Buongiorno
Il Fata turchino
Il blog di Vito Troilo
mercoledì 6 settembre 2017
16.35
Alexis de Tocqueville scrisse: «La storia è una galleria di quadri dove ci sono pochi originali e molte copie».
La sceneggiatura della decadenza di Francesco Spina mi ha riportato alla mente uno degli episodi più controversi della storia recente: l'autogolpe polacco del 1981.
Faccio subito le dovute proporzioni fra le vicende. In questo caso sono in discussione le sorti di un comune all'interno di una nazione democratica e non certo il destino di milioni di cittadini di un paese completamente privo di qualsiasi capacità di autodeterminazione. Il comportamento del sindaco di Bisceglie, al netto delle differenti situazioni, mi ha ricordato l'atteggiamento assunto dal generale Wojciech Jaruzelski, che temendo una clamorosa invasione dell'Armata Rossa in Polonia preferì soffocare le rivolte sindacali di Solidarność con un colpo di stato militare, ritenuto "male minore" rispetto a un'azione diretta delle truppe del Patto. Spina, costretto a disfarsi del suo ruolo entro il 15 settembre per potersi trovare in una situazione di candidabilità alle prossime elezioni politiche, piuttosto che rassegnare le dimissioni e "consegnare" la città a un commissario prefettizio (situazione che gli avrebbe sottratto notevoli margini di manovra sul piano amministrativo) ha giocato il jolly di un'incompatibilità costruita a tavolino per l'occasione, sfruttando una pretesa legittima (seppure scaduta con la prescrizione) per impedire la gestione commissariale. Toccherà perciò al vicesindaco Vittorio Fata, primo degli eletti nella lista di Noi riformatori alle comunali del 2013, occuparsi dell'ordinaria amministrazione fino alla scadenza naturale del mandato che gli elettori hanno affidato a un'altra persona.
Quali ripercussioni abbiano avuto le lunghe, estenuanti, controverse e talvolta tragicomiche avventure politiche del non più sindaco sulla sua credibilità non è semplice calcolare. Siamo pur sempre a Bisceglie ma la sensazione è che l'eccessiva personalizzazione del dibattito politico lo abbia fortemente danneggiato.
Giusto un incantesimo potrebbe consentire a una coalizione eterodiretta da Francesco Spina (in cui, con tutto il rispetto, qualsiasi candidato sarebbe ritenuto teleguidato dall'ex primo cittadino) di vincere le prossime elezioni amministrative.
Definito "Spinocchio" dai suoi avversari, l'ex Dc, ex Forza Italia, ex Ccd, ex Udc, ex La Puglia prima di tutto e ora esponente del Partito Democratico, cercherà, come il personaggio nato dal genio di Collodi, di trasformarsi magicamente in un bravo bambino, anzi, in un aspirante parlamentare della Repubblica. Non è un caso che la bacchetta sia finita nelle mani del Fata Turchino, con buona pace della nostra, amatissima Gina Lollobrigida.
Buonanotte.
La sceneggiatura della decadenza di Francesco Spina mi ha riportato alla mente uno degli episodi più controversi della storia recente: l'autogolpe polacco del 1981.
Faccio subito le dovute proporzioni fra le vicende. In questo caso sono in discussione le sorti di un comune all'interno di una nazione democratica e non certo il destino di milioni di cittadini di un paese completamente privo di qualsiasi capacità di autodeterminazione. Il comportamento del sindaco di Bisceglie, al netto delle differenti situazioni, mi ha ricordato l'atteggiamento assunto dal generale Wojciech Jaruzelski, che temendo una clamorosa invasione dell'Armata Rossa in Polonia preferì soffocare le rivolte sindacali di Solidarność con un colpo di stato militare, ritenuto "male minore" rispetto a un'azione diretta delle truppe del Patto. Spina, costretto a disfarsi del suo ruolo entro il 15 settembre per potersi trovare in una situazione di candidabilità alle prossime elezioni politiche, piuttosto che rassegnare le dimissioni e "consegnare" la città a un commissario prefettizio (situazione che gli avrebbe sottratto notevoli margini di manovra sul piano amministrativo) ha giocato il jolly di un'incompatibilità costruita a tavolino per l'occasione, sfruttando una pretesa legittima (seppure scaduta con la prescrizione) per impedire la gestione commissariale. Toccherà perciò al vicesindaco Vittorio Fata, primo degli eletti nella lista di Noi riformatori alle comunali del 2013, occuparsi dell'ordinaria amministrazione fino alla scadenza naturale del mandato che gli elettori hanno affidato a un'altra persona.
Quali ripercussioni abbiano avuto le lunghe, estenuanti, controverse e talvolta tragicomiche avventure politiche del non più sindaco sulla sua credibilità non è semplice calcolare. Siamo pur sempre a Bisceglie ma la sensazione è che l'eccessiva personalizzazione del dibattito politico lo abbia fortemente danneggiato.
Giusto un incantesimo potrebbe consentire a una coalizione eterodiretta da Francesco Spina (in cui, con tutto il rispetto, qualsiasi candidato sarebbe ritenuto teleguidato dall'ex primo cittadino) di vincere le prossime elezioni amministrative.
Definito "Spinocchio" dai suoi avversari, l'ex Dc, ex Forza Italia, ex Ccd, ex Udc, ex La Puglia prima di tutto e ora esponente del Partito Democratico, cercherà, come il personaggio nato dal genio di Collodi, di trasformarsi magicamente in un bravo bambino, anzi, in un aspirante parlamentare della Repubblica. Non è un caso che la bacchetta sia finita nelle mani del Fata Turchino, con buona pace della nostra, amatissima Gina Lollobrigida.
Buonanotte.