Buongiorno
Fabio del fumo nero e altri graffiti
Il blog di Vito Troilo
mercoledì 7 novembre 2018
17.47
Pare il titolo di un racconto, pur se non è il caso di scomodare paragoni e analogie letterarie (qualcuno potrebbe essere indotto ad associarlo addirittura con "Rosso malpelo").
Fabio del fumo nero: chissà se esiste davvero un tipo soprannominato così, a Bisceglie o in qualche altra città del territorio. Quello che conta, purtroppo, è che il monumento ai caduti di piazza Vittorio Emanuele II, realizzato qualche anno dopo la conclusione del primo conflitto mondiale e inaugurato in epoca fascista, sia stato sfregiato da un'azione che immagino tanto vandalica quanto inconsapevole.
Perché la verità, sconfortante, è che gran parte dei biscegliesi, specie i più giovani, non hanno la più pallida idea del significato della presenza di un qualsiasi monumento all'interno di una piazza, di una strada, di una via. Non conoscono la storia e nessuno ha mai pensato di provare a insegnargliela. La scuola poi... lasciamo stare.
Io stesso mentirei - eppure in tutta sincerità non mi sento una capra pur se non sono stato certo un secchione - se scrivessi di conoscere per filo e per segno i trascorsi e le gesta di tutti i personaggi ritratti nei busti collocati in piazza Vittorio Emanuele II. Sono cresciuto però con la consapevolezza e nell'intuizione, figlia della strada, che se quegli uomini (purtroppo non ci sono donne raffigurate) hanno meritato un riconoscimento pubblico avranno reso un servizio di qualche tipo alla comunità, ciascuno a modo suo. Un contributo che Fabio del fumo nero o chi per lui evidentemente ignora, perché non si sarà neppure fatto una domanda quando si è seduto su quell'obelisco e ha pensato "bene" di usare un pennarello indelebile per imbrattarlo.
Puoi anche non sapere chi fossero Favuzzi e Dell'Olio ma se non sei in grado di renderti conto che dietro un monumento c'è una storia e c'è la vita di alcune persone allora meriti di essere definito... Beh, ci siamo capiti.
Fabio del fumo nero: chissà se esiste davvero un tipo soprannominato così, a Bisceglie o in qualche altra città del territorio. Quello che conta, purtroppo, è che il monumento ai caduti di piazza Vittorio Emanuele II, realizzato qualche anno dopo la conclusione del primo conflitto mondiale e inaugurato in epoca fascista, sia stato sfregiato da un'azione che immagino tanto vandalica quanto inconsapevole.
Perché la verità, sconfortante, è che gran parte dei biscegliesi, specie i più giovani, non hanno la più pallida idea del significato della presenza di un qualsiasi monumento all'interno di una piazza, di una strada, di una via. Non conoscono la storia e nessuno ha mai pensato di provare a insegnargliela. La scuola poi... lasciamo stare.
Io stesso mentirei - eppure in tutta sincerità non mi sento una capra pur se non sono stato certo un secchione - se scrivessi di conoscere per filo e per segno i trascorsi e le gesta di tutti i personaggi ritratti nei busti collocati in piazza Vittorio Emanuele II. Sono cresciuto però con la consapevolezza e nell'intuizione, figlia della strada, che se quegli uomini (purtroppo non ci sono donne raffigurate) hanno meritato un riconoscimento pubblico avranno reso un servizio di qualche tipo alla comunità, ciascuno a modo suo. Un contributo che Fabio del fumo nero o chi per lui evidentemente ignora, perché non si sarà neppure fatto una domanda quando si è seduto su quell'obelisco e ha pensato "bene" di usare un pennarello indelebile per imbrattarlo.
Puoi anche non sapere chi fossero Favuzzi e Dell'Olio ma se non sei in grado di renderti conto che dietro un monumento c'è una storia e c'è la vita di alcune persone allora meriti di essere definito... Beh, ci siamo capiti.