere tranquilli. La pax politica biscegliese - una tregua temporanea cui peraltro non pochi hanno provato a porre fine già in questi giorni - è agli sgoccioli: marzo porterà meteo incerto su tutto il territorio cittadino... e i primi colpi della campagna per le elezioni regionali che si terranno nel mese di maggio.
Mai come in questo caso, da quando il presidente è scelto direttamente dagli elettori - la prima consultazione col nuovo sistema risale al 1995 -, la situazione di partenza, a Bisceglie, ha palesato una tale frammentazione. Il che autorizza fin troppa gente a coltivare l'ambizione di candidarsi, più per misurare il consenso personale a quasi due anni dalle ultime amministrative che nella convinzione di riuscire a conquistare il seggio (e soprattutto il suo ambito emolumento mensile). Le possibilità di elezione dei candidati biscegliesi sono ridotte al lumicino.
Le evidenti contraddizioni interne alla maggioranza che sostiene il sindaco Angelantonio Angarano potrebbero causare problemi all'amministrazione, specie se alla già annunciata candidatura di un componente della giunta nelle liste di centrodestra (su cui aleggia da settimane l'ironico commento «Ma Fitto lo sa?») dovesse aggiungersi quella di un altro esponente - vicino ad alcuni consiglieri comunali - nelle fila della coalizione di centrosinistra. Non è escluso che il Partito Democratico schieri un biscegliese, come del resto potrebbe trovarsi in corsa anche un leghista, mentre sembrano ridotte le chances di vedere un concittadino nella lista del Movimento 5 Stelle.
La prospettiva di una convivenza forzata, nel centrodestra biscegliese, tra soggetti che incardinano l'amministrazione comunale e altri che la contrastano è piuttosto bizzarra e per certi versi ridicola. Non che sul versante opposto siano da meno: il Pd, in città, è all'opposizione di quella stessa giunta e di una maggioranza formate da persone che non possono non riconoscersi nel campo riformista e immaginarli uniti ai dem nel sostenere Emiliano fa sinceramente sbellicare dalle risate.
Le incognite riguardo la consistenza di Italia Viva (che pare faccia corsa a sè nel chiaro tentativo di impedire al presidente uscente di conquistare il secondo mandato), la collocazione nella circostanza specifica del movimento Nelmodogiusto e la partecipazione di Francesco Spina (in modo diretto o indiretto) alla competizione a fianco di Italia in comune saranno presto risolte, come peraltro andrà testata la reale volontà di disimpegno di Franco Napoletano e dei comunisti. Sarà interessante comprendere chi avrà l'onore (o l'onere?) di compiere il primo passo. I biscegliesi, nell'attesa, si godano gli ultimi momenti di tranquillità.
Mai come in questo caso, da quando il presidente è scelto direttamente dagli elettori - la prima consultazione col nuovo sistema risale al 1995 -, la situazione di partenza, a Bisceglie, ha palesato una tale frammentazione. Il che autorizza fin troppa gente a coltivare l'ambizione di candidarsi, più per misurare il consenso personale a quasi due anni dalle ultime amministrative che nella convinzione di riuscire a conquistare il seggio (e soprattutto il suo ambito emolumento mensile). Le possibilità di elezione dei candidati biscegliesi sono ridotte al lumicino.
Le evidenti contraddizioni interne alla maggioranza che sostiene il sindaco Angelantonio Angarano potrebbero causare problemi all'amministrazione, specie se alla già annunciata candidatura di un componente della giunta nelle liste di centrodestra (su cui aleggia da settimane l'ironico commento «Ma Fitto lo sa?») dovesse aggiungersi quella di un altro esponente - vicino ad alcuni consiglieri comunali - nelle fila della coalizione di centrosinistra. Non è escluso che il Partito Democratico schieri un biscegliese, come del resto potrebbe trovarsi in corsa anche un leghista, mentre sembrano ridotte le chances di vedere un concittadino nella lista del Movimento 5 Stelle.
La prospettiva di una convivenza forzata, nel centrodestra biscegliese, tra soggetti che incardinano l'amministrazione comunale e altri che la contrastano è piuttosto bizzarra e per certi versi ridicola. Non che sul versante opposto siano da meno: il Pd, in città, è all'opposizione di quella stessa giunta e di una maggioranza formate da persone che non possono non riconoscersi nel campo riformista e immaginarli uniti ai dem nel sostenere Emiliano fa sinceramente sbellicare dalle risate.
Le incognite riguardo la consistenza di Italia Viva (che pare faccia corsa a sè nel chiaro tentativo di impedire al presidente uscente di conquistare il secondo mandato), la collocazione nella circostanza specifica del movimento Nelmodogiusto e la partecipazione di Francesco Spina (in modo diretto o indiretto) alla competizione a fianco di Italia in comune saranno presto risolte, come peraltro andrà testata la reale volontà di disimpegno di Franco Napoletano e dei comunisti. Sarà interessante comprendere chi avrà l'onore (o l'onere?) di compiere il primo passo. I biscegliesi, nell'attesa, si godano gli ultimi momenti di tranquillità.