Buongiorno
Il Pd di Bisceglie come Peppiniello di "Miseria e nobiltà"
Le primarie un'occasione per rivedere tutte insieme le contraddizioni interne ai dem
lunedì 4 marzo 2019
14.43
Cos'è il Partito Democratico di Bisceglie? Qual è la sua identità locale? In che direzione intende muoversi sul piano politico-amministrativo? Che linea assume rispetto all'attuale assetto istituzionale, al sindaco, alla giunta e alla maggioranza che guida la città?
Soprattutto: a chi bisognerebbe domandarlo?
Gli interrogativi - che certo non impediscono ai biscegliesi di conciliare il sonno - riemergono inevitabilmente a distanza di 12 mesi dalle elezioni politiche e di 9-10 dalle comunali, vinte da uno che il Pd lo ha fondato, fuggendone a gambe levate in seguito al maxi-tesseramento di Francesco Spina e dei suoi "cari". Domenica 3 marzo, alle primarie, hanno partecipato un po' tutti. L'ex primo cittadino, il parlamentare Francesco Boccia, un assessore della giunta Angarano (che pare non sia più interessato alle suggestioni delle formazioni a sinistra del Partito Democratico), il consigliere Mauro Lorusso, vicesegretario cittadino uscente, il collega "intergruppista" Gigi Di Tullio e un altro esponente di opposizione, il già sindaco facente funzioni Vittorio Fata. E tanti altri ancora.
Il Pd di Bisceglie è un po' come il piccolo Peppiniello di "Miseria e nobiltà". Quando Gaetano Semmolone ascolta Felice Sciosciammocca dire a Bettina «Quant'è bello questo figlio mio», il cuoco arricchito (e un po' ingenuo) si rivolge al maggiordomo Vincenzo che aveva fatto assumere il bambino in casa sua facendo credere tutt'altro al padrone dicendogli: «Ma si può sapere di chi è figlio questo Peppiniello?». A quel punto, il sottoposto sfodera un colpo di genio: «Nostro, un po' di tutti...».
Ecco, il Pd di Bisceglie è l'indiscusso protagonista delle geometrie variabili della politica locale: di tutti e di nessuno, secondo convenienza. Perché la sconfitta è orfana, ma in questa città ancora di più. Le elezioni europee si avvicinano, il disorientamento di quello che dovrebbe essere il centrosinistra cittadino è palpabile ma non mancheranno coloro che, in extremis, cercheranno di accreditarsi improvvisati capibastone al grido di «Vincenzo mi è padre a me». Buon divertimento.
Soprattutto: a chi bisognerebbe domandarlo?
Gli interrogativi - che certo non impediscono ai biscegliesi di conciliare il sonno - riemergono inevitabilmente a distanza di 12 mesi dalle elezioni politiche e di 9-10 dalle comunali, vinte da uno che il Pd lo ha fondato, fuggendone a gambe levate in seguito al maxi-tesseramento di Francesco Spina e dei suoi "cari". Domenica 3 marzo, alle primarie, hanno partecipato un po' tutti. L'ex primo cittadino, il parlamentare Francesco Boccia, un assessore della giunta Angarano (che pare non sia più interessato alle suggestioni delle formazioni a sinistra del Partito Democratico), il consigliere Mauro Lorusso, vicesegretario cittadino uscente, il collega "intergruppista" Gigi Di Tullio e un altro esponente di opposizione, il già sindaco facente funzioni Vittorio Fata. E tanti altri ancora.
Il Pd di Bisceglie è un po' come il piccolo Peppiniello di "Miseria e nobiltà". Quando Gaetano Semmolone ascolta Felice Sciosciammocca dire a Bettina «Quant'è bello questo figlio mio», il cuoco arricchito (e un po' ingenuo) si rivolge al maggiordomo Vincenzo che aveva fatto assumere il bambino in casa sua facendo credere tutt'altro al padrone dicendogli: «Ma si può sapere di chi è figlio questo Peppiniello?». A quel punto, il sottoposto sfodera un colpo di genio: «Nostro, un po' di tutti...».
Ecco, il Pd di Bisceglie è l'indiscusso protagonista delle geometrie variabili della politica locale: di tutti e di nessuno, secondo convenienza. Perché la sconfitta è orfana, ma in questa città ancora di più. Le elezioni europee si avvicinano, il disorientamento di quello che dovrebbe essere il centrosinistra cittadino è palpabile ma non mancheranno coloro che, in extremis, cercheranno di accreditarsi improvvisati capibastone al grido di «Vincenzo mi è padre a me». Buon divertimento.