Buongiorno
Forse è meglio chiuderla qui?
La maggioranza che c'è ma non c'è, le opzioni sul tavolo di Angarano
mercoledì 8 giugno 2022
15.45
Dodici mesi, settimana più settimana meno, separano la comunità biscegliese dalla scadenza naturale della consiliatura in corso e dalla data delle prossime elezioni amministrative. L'agibilità politica della maggioranza a sostegno del Sindaco Angelantonio Angarano è oggettivamente compromessa da tempo: le ambizioni del suo partner di coalizione Sergio Silvestris sono il classico "segreto di Pulcinella", dato che tutti conoscono benissimo l'intenzione dell'ex parlamentare europeo di correre per la poltrona di primo cittadino nel 2023 al punto che l'annuncio della sua candidatura è ormai divenuto un dettaglio trascurabile e la vera notizia, al contrario, sarebbe eventualmente la decisione di non partecipare alla competizione.
La novità emersa nelle ultime ore è rappresentata dall'uscita di Peppo Ruggieri dai ranghi della coalizione civica trasversale che ha finora garantito, al netto delle fibrillazioni, una copertura al capo dell'amministrazione. Le critiche apparse nei suoi confronti suonano per certi versi ingenerose. In un quadro bloccato dall'ipocrisia generalizzata per la quale molti consiglieri dell'attuale maggioranza sparlano senza esitazioni di Angarano e della Giunta in privato salvo poi tenere alzata la mano al momento del voto nell'aula di Palazzo San Domenico, Ruggieri ha compiuto una mossa inattesa, fornendo anche dei motivi politici e assumendosi la sua parte di responsabilità. Il tempismo è stato perfetto: consapevole che qualche altro potenziale interessato alla "fuitina" non avrebbe potuto formalizzare nulla nel bel mezzo di una campagna elettorale amministrativa che coinvolge Bisceglie molto più di quanto si possa immaginare, il consigliere si è defilato dalla maggioranza senza costituire l'elemento di deflagrazione della stessa.
La classe politica biscegliese, forse più a torto che a ragione, è letteralmente terrorizzata dall'idea di mandare a casa un Sindaco prima della conclusione del suo mandato memore di quanto accadde con Francesco Spina nel 2013. Poco importa che Angarano, evidentemente, non disponga più di una forza elettorale paragonabile a quella del 2018, quando peraltro con 9 liste (comprese le due e mezzo di centrodestra) non è andato oltre il 28.6% delle preferenze. Nessuno vuole pagare dazio sotto questo profilo: non Silvestris con i suoi cinque consiglieri di riferimento, che vorrebbero rivendicare la paradossale - ma reale - condizione di aver creato meno problemi di tutti gli altri. La sussistenza di un margine, benché ristretto, per il quale i rapporti di forza tra maggioranza e opposizione si erano stabiliti sul 14-11 ha caratterizzato tutte le analisi e convinto sulla possibilità di "tirare a campare" almeno fino all'approvazione del conto consuntivo in autunno. Ruggieri ha portato il punteggio sul 13-12, rendendo Angarano indispensabile a se stesso. La maggioranza in consiglio comunale c'è ma non c'è: non esiste in prima convocazione per un chiaro segnale politico e andrà sempre così; esiste su alcuni provvedimenti che probabilmente anche Ruggieri, per senso di compiutezza e serietà, voterà comunque; non esiste più su qualsiasi vicenda legata a Bisceglie Approdi o al servizio di igiene urbana ed è persino superfluo spiegarne la ragione.
Angelantonio Angarano, al netto dell'escamotage poco credibile dell'offerta di compensazioni in Giunta a qualche settore delle minoranze disposto a prestare il fianco a un rimpasto (ma chi la accetterebbe adesso?), è al bivio cruciale della sua carriera politica: fallite da tempo le interlocuzioni con gli esponenti di rilievo del Partito Democratico, dal quale è uscito sbattendo la porta nel 2017, non gli restano molte opzioni praticabili. La giocata ad effetto sarebbe l'annuncio di una non-ricandidatura a Sindaco, finalizzata al successivo riposizionamento in prospettiva regionali 2025: fantapolitica? Chissà... L'alternativa è andare avanti ad oltranza, trincerarsi nel Palazzo anche più di quanto già fatto dal 2018 per scommettere sulle chances di giocarsi un posto al ballottaggio l'anno prossimo: ma con quali forze?
Logorato da un "cerchio magico" di soggetti ben consci di essere all'ultimo giro (che lo inciteranno, per le loro convenienze personali, a "tenere duro") e sempre più diffidente verso quei consiglieri di maggioranza che invece hanno spazio di manovra e potrebbero abbandonare la nave improvvisamente, Angarano ha nelle sue stesse dimissioni il più efficace deterrente e l'unico diversivo ad uno scenario persino peggiore di quello degli ultimi consigli comunali del 2018. Forse è meglio chiuderla qui: neppure l'attuale Sindaco, nonostante la quantità da record di errori commessi in questi quattro anni per prestare ascolto finanche ad emeriti incapaci e cialtroni, merita la mortificazione alla quale rischia di andare incontro. Il rispetto nei confronti di una persona onesta, degna e retta induce ad esporre pubblicamente, senza mezzi termini, l'opinione che dodici mesi del genere non si possano e debbano augurare a nessuno, tantomeno ad una città che, purtroppo, è ferma da quattro anni. E questo, obiettivamente, lo pensano e lo sanno benissimo anche coloro che continuano a sostenere l'amministrazione. È un momento delicato e bisogna assumere decisioni lungimiranti: buona fortuna a tutti.
La novità emersa nelle ultime ore è rappresentata dall'uscita di Peppo Ruggieri dai ranghi della coalizione civica trasversale che ha finora garantito, al netto delle fibrillazioni, una copertura al capo dell'amministrazione. Le critiche apparse nei suoi confronti suonano per certi versi ingenerose. In un quadro bloccato dall'ipocrisia generalizzata per la quale molti consiglieri dell'attuale maggioranza sparlano senza esitazioni di Angarano e della Giunta in privato salvo poi tenere alzata la mano al momento del voto nell'aula di Palazzo San Domenico, Ruggieri ha compiuto una mossa inattesa, fornendo anche dei motivi politici e assumendosi la sua parte di responsabilità. Il tempismo è stato perfetto: consapevole che qualche altro potenziale interessato alla "fuitina" non avrebbe potuto formalizzare nulla nel bel mezzo di una campagna elettorale amministrativa che coinvolge Bisceglie molto più di quanto si possa immaginare, il consigliere si è defilato dalla maggioranza senza costituire l'elemento di deflagrazione della stessa.
La classe politica biscegliese, forse più a torto che a ragione, è letteralmente terrorizzata dall'idea di mandare a casa un Sindaco prima della conclusione del suo mandato memore di quanto accadde con Francesco Spina nel 2013. Poco importa che Angarano, evidentemente, non disponga più di una forza elettorale paragonabile a quella del 2018, quando peraltro con 9 liste (comprese le due e mezzo di centrodestra) non è andato oltre il 28.6% delle preferenze. Nessuno vuole pagare dazio sotto questo profilo: non Silvestris con i suoi cinque consiglieri di riferimento, che vorrebbero rivendicare la paradossale - ma reale - condizione di aver creato meno problemi di tutti gli altri. La sussistenza di un margine, benché ristretto, per il quale i rapporti di forza tra maggioranza e opposizione si erano stabiliti sul 14-11 ha caratterizzato tutte le analisi e convinto sulla possibilità di "tirare a campare" almeno fino all'approvazione del conto consuntivo in autunno. Ruggieri ha portato il punteggio sul 13-12, rendendo Angarano indispensabile a se stesso. La maggioranza in consiglio comunale c'è ma non c'è: non esiste in prima convocazione per un chiaro segnale politico e andrà sempre così; esiste su alcuni provvedimenti che probabilmente anche Ruggieri, per senso di compiutezza e serietà, voterà comunque; non esiste più su qualsiasi vicenda legata a Bisceglie Approdi o al servizio di igiene urbana ed è persino superfluo spiegarne la ragione.
Angelantonio Angarano, al netto dell'escamotage poco credibile dell'offerta di compensazioni in Giunta a qualche settore delle minoranze disposto a prestare il fianco a un rimpasto (ma chi la accetterebbe adesso?), è al bivio cruciale della sua carriera politica: fallite da tempo le interlocuzioni con gli esponenti di rilievo del Partito Democratico, dal quale è uscito sbattendo la porta nel 2017, non gli restano molte opzioni praticabili. La giocata ad effetto sarebbe l'annuncio di una non-ricandidatura a Sindaco, finalizzata al successivo riposizionamento in prospettiva regionali 2025: fantapolitica? Chissà... L'alternativa è andare avanti ad oltranza, trincerarsi nel Palazzo anche più di quanto già fatto dal 2018 per scommettere sulle chances di giocarsi un posto al ballottaggio l'anno prossimo: ma con quali forze?
Logorato da un "cerchio magico" di soggetti ben consci di essere all'ultimo giro (che lo inciteranno, per le loro convenienze personali, a "tenere duro") e sempre più diffidente verso quei consiglieri di maggioranza che invece hanno spazio di manovra e potrebbero abbandonare la nave improvvisamente, Angarano ha nelle sue stesse dimissioni il più efficace deterrente e l'unico diversivo ad uno scenario persino peggiore di quello degli ultimi consigli comunali del 2018. Forse è meglio chiuderla qui: neppure l'attuale Sindaco, nonostante la quantità da record di errori commessi in questi quattro anni per prestare ascolto finanche ad emeriti incapaci e cialtroni, merita la mortificazione alla quale rischia di andare incontro. Il rispetto nei confronti di una persona onesta, degna e retta induce ad esporre pubblicamente, senza mezzi termini, l'opinione che dodici mesi del genere non si possano e debbano augurare a nessuno, tantomeno ad una città che, purtroppo, è ferma da quattro anni. E questo, obiettivamente, lo pensano e lo sanno benissimo anche coloro che continuano a sostenere l'amministrazione. È un momento delicato e bisogna assumere decisioni lungimiranti: buona fortuna a tutti.